Terza edizione del Reggio Calabria Top
Jazz Festival
Reggio Calabria, Teatro Cilea, 18-22 maggio 2010
Direzione artistica:
Paolo Damiani
di Vincenzo Fugaldi
foto di Stefanno Costantino e Giancarlo Ferlito
Giunto alla terza edizione, il festival di Reggio Calabria si sta affermando
come uno dei più importanti appuntamenti jazzistici della primavera italiana. Dieci
concerti in cinque serate, in un teatro dall'ottima acustica e un'apertura al jazz
internazionale sono le ottime credenziali del festival organizzato dal Comune in
collaborazione con l'Associazione culturale Jonica e il mensile Musica Jazz.
Assente
Enrico Rava
per un infortunio, il suo posto è stato preso, nel quartetto con
Dado Moroni,
Paolino
Dalla Porta e
Roberto
Gatto, dal sax alto di
Rosario Giuliani,
che ha da poco inciso un nuovo cd per l'etichetta d'oltralpe Dreyfus, "Lennies
Pennies", ed era in procinto di partire per Tel Aviv per un omaggio a Charlie
Parker. I quattro hanno eseguito con convinzione man mano crescente alcuni brani
contenuti nel nuovo cd di Giuliani, dalla composizione di Tristano che dà il titolo
all'album, ad altri standard come Love Letters, How Deep is the Ocean,
74 Miles Away di Joe Zawinul, Dear Father dello stesso Giuliani, e
What is this Thing Called Love nell'arrangiamento di
Bill Evans.
Ma il concerto memorabile della prima serata è stato quello del quartetto
"Tinissima", con il clarinetto e il tenore di
Francesco Bearzatti,
la tromba di Giovanni Falzone, il basso elettrico e il contrabbasso di
Danilo Gallo
e la batteria di Zeno De Rossi. "Tinissima" è una delle opere più importanti
del jazz europeo degli ultimi anni, e nella dimensione live raggiunge una compiutezza
che la già notevole registrazione in studio faceva solo intuire. La forza solistica
di Bearzatti, la inesauribile versatilità di Falzone con la sua vena espressionisticamente
rumoristica, i trascinanti unisoni, le tinte tipicamente spanish, la spontanea
gestualità di entrambi, la trascinante performance della sezione ritmica che sorregge
i solisti con formidabile drive, sono le grandi qualità del progetto, insieme al
valore delle composizioni e degli arrangiamenti. Il folto pubblico intervenuto è
stato letteralmente trascinato dall'incredibile forza espressiva della suite, in
una continua trasmissione di energia. A supporto della musica, una serie di struggenti
fotografie di Tina Modotti proiettate a cura di Antonio Vanni.
Il quartetto del trombettista Luca Aquino (Giovanni Francesca-chitarra
elettrica,
Marco Bardoscia-contrabbasso e
Gianluca
Brugnano-batteria) propone una musica avanzata che procede per strutture
iterative in progressione, con fantasia ritmica e fresche sonorità. Grande spazio
all'uso dell'elettronica da parte del leader e del chitarrista, musicista pieno
di fantasia, da tener d'occhio. Aquino ha un suono personale e sabbioso per niente
compiaciuto, e uno spiccato senso melodico. Allo stesso modo, l'intero quartetto
propone un suono coeso e ben definito. I quattro hanno ospitato nella seconda parte
del concerto, in tre brani eseguiti senza soluzione di continuità, la voce e il
live electronics di
Maria Pia De
Vito, che nonostante un temporaneo malore ha effettuato la sua performance
con la consueta elevatissima professionalità, arricchendo ulteriormente la proposta
musicale del gruppo.
Dhafer Youssef ha unito la sua voce e il suono del suo oud a un piccolo
ensemble di musicisti da sogno: gli statunitensi Chris Jennings al basso
e Mark Giuliana alla batteria e il sorprendente pianista armeno ventiduenne Tigran
Hamasyan, nelle cui dita scorrono influenze etniche, del primo novecento europeo
e jarrettiane in una miscela esaltante. Un lungo intenso concerto di affascinante
compiutezza ed equilibrio, per un quartetto che ha già al suo attivo un cd pubblicato
dall'etichetta Jazzland/Universal, dal titolo "Abu Nawas Rapsody".
Il quartetto "Tubolibre" di
Gianluca Petrella
(Mauro Ottolini-sousaphone, Gabrio Baldacci-chitarra elettrica e
Cristiano Calcagnile-batteria)
ha proposto un breve e ardito set introdotto da uno splendido duo trombone-sousaphone,
con il consueto uso controllato dell'elettronica, i pedali hendrixiani e un solidissimo
blues feeling, ben sostenuti dalle sonorità acide di Baldacci e dal fantasioso drumming
di Calcagnile.
Il "Megalitico 5tet" di Gavino Murgia, con Michel Godard
alla tuba e al basso elettrico,
Pietro Iodice
alla batteria,
Luciano Biondini alla fisarmonica e Franck Tortiller al
vibrafono ha fornito una prova convincente, basata sul repertorio già inciso dal
quintetto, dosando con misura gli ingredienti che lo rendono interessante, dal soprano
e la incredibile voce di basso del leader, alla fisarmonica di Biondini, particolarmente
a suo agio, sino alla cristallina sonorità del vibrafono.
Due pianoforti a coda posti l'uno di fronte all'altro per la sonorizzazione,
a cura di
Rita Marcotulli e
Danilo
Rea, del capolavoro del cinema muto "Metropolis" di Fritz Lang, nella
versione ricostruita da Giorgio Moroder. Un'operazione sapientemente calibrata intorno
alle immagini del film, cui i musicisti si pongono al servizio con passione e umiltà,
sottolineandone le atmosfere, facendo risaltare i personaggi (bella la citazione
del tema Maria di "West Side Story" a ogni apparire della protagonista) e
commentando opportunamente le diverse sequenze.
Nella stessa serata, in un teatro stracolmo in ogni ordine di posti, l'atteso
duo tra Paolo
Fresu e il pianista Bojan Z. Il pianista di Belgrado stabilitosi
in Francia utilizza anche le sonorità del piano elettrico, contribuendo felicemente
al set con proprie validissime composizioni e una maturità piena e definita, mentre
Fresu si affida sempre più all'elettronica, lesinando un po' il suo suono, unico
e inconfondibile. Alle valide composizioni del pianista si affiancavano quelle note
di Fresu e uno standard, Dear Old Stockholm.
L'ultima serata è stata aperta dalla "Unknown Rebel Band" di Giovanni
Guidi, in una formazione quasi identica al quella presente sull'omonimo cd:
Fulvio Sigurtà e Mirco Rubegni, tromba;
Daniele Tittarelli, sax alto; Dan Kinzelman, sax
tenore; David Brutti, sax basso; Mauro Ottolini, trombone; Joe
Rehmer, contrabbasso; João Lobo, batteria. L'omaggio del pianista di
Foligno ai combattenti per la libertà, già validissimo sul cd inciso per la CAM
Jazz, è risultato ancora più convincente nella dimensione live, che faceva risaltare
gli ottimi arrangiamenti di Kinzelman e il valore dei solisti. L'ensemble, che omaggia
musicalmente la Liberation Music Orchestra, ha eseguito, tra l'altro, riuscitissime
versioni di Unknown Rebel with White Shirt, Napoli, 27-30 settembre 1943,
180/78, Il partigiano Johnny, Sono Sethu Ubumnyama.
A chiudere in bellezza il festival, con un lungo e applauditissimo concerto,
il quintetto della cantante portoghese Maria Joao, con il fedele Mario
Laginha al pianoforte, Desiderio Lazaro al sassofono, Bernardo Moreira
al contrabbasso e Alexandre Frazão alla batteria. Un quintetto dedicato soprattutto
ad omaggiare i grandi standard della canzone americana, come nell'ultimo cd inciso
dalla cantante, "Chocolate". Assoluta empatia con il pianista, ma buon interplay
anche con gli altri validissimi elementi del gruppo, per una conferma delle doti
artistiche di Maria Joao, con la sua particolarissima voce e capacità espressiva,
e la sua dolce, sensuale e naturale gestualità. I cinque hanno proposto un viaggio
esaltante e intenso tra standard, brani originali e note songs: When You Wish
Upon a Star, Goodbye Pork Pie Hat, I've a Heart Just Like Yours,
Modern Mode, I'm Old Fashioned, Cair Do Cèu, Beatriz,
If You Could See Me Now, Preto e Branco, Sweet Suite, I've
Grown Accustomed to Her Face.
..::Foto di Stefano Costantino::..
..::Foto di Giancarlo Ferlito::..
29/09/2012 | European Jazz Expo #2: Asì, Quartetto Pessoa, Moroni & Ionata, Mario Brai, Enrico Zanisi, Alessandro Paternesi, David Linx, Little Blue, Federico Casagrande, Billy Cobham (D. Floris, D. Crevena) |
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
15/05/2011 | Giovanni Falzone in "Around Ornette": "Non vi è in tutta la serata, un momento di calo di attenzione o di quella tensione musicale che tiene sulla corda. Un crescendo di suoni ed emozioni, orchestrati da Falzone, direttore, musicista e compositore fenomenale, a tratti talmente rapito dalla musica da diventare lui stesso musica, danza, grido, suono, movimento. Inutile dire che l'interplay tra i musicisti è spettacolare, coinvolti come sono dalla follia e dal genio espressivo e musicale del loro direttore." (Eva Simontacchi) |
05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
27/06/2010 | Presentazione del libro di Adriano Mazzoletti "Il Jazz in Italia vol. 2: dallo swing agli anni sessanta": "...due tomi di circa 2500 pagine, 2000 nomi citati e circa 300 pagine di discografia, un'autentica Bibbia del jazz. Gli amanti del jazz come Adriano Mazzoletti sono più unici che rari nel nostro panorama musicale. Un artista, anche più che giornalista, dedito per tutta la sua vita a collezionare, archiviare, studiare, accumulare una quantità impressionante di produzioni musicali, documenti, testimonianze, aneddoti sul jazz italiano dal momento in cui le blue notes hanno cominciato a diffondersi nella penisola al tramonto della seconda guerra mondiale" (F. Ciccarelli e A. Valiante) |
28/11/2009 | Venezia Jazz Festival 2009: Ben Allison Quartet, Fabrizio Sotti trio, Giovanni Guidi Quartet, Wynton Marsalis e Jazz at Lincoln Center Orchestra, Richard Galliano All Star Band, Charles Lloyd Quartet, GNU Quartet, Trio Madeira Brasil, Paolo Conte e l'Orchestra Sinfonica di Venezia, diretta da Bruno Fontaine, Musica senza solfiti del Sigurt�-Casagrande Duo...(Giovanni Greto) |
30/08/2009 | Laigueglia Percfest 2009: "La 14° edizione, sempre diretta da Rosario Bonaccorso, ha puntato su una programmazione ad hoc per soddisfare l'appetito artistico di tutti: concerti jazz di altissimo livello, concorso internazionale di percussionisti creativi Memorial Naco, corso di percussioni per bambini, corsi di GiGon, fitness sulla spiaggia, stage didattici di percussioni e musicoterapia, lezione di danza mediorientale, stage di danza, mostre fotografiche, e altro." (Franco Donaggio) |
21/06/2009 | Bologna, Ravenna, Imola, Correggio, Piacenza, Russi: questi ed altri ancora sono i luoghi che negli ultimi tre mesi hanno ospitato Croassroads, festival itinerante di musica jazz, che ha attraversato in lungo e in largo l'Emilia Romagna. Giunto alla decima edizione, Crossroads ha ospitato nomi della scena musicale italiana ed internazionale, giovani musicisti e leggende viventi, jazzisti ortodossi e impenitenti sperimentatori... (Giuseppe Rubinetti) |
01/10/2007 | Intervista a Paolo Fresu: "Credo che Miles sia stato un grandissimo esempio, ad di là del fatto che piaccia o non piaccia a tutti, per cui per me questo pensiero, questa sorta di insegnamento è stato illuminante, quindi molte delle cose che metto in pratica tutti i giorni magari non me ne rendo conto ma se ci penso bene so che vengono da quel tipo di scuola. Ancora oggi se ascolto "Kind Of Blue" continuo a ritrovare in esso una attualità sconvolgente in quanto a pesi, misure, silenzi, capacità improvvisativi, sviluppo dei solisti, interplay, è un disco di allora che però oggi continua ad essere una delle cose più belle che si siano mai sentite, un'opera fondamentale." (Giuseppe Mavilla) |
24/10/2006 | Stefano Bollani, Rita Marcotulli, Andy Sheppard, Bobo Stenson tra i protagonisti del Brugge Jazz 2006 (Thomas Van Der Aa e Nadia Guida) |
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Data pubblicazione: 06/06/2010
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