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Carmine Ioanna
Solo
Bonsai Music (2014)
1. Calimero (Ioanna)
2. Carmini e Saretta (Ioanna)
3. Jumpy Giamp - feat. Francesco Bearzatti (Ioanna)
4. Feel So Good (Chuck Mangione)
5. Arra (Ioanna)
6. Sunset - feat. Luca Aquino (Ioanna)
7. Solo Ritorno (Ioanna)
8. A Paris – feat. Luca Aquino (Francis Lemarque)
9. Che Voira – tratto da una melodia popolare (Ioanna)
Carmine Ioanna - accordion Luca Aquino - trumpet Francesco Bearzatti - clarinet
Carmine Ioanna è un fisarmonicista campano, noto per la sua collaborazione
con Luca Aquino, con cui ha inciso "Aqustico", uno dei dischi più apprezzati
del trombettista beneventano. In questo cd, pubblicato dall'etichetta francese "Bonsai
record", troviamo lo specialista di accordion in "Solo": un'operazione insidiosa,
sempre difficile da affrontare e condurre in porto, anche per il confronto inevitabile
con gli autentici maestri che si sono cimentati nella stessa impresa, un nome su
tutti, Richard
Galliano.
Ioanna rivela nell'album una passione manifesta per la melodia mediterranea, passando
per arie di matrice folk del meridione italiano e arrivando ad atmosfere arabeggianti
dei paesi africani che si affacciano sul "mare nostrum". Il musicista irpino non
si accontenta, però, di cantare i motivi con il suo strumento, in certi momenti
si aiuta con la voce o con il fischio per estrinsecare al meglio il carattere dei
temi, per la maggior parte di sua composizione. In questo aspetto si può avvicinare
il titolare del cd ad analoghe esperienze di
Antonello
Salis. Rispetto al polistrumentista sardo, però, l'artista di Avellino
non si proietta mai verso i territori dell'informale, o in direzione del jazz più
avanzato, ma, per semplificare, rimane aggrappato ad una world music ben abbarbicata
all'humus della terra, di origine o di elezione.
In un brano, "Jumpy Giamp", è presente
Francesco Bearzatti,
con il suo clarinetto nervoso, irrequieto e trascinante.
In "Sunset" e in "A Paris" si ascoltano interventi intensi e pastosi dalla tromba
di Luca Aquino.
Il brano migliore è "Feel so good", per la bellezza di un motivo retrò, dalla firma
di Chuck Mangione, restituito con delicatezza e tratti leggeri, morbidi.
Questo è certamente un disco coraggioso, perché inciso in solitudine, che ci permette
di apprezzare un esponente della nuova leva dei fisarmonicisti italiani, pronto
a continuare la tradizione di uno strumento per tanti anni ritenuto, a torto, inadeguato
per suonare jazz o musica improvvisata.
Gianni Montano per Jazzitalia
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
15/05/2011 | Giovanni Falzone in "Around Ornette": "Non vi è in tutta la serata, un momento di calo di attenzione o di quella tensione musicale che tiene sulla corda. Un crescendo di suoni ed emozioni, orchestrati da Falzone, direttore, musicista e compositore fenomenale, a tratti talmente rapito dalla musica da diventare lui stesso musica, danza, grido, suono, movimento. Inutile dire che l'interplay tra i musicisti è spettacolare, coinvolti come sono dalla follia e dal genio espressivo e musicale del loro direttore." (Eva Simontacchi) |
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Data pubblicazione: 04/06/2016
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