|
Elisabetta Antonini
The Beat Goes On
Candid (2014)
1. Cookin' At The Continental
2. New York Blues
3. On The Road
4. Orujo
5. For Miles
6. Requiem For Bird Charlie Parker
7. Holy
8. Woodstock
9. Howl!
10. Well You Needn't
11. On Nirvana
12. Lsd
13. Blowin' In The Wind
Elisabetta Antonini - voce, live effects, arrangiamenti e composizione Francesco Bearzatti - sassofono tenore, clarinetto Luca Mannutza - pianoforte Paolo Dalla Porta - contrabbasso Marcello Di Leonardo - batteria
C'è tutto. C'è tutta la memoria di un periodo storico, artistico, culturale inimitabile:
quello della Beat Generation. E c'è con anche i protagonisti, alcuni di quelli che
segnarono gli anni Cinquanta e Sessanta degli Stati Uniti e di buona parte dei paesi
del mondo che avevano avuto il buon senso di capire il cambiamento.
Elisabetta
Antonini, nelle sue annotazioni nel booklet interno (le liner notes
sono firmate da
Sheila Jordan,
mai sentita così entusiasta), parla di "un'eredità inestimabile per la gente della
sua generazione". Vero, verissimo e si vede quanto la cantante e compositrice italiana
abbia studiato, ricercato e lavorato con coscienza filologica e particolare acume,
costruendo un percorso di pregio artistico e culturale. Lo fa già dalla scelta dei
compagni di viaggio, tutti stretti intorno al progetto, musicisti che non fanno
la loro apparizione a buon mercato:
Francesco Bearzatti
che si alterna al sassofono tenore e al clarinetto a seconda della voce da fare, ora
bollente e carezzevole, ora acuta e schiaffeggiante;
Luca Mannutza
apre e chiude le tessiture e infiocchetta degli assolo netti e puri;
Paolo
Dalla Porta detta i tempi e costruisce armonie ed espressioni illuminanti; Marcello Di Leonardo sottolinea gli scambi, inventa soluzioni ritmiche cangianti
anche nei momenti più soul del disco. La leader è impeccabile: la sua voce è espressionistica,
frizzante, torrida e perfettamente allineata al controcanto virtuale di Jack
Kerouac in "Cookin'At The Continental" o di Gregory Corso in "Requiem For Bird Charlie Parker", così come quando sono le sue note vocalizzate
a fare da contraltare alla sempre stupefacente "Howl!" di Allen Ginsberg.
L'idea di lasciar suonare le voci dei protagonisti della Beat Generation è vincente,
alla stregua delle composizioni della Antonini, che recupera il suono di quegli
anni lasciandolo travolgere dalla sua freschezza espositiva, liberandolo dalla inevitabile
ruggine con scelte ritmico-armoniche pronte, immediate ed effervescenti. Lascia
nelle mani di cinque eccellenze altrettante composizioni: "Cookin' At The Continental"
di Horace Silver, "Orujo" di Dave Douglas, "Woodstock" di
Joni Mitchell, "Well You Needn't" di Thelonious Monk e
una delle canzoni simbolo degli anni Sessanta, "Blowin' In The Wind" di Bob
Dylan. Il resto è tutta farina del suo sacco, così come gli arrangiamenti ottimamente
curati che non lasciano nulla al caso, ma sicuramente si affidano alla fervente
immaginazione e creatività della Antonini.
Un disco, un progetto, un lavoro di ricerca e di passione: merce rara di questi
tempi.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
15/05/2011 | Giovanni Falzone in "Around Ornette": "Non vi è in tutta la serata, un momento di calo di attenzione o di quella tensione musicale che tiene sulla corda. Un crescendo di suoni ed emozioni, orchestrati da Falzone, direttore, musicista e compositore fenomenale, a tratti talmente rapito dalla musica da diventare lui stesso musica, danza, grido, suono, movimento. Inutile dire che l'interplay tra i musicisti è spettacolare, coinvolti come sono dalla follia e dal genio espressivo e musicale del loro direttore." (Eva Simontacchi) |
|
Inserisci un commento
Questa pagina è stata visitata 1.116 volte
Data pubblicazione: 26/10/2014
|
|