Deja Vu Records
|
Train Up featuring Francesca Sortino & Alan Farrington
Looking at The Sea
1. What is Wrong With Grooving
2. Sambatime
3. My Favorite Things
4. Save Your Money
5. Day What a Day
6. Part of The Game
7. I Could Write a Book
8. Love, oh Love
9. In The Name of Love
10. Looking at The Sea
Francesca
Sortino - vocals
Alan Farrington - vocals
Franco Piana - trumpet, arrangements
Sandro Deidda - sax, flute
Claudio Filippini
- piano
Dario Rosciglione - double bass
Marcello Di Leonardo - drums
|
Chiamiamolo Nu Jazz o se preferite Nu Soul. Possiamo bollare
questo Cd come vogliamo, perché in barba alle etichette Looking at The Sea
è un album che "funziona", un disco che impatta leggero sui timpani come fosse
Easy Listening di successo.
In realtà c'è più jazz di quanto si possa immaginare
in questa nuova produzione di Paolo Scotti, e se di Easy Listening si vuol
parlare, si sappia che è di pregevole fattura. Looking at The Sea si basa
su alcune scelte azzeccate: due voci che si sposano bene, quella di
Francesca
Sortino e di Alan Farrington, una tracklist in cui c'è poco di
casuale, e un'efficace brevità (meno di 40 minuti in tutto).
Apertura affidata a What is Wrong With Grooving, riproposta attraverso
un aggiornamento della versione di Letta Mbulo. Ne fuoriesce una cover in
cui le nuance e il vibrato di
Francesca
Sortino rimpiazzano la vocalità "teatrale" della cantante sudafricana.
La prima parte del Cd esibisce tutta la duttilità del gruppo: si va dal soul fino
Save Your Money (un brano che piacerebbe a
Kurt Elling),
passando attraverso il "Brasile" duettato di Sambatime, e una versione
up tempo di My Favorite Things.
Gli arrangiamenti di Franco Piana creano una musica "asciutta", finemente
confezionata, in cui gli interventi solistici sono sempre misurati e calibrati (esemplificativi
i soli di Sandro Deidda in Sambatime e in In The Name of Love,
e i break di I Could Write a Book). A sostenere e a interagire
con i cantanti, autori e coautori di 3 brani, una ritmica regolarissima a suo agio
con gli stili e che si diverte a citare (il piano di
Claudio Filippini
è un "bussola" che orienta sempre l'ascoltatore). Brani come Part of The Game,
la coda di In The Name of Love e la titletrack, trovano le loro origini nei
tardi anni Cinquanta e Sessanta; nel Miles Davis post Milestones.
In linea con altre produzioni dell'etichetta, Looking at
The Sea è un disco riuscito, che fa delle melodiosità sensuale di
Francesca
Sortino, dello swing di Alan Farrington, e delle bilanciate "scritture"
di Franco Piana, i suoi punti di forza.
Luca Civelli per Jazzitalia
Inserisci un commento
Questa pagina è stata visitata 2.705 volte
Data pubblicazione: 06/01/2010
|
|