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Lorenzo Tucci Trio presenta "Tranety"
Blue Note Milano, 12 febbraio 2012
di Daniela Floris
foto di Daniela Crevena

Lorenzo Tucci - batteria
Claudio Filippini - pianoforte
Luca Bulgarelli - contrabbasso

Il gelo atmosferico di Milano non è riuscito a fermare la musica e soprattutto il pubblico del Blue Note, arrivato numeroso ad ascoltare il Trio di Lorenzo Tucci, che presentava il suo progetto "Tranety": omaggio del batterista a John Coltrane. E bisogna dire che sarebbe stato impossibile soffrire il freddo, perché è stata questa una serata di musica di alto livello artistico, divertente, energica ed intensa. Come hanno fatto Tucci, Filippini e Bulgarelli ad ottenere questo risultato? Il segreto è che Tucci, con "Tranety" non vuole "replicare" Coltrane. Piuttosto, emozionalmente, vuole trasmettere al pubblico ciò che Coltrane ha significato per lui. Ecco perché non occorre un sassofono. Occorre un batterista, anzi occorre Tucci per capire cosa Coltrane ha significato nella propria carriera di musicista.



Qual è il punto d'incontro tra due strumentisti così apparentemente distanti? La risposta è semplice. Il punto d'incontro è la musica. Com'è facilmente intuibile, in "Tranety" gli spunti ritmici sono infiniti, tanto che alla fine ci si augura che qualcuno abbia registrato il concerto per poterne cogliere tutto ciò che è potuto sfuggire ascoltando estemporaneamente. Ma di sicuro varietà ritmica non è equivalso allo spadroneggiare della batteria, che non ha fagocitato dunque suoni, atmosfere, dolcezze e giochi armonici. Tucci ha dalla sua una tecnica prodigiosa, il che vuol dire avere un perfetto controllo delle bacchette e dello strumento per asservirli completamente all' istinto, alla musicalità, e dunque all' espressività. Inoltre sa essere "melodico" e persino "armonico". E infatti nel primo brano in scaletta, "Moment's Notice" la melodia è cominciata proprio con il suo lungo solo introduttivo, al punto che è arrivato senza stacchi l' intreccio con le note del pianoforte, al momento dell' entrata elegantemente espressiva di Claudio Filippini.

Tucci è un leader autorevole e certo non autoritario. Suggerisce il clima, senza imporne i volumi o le complete fattezze, guida ma ascolta: ne conseguono episodi di musica sempre connotati da grande energia, estrema varietà, ma anche di squisita gradevolezza sonora. Sia essi siano costruiti essenzialmente su armonie sospese (come ad esempio l' intro di Filippini in "Wise One", in cui il tema emerge da un ostinato e in cui la batteria destruttura invece di regolamentare), sia nel caso del Latin più accattivante e contagioso, il feeling si percepisce chiarissimo. Naturalmente questo è possibile anche perché Filippini e Bulgarelli sono musicisti sensibili ed esperti di un linguaggio non semplice. Non c'è un solo spunto che venga da loro accolto acriticamente. Tutto il materiale viene estemporaneamente ricreato dal pianoforte e dal contrabbasso. Nell' aria la musica è tanta e forse emoziona proprio per questo. E allora in "Afro Blue" Tucci, dopo un' intro ad alto volume, sa ritrarsi per far prevalere il pianoforte che deve esporre il tema, per poi ritornare ad un drumming pienissimo (sorprendente il suo rullante): il che porta Filippini ad un pianismo sanguigno e percussivo, alla Chucho Valdes, ma senza gli eccessi che a volte gli ensemble cubani raggiungono. Espressività, raffinatezza, niente esasperazioni stilistiche. E questo perché, dall' inizio alla fine del concerto, Coltrane è sempre lì. Se c'è un episodio energico è perché l' atmosfera è quella dei soli pazzeschi di un sassofonista che ha saputo essere lirico, nostalgico, rabbioso, disperato, felice, in una parola espressivo. E' l' essenza di Coltrane.

E' musica e in cui può accadere di tutto, ma nulla è casuale. E' divertente persino guardarli in faccia questi tre musicisti che si divertono si sfidano, si spalleggiano e si sorprendono a vicenda.
Durante "Hope, brano originale firmato Tucci, si capisce quanto lo stesso ami armonie ed atmosfere serafiche. Non è un brano ritmico, anzi è quasi introspettivo, ed è il pezzo più sognante e impalpabile di tutti. Ed è proprio la batteria che lo rende così metafisico, anche nei momenti più intensi. Il ritmo ed i battiti servono a sublimare il contesto armonico, ed è Filippini (e non Tucci) con il suo solo che decide l' intensificarsi del volume e dello spessore sonoro.

E' importante sottolineare che al Blue Note sono andati in scena il Blues, il Latin, il Jazz più soft delle ballad, la Black Music in tutta la sua pienezza. C'è stata persino l'atmosfera orientale di "After the rain", con una intro di batteria descrittiva, quasi "onomatopeica" dei rumori della pioggia: suoni cristallini ottenuti con pregevole cura dalle bacchette di Tucci sui piatti, un intensificarsi di tintinnii naturali che si sono via via di nuovo alleggeriti fino all' entrata di Filippini, tutta giocata su affascinanti pentatonismi, abilmente supportato da Bulgarelli e dal suo contrabbasso.
Forse il segreto di Tucci è regalare alla batteria combinazioni sonore quasi infinite: sa benissimo che ognuno degli elementi che compongono il suo strumento ha un proprio suono assoluto ma anche molti suoni "relativi" dovuti al contrasto che si ottiene percuotendo abilmente ogni elemento in successione all' uno o all' altro. Il rullante percosso prima del piatto dà un particolare suono a quest'ultimo, che cambierà se suonato in successione ad un altro piatto. Questa sapienza lungimirante può disegnare suoni diversi a seconda di una loro progressione fortemente voluta rispetto ad un' altra: per ottenerla bisogna sapere tutto del proprio strumento.

Quando si suona così, la differenza si sente anche se non si è esperti di musica, o di jazz. Gli applausi arrivano perché si sono provate emozioni: tutte, dal divertimento, allo stupore, alla gioia, alla malinconia. La musica vera, questo ottiene. E così è andata al Blue Note.








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Jim Hall trio con Enrico Pieranunzi al Blue Note: "La voce della chitarra di Jim Hall è estremamente fluida e delicata, ogni singola nota è densa di significato. A volte canta quasi impercettibilmente anche lui insieme alla sua chitarra mentre improvvisa." (Eva Simontacchi)

28/09/2004

Intervista a Michael Brecker: "...ho sentito musicisti davvero fenomenali, giovani musicisti che mettono una grande energia nella loro musica, musicisti con una grande creatività ed altri con abilità tecniche incredibili..." (Claudia F. Bernath)

07/08/2004

Regina Carter al Blue Note: "...Il fascino del violino assume un ruolo fondamentale nella mani di questa musicista che fa dell'intensità espressiva uno dei principali elementi della sua musica..." (Marco Losavio)

01/08/2004

Charles Lloyd al Blue Note: "...con i fraseggi del suo sax, Charles Lloyd, e la sua eccellente sezione ritmica riescono a dare delle pennellate luminose alla loro tela, creando zone di luce e ombra proprio come farebbe un Maestro sulla sua tela..." (Eva Simontacchi)

30/07/2004

M-Pact, un travolgente gruppo vocale a-cappella che entusiasma il Blue Note. 5 ragazzi che imitano tutti gli strumenti possibili e stabiliscono attraverso la loro musica un particolare feeling col pubblico che si entusiasma tributando loro una vera e propria standing ovation. (Claudia Federica Bernath)

21/07/2004

Toots Thielemans al Blue Note: "...Bruno De Filippi e Toots Thielemans iniziano a duettare in uno struggente 'In a sentimental mood' le cui note arrivano direttamente al cuore del pubblico che ascolta in religioso silenzio..." (Claudia Bernath)

20/06/2004

Il Blue Note di Milano compie un anno. Il direttore artistico Nick The Nightfly fa da patròn per una festa in grande stile. (Marina Stiletto)

20/06/2004

Amalia Grè al Blue Note: "Una donna multi-sfaccettata, poliedrica, creativa, una artista a 360 gradi. Non è possibile definirla semplicemente una cantante..." (Eva Simontacchi)

28/03/2004

Lalah Hathaway al Blue Note: "E' indubbiamente una giovane cantante ricca di talento e di doti naturali che ha saputo trovare un suo stile originale senza dare per nulla l'impressione di essere costruita." (Eva Simontacchi)

22/03/2004

Intervista a Lalah Hathaway: "...Sono stata molto fortunata ad essere sempre stata a contatto della musica per tutta la mia vita...sono molto sorpresa e contenta di aver visto di avere un pubblico italiano..." (Eva Simontacchi)

25/02/2004

Tuck & Patti al Blue Note: "...Grandissimi artisti, imperdibile serata. E, per chi è in grado di comprendere i testi, un balsamo per l'anima." (Eva Simontacchi)

20/12/2003

Rossana Casale al Blue Note: "...la trovo tanto piacevole quando canta il jazz. La sua voce è inconfondibile, trovo che non ci sia una voce nel panorama musicale italiano che le assomigli. E' veramente unica, come il sapore, il gusto che ci offre con la sua timbrica particolare.". (Eva Simontacchi)

29/11/2003

John Scofield Trio al Blue Note: "...trovo che Scofield sia un musicista in continua evoluzione, assorbe di continuo gli stimoli esterni e li mette in musica con intelligenza, si mette ancora in gioco, rischia." (Andrea Lombardini)

15/11/2003

Sarah Jane Morris al Blue Note: "...canta e "recita" sul palco, con quella sua voce duttile che passa dalla delusione alla rabbia, dall'ironia, alla dolcezza..." (Eva Simontacchi)

13/11/2003

Dianne Reeves: "Ha un approccio recitativo al canto, ed esprime con molto vigore ed energia i sentimenti e le sensazioni che i testi le suggeriscono. Osservandola cantare, ho pensato: Una vera Signora del Jazz". (Eva Simontacchi)

10/10/2003

Written in the stars (Bill Charlap)

23/08/2003

Kurt Elling al Blue Note: "...si resta affascinati dalla padronanza ritmica, melodica, dalla semplicità e facilità con le quali Kurt si esprime, facendo delle cose che per un comune mortale sono quasi impensabili..." (Eva Simontacchi)

11/08/2003

Anita O'Day e Karrin Allyson al Blue Note di New York: "Il 23 luglio 2003, a New York, sul palco del mitico Blue Note, si sono alternate una grande leggenda del passato ed una nuova stella del jazz americano..." (Laura Pigozzi)

23/07/2003

L'Orchestra Tascabile di Claudio Angeleri ospite Paola Milzani al Blue Note. (Fabio Vitto)

06/07/2003

Barbara Casini al Blue Note: " ...Nei brani più lenti abbiamo la possibilità di entrare maggiormente in intimità con la voce di Barbara, che è più scoperta, è lasciata più sola… possiamo apprezzarne il colore, le sfumature, la bellezza..." (Eva Simontacchi)

31/05/2003

Jimmy Smith & Mark Whitfield al Blue Note. "...Jimmy Smith è una parte della storia del jazz e Mark Whitfield ha mostrato grandi doti tecniche. Un concerto senza grossi picchi ma con un elevato impatto emotivo per chi ha amato ciò che questo grande organista ha fatto.." (Marco Losavio)

20/04/2003

McCoy Tyner al Blue Note. "...è sempre un'emozione ed una bella esperienza vedere simili musicisti a cui la storia del jazz non può non offrire adeguato spazio." (Marco Losavio)

06/04/2003

Apre il Blue Note di Milano e, in occasione del concerto del Branford Marsalis Quartet, siamo andati a "perlustrare" questo luogo per mostrarvelo e per fornire una nostra opinione. (Clara Salina)





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Data pubblicazione: 10/03/2012

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