Sagi Rei, conosciuto dal grande pubblico per la sua versione del brano
"L'Amour Toujours" di Gigi D'Agostino, presenta il suo nuovo album "Sagi
Sings Michael Jackson", accompagnato dalla Acoustic Band. Nel suo nuovo
progetto rende omaggio alla musica di Michael Jackson reinterpretando con eleganza
e con nuovi arrangiamenti alcuni tra i suoi pezzi più significativi.
La musica etnica, quella soul, e la classica si uniscono alla voce ispirata di questo
grande artista israeliano per una serata di forti emozioni.
Sul palco del Blue Note,
insieme a Sagi Rei, troviamo Carlo Bellotti (batteria e Percussioni),
Luciano Saracino (basso) Luca Allievi (chitarra), Enrico Caruso
(tastiere), Salvatore Correri (chitarra), e le splendide voci di Monica
Magnani e Wendy Lewis. Il concerto ha inizio con una singolare versione
di "Liberian Girl", e procede con "Human Nature", "Black Or White",
"Fall Again", "I'll Be There", "Billy Jean", una bellissima
versione di "I Just can't Stop Loving You" cantata in duo con Wendy Lewis,
e "The Lady In My Life".
Sagi Rei aggiunge anche dei brani tratti dai suoi precedenti album: "All
Round The World", "Your Loving Arms", l'acclamatissimo "L'Amour Toujours",
passando poi ad altri brani del suo attuale album di tributo a Michael Jackson:
"You Are Not Alone" e "The Man In The Mirror", per poi terminare nel
bis con "The Way You Make Me Feel". Una serata all'insegna di un'ottima musica acustica,
in cui tutti i brani venivano accompagnati dai cori delle splendide vocalist. Molto
belli e di gusto gli arrangiamenti, che illuminavano le sentite interpretazioni
del musicista di Tel Aviv di bagliori mediorientali, pop, ed etnici. Un concerto
molto atteso a Milano, città in cui Sagi Rei ha lavorato per anni, ma nella
quale abbiamo avuto poche opportunità di vederlo in concerto, mentre sono stati
più fortunati di noi i suoi fan del centro-sud Italia, che hanno avuto spesso occasione
di poterlo ascoltare.
Un concerto emozionante, carico di energia, impreziosito dalla bravura dei musicisti
e dagli arrangiamenti raffinati e indovinati di Enrico Caruso. E Sagi
Rei, al centro della scena, con la sua voce cremosa e vibrante e le sue interpretazioni
singolari, ci ha fatto per qualche ora, dimenticare qualsiasi pensiero…..
Incontriamo Sagi Rei nel backstage del
Blue Note per
una breve intervista.
Esci ora con il tuo secondo album, dopo cinque anni
di silenzio.
In realtà non sono proprio cinque anni di silenzio, sono tre anni. Nel
2007 è uscito il secondo, "Emotional Songs"
Part II, e a distanza di tre anni esce questo nuovo album che è un omaggio al Re
del Pop Michael Jackson.
Ovviamente l'omaggio ti sarà venuto spontaneo perché
Michael Jackson è mancato, lasciando un grande vuoto.
Si, sicuramente la sua scomparsa precoce mi ha colpito parecchio e fu proprio
in quel momento che ho pensato insieme al mio produttore, di omaggiare Michael Jackson
con un album interamente dedicato a lui. Avevo già pensato di inserire un pezzo
di Michael in un mio eventuale album con pezzi inediti, ma la sua scomparsa mi ha
toccato profondamente e ho sentito l'esigenza di dedicargli tutto un disco, un lavoro
intero, un album completo.
Parliamo degli arrangiamenti. Ne abbiamo ascoltato questa
sera alcuni molto belli e particolari.
Il disco, quest'ultimo album è stato prodotto e arrangiato interamente da
Enrico Caruso, eccolo qui…. (lo indica). Si è trattato di un lavoro per niente
semplice, anche perché per riarrangiare canzoni, brani di Michael Jackson, ci vuole
del fegato, ci vuole inventiva e fantasia con una dose di originalità, perché sarebbe
stato molto facile cadere in un progetto in cui le canzoni originali di Michael
fossero molto più vicine alle nostre, invece abbiamo cercato in molti brani di cambiare
completamente gli arrangiamenti – questa cosa è molto evidente - pur mantenendo
la melodia originale, senza modificare troppo le canzoni di Michael, chiaramente
avvicinandoci molto al mio modo di fare musica, al mondo acustico, in cui si combina
dalla classica al blues al folk, un po' di tutto, anche dell'etnico, appunto. In
tutta questa miscela di mondi Enrico Caruso, il produttore, ha trovato degli
arrangiamenti molto avvincenti e belli, e quindi è stato anche molto più facile
per me eseguire le canzoni.
Vogliamo far partecipare all'intervista anche Enrico
Caruso?
(Enrico
Caruso) Il discorso è stato dopo due mesi di ascolto di tutta la discografia
di Michael Jackson, trovare melodie e testi. Praticamente la musica di Michael Jackson
era fatta di poesie stupende, musica da ballare con arrangiamenti strepitosi, e
un personaggio incredibile. Secondo me c'erano delle canzoni che più che altre avrebbero
potuto essere tranquillamente cantate da Sagi. Più che andare a togliere l'arrangiamento,
è stato andare a prendere la canzone come melodia, testo, vibrazioni, emozione,
che potessero specchiarsi in lui. E' stato difficile casomai scegliere di farlo.
All'inizio ci siamo proprio detti: Sagi, ce la sentiamo di farlo? Io non avevo dubbi.
Lui all'inizio ha un po' titubato, poi ho ricevuto una sua telefonata in cui mi
ha detto: Cosa stiamo aspettando?
(Sagi Rei) Michael comunque è sempre stato uno dei miei ispiratori da
quando ero piccolo, per cui, senz'altro devo molto anche a lui. Un artista che ha
lasciato tanto, da ogni punto di vista. Ha ispirato tantissimi artisti, e ha lasciato
una grande eredità, un patrimonio musicale, ed io sono molto felice di avere dedicato
questo album a Michael Jackson.
(Enrico Caruso) Però una cosa importantissima è che è un omaggio da un
artista verso un altro artista. E' la cosa più importante che tengo tantissimo a
sottolineare perché deve proprio venire fuori che sono interpretazioni e non cover.
E' evidente.
Chiaramente, è proprio Sagi che viene fuori in questi
brani; anche la vocalità è diversa, e si sente che Sagi ci mette del suo. Ora stiamo
parlando del tuo attuale progetto, e di questo disco che è appena uscito, però come
tutti gli artisti, una volta concluso il progetto discografico, c'è il lavoro del
tour, ma la mente è già proiettata creativamente su qualcosa di nuovo, che è ancora
all'orizzonte. Ho due domande da porti: una riguarda eventuali altri artisti che
come Michael Jackson ti hanno molto toccato e influenzato da giovanissimo. Chi sono
in particolare?
Come Michael Jackson, un altro grandissimo artista che mi ha fatto affacciare
sul mondo della musica è senz'altro Stevie Wonder. Penso che si senta un
po' anche l'influenza. Il mondo soul di Stevie è dentro di me e spesso viene fuori.
Sicuramente Stevie è quello che mi ha dato di più come artista. Poi ci sono tantissimi
altri artisti che mi piacciono, non solo nel mondo dell'R&B e della soul music.
Mi piace molto anche la musica folk degli anni 70, da Joni Mitchell
a James Taylor a Neil Young.
Puoi fare qualche altro nome femminile?
Janis Joplin.
Voci graffianti, emozionanti
Ci sono diverse tipologie di voci che mi piacciono. Mi piace anche Barbara Streisand
come cantante. Anche lei ha un'altra tipologia di voce, di musica e di arte. Anche
Noa è una grandissima artista e sono orgoglioso, perché lei è una mia compaesana,
una mia connazionale e sono un suo fan. Mi piace molto la sua musica, e sarebbe
bello chissà un giorno, magari cantare qualcosa insieme. Sarebbe molto bello!
L'altra domanda che era rimasta in sospeso è: che idee
hai per il tuo prossimo progetto?
Una certezza, almeno una ce l'ho: è quella di fare dei pezzi inediti, o comunque
di scrivere con il mio produttore e con altri autori eventualmente, dei brano originali,
anche perché dopo tre album di cover, sento l'esigenza, alla mia età, all'età di
37 anni, di cantare delle canzoni mie proprie. Anche perché queste canzoni che ho
cantato finora me le sono fatte diventare mie proprie, mi sono in qualche modo appropriato
delle canzoni di altri artisti e spesso e volentieri molte persone mi dicono che
pensavano che certe canzoni le avessi fatte io. Questa è una gran bella soddisfazione,
però credo che per un artista, per un cantante, è importante a un certo punto cercare
la propria strada, cercare di scrivere e di comporre cose inedite. Credo che il
prossimo album sarà interamente un progetto inedito con uno stile sicuramente suonato
acustico, che rispecchi i progetti precedenti, ma con magari qualcosa di sperimentale,
con un sound più moderno però sempre suonato nel modo acustico, che mi piace molto.
Per me la contaminazione è una cosa favolosa, nel senso che io attingo anche alle
mie origini. Io sono israeliano, come tu ben sai, e la musica orientale, mediorientale,
o comunque etnica è una musica che è dentro di me, nel mio sangue, anche se in modo
inconscio, che mischiata con la pop music, con il soul può dare risultati favolosi.
Quindi io vorrei anche sperimentare sonorità che abbraccino alcuni generi musicali
che sono questi, quelli che amo di più. Per esempio nell'ultimo album, ci sono vari
brani, come "I Just Can't Stop Loving You" e alcuni altri che sono molto
in stile etnico medi orientaleggiante, un po' afro. Quei mondi sono favolosi, a
me piace tantissimo creare delle commistioni rimanendo comunque nella musica pop,
con queste sonorità.
Speriamo che con questo bellissimo concerto che hai
fatto qui al Blue Note
di Milano, tu possa cantare un po' più spesso qui al nord, perché hai sempre tenuto
concerti nel sud Italia e nel centro. Quante volte avremmo voluto sentirti, ma non
ce n'era l'occasione.
Assolutamente si. Stiamo cercando di spingere molto sul centro e il nord Italia
specialmente con la promozione, e anche con eventuali futuri concerti. Speriamo
di farne di più, proprio nella nostra zona, in Milano e Lombardia.
Quando sali sul palco e canti per il tuo pubblico, qual
è la cosa che ti preme di più? Come vuoi lasciare il tuo pubblico a fine concerto?
Quello che vorrei che i miei fan e il mio pubblico avessero da me dopo un mio
concerto è sicuramente l'aver sperimentato grandi emozioni, e quello di lasciare
e di trasmettere, attraverso la mia voce e il concerto stesso, delle emozioni. Credo
che ogni artista vorrebbe questo per il proprio pubblico. Questa è una cosa importante.
Vorrei che la gente, anche il giorno dopo, parlasse ancora del concerto e di quanto
ne è valsa la pena esserci, e di avere vissuto dei momenti magici. Perché la musica
è magia. E se un artista non lascia questo, non va bene. Un artista deve cercare
di lasciare questo, deve essere completamente sé stesso sul palco, e non fingere;
deve aprirsi a 360 gradi e in qualche modo essere un po' fragile, ma almeno essere
se stesso, per riuscire a trasmettere quello che è al proprio pubblico.
(Enrico Caruso) Aggiungo ancora una cosa: non avete parlato del singolo
che è uscito in radio, "Billy Jean". C'è un singolo che purtroppo per dei
problemi che hanno avuto le Major con le radio più grosse non è riuscito ad arrivare
facilmente quest'estate a radio grosse, come potrebbero essere 105 o Radio Dj o
Radio Montecarlo, per cui ci aspettiamo e speriamo che dopo questo evento qualcosa
si smuova, per poter portare alla portata di tutti la conoscenza di questo progetto,
non solo con i live ma anche con eventi radiofonici e televisivi.