Tino Tracanna Quartet
Un'ora
Blue Note
- Milano, 14 marzo 2010
Recensione e intervista di Rossella Del Grande
Foto di Enrico Milani
Tino Tracanna - sax
soprano e sax tenore
Massimo Colombo
- pianoforte
Giulio Corini
- contrabbasso
Francesco Petreni - batteria
1. Assenza ed Essenza (Tino Tracanna) 3.26
2. Il Mercato dei Pazzi (Tino Tracanna) 6.26
3. Insidia Ipnotica (Massimo Colombo) 2.09
4. Stroke 1 (T. Tracanna – M. Colombo) 1.05
5. Ad Intonar Canti (Francesco Petreni) 3.49
6. Fata (Tino Tracanna) 6.02
7. Stroke 2 (T. Tracanna – M. Micheli) 0.39
8. Punti di Vista (T. Tracanna) 7.55
9. Narciso (T. Tracanna) 6.24
10. Controfasce (T. Tracanna) 5.54
11. Fata (T. Tracanna) 1.21
12. Raymond (T. Tracanna) 3.48
13. Stroke 3 (T. Tracanna / M. Micheli) 0.31
14. I Cicli dell'Anima (Massimo Colombo) 5.18
Grande jazz tutto italiano, questa sera al
Blue Note di
Milano: Tino
Tracanna presenta il suo nuovo album in Quartetto, dal titolo "Un'Ora".
La scaletta del concerto di oggi non
comprende solo i pezzi del nuovissimo disco, ma anche altri brani presenti in precedenti
album. Tutti i brani sono composizioni originali, firmate da Tino Tracanna
o dagli altri musicisti che fanno parte del suo Quartetto. Questa formazione esiste
da una quindicina di anni, con Marco Micheli al contrabbasso,
Massimo Colombo
al pianoforte e Francesco Petreni alla batteria. In questa serata al
Blue Note,
il bassista storico del gruppo non ha però potuto essere presente ed ha dovuto essere
sostituito dal giovane e bravo
Giulio Corini
che merita un applauso tutto per sé, per aver imparato i difficili brani nuovi in
tempi davvero record e per aver dimostrato una grande abilità anche sul piano prettamente
tecnico.
Il primo brano è "Born in the Zoo", una composizione
di Tino Tracanna
non recentissima. E' il pezzo con il quale abitualmente Tracanna apre i propri concerti.
Brano abbastanza articolato con l'apertura del solo sax soprano, ma ben presto l'intera
formazione interseca le proprie voci dando al pezzo tanti colori e dinamiche molto
diverse. Ottimo assolo di
Massimo Colombo
al pianoforte, seguito dal bravo Francesco Petreni alla batteria.
Segue "Il Mercato dei Pazzi". Questo brano fa parte
del nuovo disco "Un'Ora", un lavoro che potrebbe essere descritto come un breve
viaggio o come una passeggiata in una bella città italiana, dove si passa da una
piazza antica con un mercato pieno di cose buone o di tessuti colorati, per poi
arrivare in una zona industriale. Un po' come accade durante un viaggio in treno,
quando ci si assopisce un po', poi si guarda un po' fuori, si pensa o si sogna qualcosa,
mentre lo scenario continua a scorrere e a mutare, all'esterno. "Il Mercato dei
Pazzi" si apre con un ostinato del contrabbasso a cui fanno eco, in progressione,
batteria e piano. Il tema, articolato e costituito da elementi contrastanti, è ripetuto
più volte dal sax soprano di
Tracanna.
Anche in questo brano tutti gli strumenti hanno ampio spazio di espressione e di
improvvisazione. Al solo del piano segue nuovamente il sax, quindi un bell'assolo
della batteria, quasi "tematico". Cambia la dinamica, assottigliandosi notevolmente
con l'entrata del contrabbasso che ripropone da solo l'ostinato iniziale, trillo
del pianoforte sui toni medi per dare colore, ed il sax soprano ripropone il tema
portando il brano verso la sua conclusione che, come ascolteremo in diversi brani
di Tracanna, è netta, decisa e senza nulla di superfluo.
Il pezzo successivo è un "divertissement", nel senso più
antico del termine: nato come un esercizio ritmico che Tracanna proponeva ai suoi
allievi, costituito da una sola nota. Ma partendo da questo nucleo minimo, Tracanna
si era accorto di poter costruire un tema che avrebbe lasciato tanto spazio per
la creatività e l'improvvisazione. Inizia il sax tenore, batteria con le spazzole
e lievissime pennellate del pianoforte. La prima improvvisazione è del contrabbasso.
Segue Tracanna, che a sua volta improvvisa sempre sul "canovaccio" ritmico che è
l'idea di partenza del brano. Molto pulito anche l'assolo di Colombo, con sonorità
asciutte, da jazz nord-europeo. L'essenzialità di questa composizione permette al
Quartetto di ricercare sia il suono che la sfumatura, e di portare l'idea iniziale
ad evolversi con un progressivo incremento improvvisativo e dinamico. Tracanna lo
ha intitolato "Pow Wow" prendendo spunto dal nome di un personaggio animato,
l'indianino protagonista di una pubblicità degli anni '60.
Ha un andamento molto ricco di swing, ma si rifà anche alle ritmiche della musica
dei pellerossa. Per questo motivo il leader ha associato l'idea al piccolo "Pow
Wow" della nostra infanzia.
"Fata" fa parte invece del nuovo disco "Un'Ora" ed è una
bellissima ballad. E' il brano più "classico" di questo album ed è basato su un
bel tema cantabile. Seguono le improvvisazioni del pianoforte e del contrabbasso.
E' una musica dolce ma anche modernamente asciutta, pur strutturata sulla scorta
delle ballads più tradizionali. Anche qui il giovane
Giulio Corini
ci regala un assolo di grande gusto. Dopo l'improvvisazione del sax, morbida e toccante,
il brano si conclude con delicatezza, sopra al tappeto di note lunghe, tenute, eseguite
dal contrabbasso suonato con l'arco.
Di
seguito una composizione del batterista Francesco Petreni: "A intonar
canti". Tino
Tracanna lascia alla fantasia degli ascoltatori il compito di dare un'interpretazione
a questo titolo, voluto da Petreni (ma poi
Tracanna
svelerà l'arcano: in effetti si tratta dell'anagramma del suo nome e cognome). Tema
difficilissimo, per giunta molto veloce, gran tiro, e nel contempo si ha un suono
ben dosato e contemporaneamente molto brillante. Fraseggi velocissimi del sax sopra
ad una ritmica importante. Poi un bellissimo cambiamento di dinamica e
Massimo Colombo
al pianoforte ha grande spazio per un eccellente solo, velocissimo e cristallino
che si assottiglia ulteriormente sul finale, mettendo ancor più in evidenza per
antitesi la ripresa del tema, così deciso, così scandito e per nulla prevedibile.
E'
la volta di "Insidia ipnotica", una composizione molto suggestiva di
Massimo Colombo,
eseguita in duo: pianoforte e sax soprano, sempre dal nuovo disco "Un'Ora". E' '
un dialogo tra i due strumenti, dal sapore impressionistico, sospeso, molto debussyano.
Il brano successivo viene eseguito di nuovo in quartetto ed ha per titolo: "Casta
Rumba". Fa parte di "La Forma delle cose", inciso sette anni fa.
"In realtà - ci fa notare
Tracanna
- il pezzo in origine era un latin, ma poi essendosi estremamente addolcito,
la rumba è diventata molto casta". E' un pezzo abbastanza delicato che sa creare
un'atmosfera molto avvolgente. Anche qui si lascia apprezzare la classe di
Massimo Colombo
nella sua raffinatissima improvvisazione al pianoforte.
Tracanna nel presentare i brani spiega di aver seguito vari filoni
compositivi, a volte melodici, altre volte ritmici e scherza col pubblico, riferendosi
anche a quello che lui chiama ironicamente il "filone psichiatrico". Il brano che
segue si chiama "Burro Cacao",che Tracanna suona da tantissimi anni. Era nel primo
disco a suo nome (ancora in vinile) registrato davvero molti anni fa, ed è un brano
nel quale i musicisti cercano di dare il meglio di sé perché ha una struttura molto
complicata, ma nel contempo è un pezzo nel quale il quartetto (dice Tracanna) dà
anche "il peggio" di sé perché vi sono dei momenti di improvvisazione totale dove
i musicisti cercano di usare gli strumenti in maniera impropria, quasi come fossero
dei "corpi contundenti".
Tracanna è al tenore. Passaggi velocissimi che richiedono un'abilità
tecnica non comune da parte di tutti e quattro i musicisti. All'inizio il piano
viene suonato anche dall'interno, agendo direttamente sulle corde e sugli smorzatori
mentre il sax scrive una punteggiatura con poche note ora graffianti, ora sommesse.
La struttura cambia continuamente aspetto, ora dilatata, ora stringatissima, "up"
e con grandissimo tiro, ora swing, ora a tempo ternario. Il contrabbasso è suonato
anche con l'arco, che però viene utilizzato in modo "percussivo" sulle corde. Segue
una parte in cui il contrabbassista dà prova di grandissima tecnica in un walking
velocissimo veramente impressionante. Riprende la batteria che simula il tema e
nel contempo lo destruttura, riducendolo di intensità a tal punto che il brano sembra
concluso. Invece ci inganna e a sorpresa torna il tema eseguito con grande energia
e sul finale, in netto crescendo, con anche un "urlo" fatto dalle voci dei quattro
musicisti. Quindi la rapida riproposizione del tema e la chiusa con precisione millimetrica.
Ultima capitolo della scaletta è "Punti di Vista":
è la prima volta che questo brano viene eseguito dal vivo, ed anch'esso fa parte
della nuova produzione discografica.
Grandissimo apprezzamento da parte del pubblico. Tracanna
presenta i musicisti, si complimenta in particolare con
Giulio Corini
che ha sostituito il contrabbassista titolare. Tracanna spende anche alcune parole
a favore del jazz "tutto italiano" che è una bella realtà nel nostro panorama musicale,
e ringrazia il pubblico per la sua calorosa partecipazione.
Il concerto si chiude con un bis, "Danzon", dal
ritmo latin, sempre composto da Tracanna che suona il sax tenore. Davvero notevole
l'assolo di Francesco Petreni che si dimostra abilissimo percussionista,
suonando la batteria con le mani come se si trattasse di congas.
Al termine del concerto incontriamo Tino Tracanna
e gli poniamo alcune domande.
Parlami di questo tuo nuovo album, del
tuo Quartetto e dei tuoi precedenti lavori.
Il Quartetto esiste da molti anni. La formazione ufficiale è
quella con Marco Micheli al contrabbasso, ed è una formazione molto collaudata,
anche se in pratica dalla registrazione del disco non avevamo più suonato nessuno
dei nuovi brani. Ieri siamo stati ospiti per una ventina di minuti della trasmissione
"Piazza Verdi", su RAI 3, ed in tale occasione abbiamo presentato alcuni dei nuovi
brani. Gli altri sono stati presentati questa sera in questo bellissimo contesto
che è il Blue Note
di Milano. Sono molti i dischi che ho registrato con questa formazione o con piccole
variazioni di organico. Mi fa piacere ricordare in particolare: "Mr Frankenstein
Blues" (1988), "292", con Micheli al basso e Sotgiu alla batteria, "Arcadia" con
Paolino
Dalla Porta al basso. "Affinità Elettive" sempre con Dalla Porta, secondo
me è un bel esempio di integrazione tra un quartetto jazz, un'orchestra classica
ed una partitura di tipo contemporaneo. Mi piace che nella mia musica ci siano un
po' tutti questi colori che vengono combinati con libertà all'interno delle composizioni.
"Quartetto" con la formazione presente nel cd "Un'Ora", "Gesualdo" (un lavoro sui
Madrigali di Gesualdo Da Venosa), "La Forma delle Cose" sempre in quartetto con
Colombo, Micheli e Petreni, così come anche il cd "Live 2005 registrato dal vivo
e pubblicato nel 2006.
Il Quartetto è un gruppo che mi accompagna da tanti anni ed è abbastanza rappresentativo,
anche se non ho fatto solo questo…Gran parte della mia attività nasce dalla collaborazione
con altri musicisti: a parte i celeberrimi
Franco D'Andrea,
con il quale ho collaborato dieci anni (dai primi anni '80 ai primi anni '90), e
Paolo Fresu,
con il quale collaboro tuttora (sono appena usciti due cd nuovi, tra cui uno nella
collana dell'Espresso), ma collaboro anche con tantissimi altri musicisti in tutta
Italia e direi che questa è una parte preponderante del mio lavoro, anche perché
una delle cose che mi piace di più fare è di interpretare la musica originale degli
altri, più che suonare standards, cosa che comunque mi piace.
Poi un'altra grossa parte della mia attività è il lavoro in conservatorio, sono
Coordinatore dei corsi di Jazz presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano
ed anche questa è molto impegnativa come attività".
E a livello compositivo?
Come hai potuto sentire stasera, ci sono vari archetipi compositivi
diversi. Da una parte mi piace la ricerca, amo cercare di lavorare su organizzazioni
del materiale musicale non convenzionale, non tonale, non tipo "standards", a volte
lavoro su tempi dispari, con strutture anomale, ma mi piace molto anche la melodia.
Quando mi capita di scrivere una bella melodia (ho scritto delle ninne nanne, delle
ballads come quella di stasera che ho intitolato "Fata"), mi piace suonarla anche
in maniera abbastanza classica, perché penso che in un concerto sia bello avere
anche una melodia cantabile, perché fa anche parte della nostra cultura.
Poi
invece ci sono delle cose molto più ritmiche o espressionistiche dove si lavora
sulle timbriche estreme dello strumento, quindi non necessariamente sul temperamento
ma sui suoni anomali, sui doppi suoni. Da un punto di vista proprio stilistico mi
ispiro sia al jazz moderno e contemporaneo, ma a volte anche al jazz "antico"… Stasera
non ho suonato alcuni miei pezzi che si ispirano proprio al jazz degli anni '30
che a me piace tantissimo. Mi piace che nella mia musica ci siano un po' tutti questi
colori e mi diverto a farli apparire nelle mie composizioni combinandoli liberamente.
Anche nel disco ultimo ci sono diversi colori di questo tipo. Tra l'altro
nel cd "Un'Ora" ci sono anche composizioni dei miei collaboratori, in particolare
una di Francesco Petreni e due di
Massimo Colombo,
mentre nei miei precedenti album era tutta musica mia.
Questa sera mi ha molto colpita l'abilità
di
Giulio Corini al
contrabbasso…
Sì, Giulio è molto in gamba. Ci ho suonato un po' in trio e quando
ho dovuto sostituire Marco Micheli questa sera, Giulio già conosceva alcuni
miei brani vecchi, ma non i nuovi… Abbiamo dovuto provarli oggi, e via…! È stato
molto sveglio e molto bravo!
C'era un pezzo velocissimo ("Burro Cacao")…
Sì, è davvero tremendo quel pezzo, molto complicato, bisogna
ricordarsi un sacco di cose! Fra le mie composizioni ci sono alcuni brani abbastanza
complessi strutturalmente, mentre altri sono abbastanza semplici. Cioè, per la verità
tendono a venirmi pezzi complicati, però non mi piace che la musica sia complicata
quindi tendo a tagliare, a semplificare, a sintetizzare.. magari scrivo un tema
con un sacco di note ma alla fine mi rimane un tema molto più esangue ed essenziale,
perché da un tema essenziale poi puoi costruire cose… mentre se fai un tema molto
complicato hai già detto tutto… Questo lo poteva fare Charlie Parker…!! (ride).
A me invece piace partire da un'idea molto essenziale e semplice e cercare di svilupparla
coi musicisti, dove ognuno metta del suo e tutti insieme si cerchi di fare una cosa
che abbia una sua coerenza ed una sua consistenza. Però ogni tanto c'è anche il
pezzo che nasce complesso e ha la sua ragione di esser complesso… e allora me lo
tengo così. E poi, uno dei miei modelli compositivi per eccellenza è Thelonious
Monk.
Con quale label hai realizzato questo
nuovo disco?
Il nuovo cd è della
Double Stroke Records
che è un'etichetta di Bergamo. E' la prima volta che incido con loro, ma mi hanno
fatto un'offerta molto interessante, credono molto in me e speriamo di far uscire
un po' di più questo Quartetto, perché io sono soprattutto conosciuto come il saxofonista
che suona "lì", che suona "là" (nelle formazioni degli altri), mentre sono tanti
anni che faccio cose mie e mi piacerebbe farle ascoltare di più.
Ho avuto il piacere di recensire anche
il tuo album precedente, quello in duo con
Luigi Martinale "Passi
Leggeri" (SNJ RECORDS/Bflat)
L'album precedente, con
Luigi Martinale,
è basato prevalentemente su composizioni sue e l'idea è nata in conservatorio. Luigi
è un musicista molto maturo. Un giorno gli dissi: portami delle composizioni tue..
(perché Luigi gli standards li faceva già benissimo… sapeva far tutto!!) e ci siamo
messi a suonare queste composizioni sue, molto melodiche, molto piacevoli. E allora
gli ho proposto: se ti va facciamo una registrazione in duo...Mi piacerebbe anche
presentare quel disco, che in effetti non è ancora stato ufficialmente presentato,
e spero che questo avvenga presto!
"Passi
Leggeri" è un disco molto equilibrato, tu e
Luigi vi siete spartiti spazio e ruoli con grande equità.
I brani presenti in "Passi Leggeri" sono temi molto ricchi, melodicamente.
Sì, si tratta di un disco molto equilibrato. A me non piace fare la "prima donna",
anzi amo molto il lavoro di squadra. Anche in questo nuovo cd che ho presentato
stasera, "Un'Ora", ogni musicista ha ampi spazi per potersi esprimere individualmente.
Ringraziamo Tino Tracanna per la sua gentile disponibilità ed il
Blue Note di
Milano per aver permesso di realizzare questo servizio.
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Data pubblicazione: 15/05/2010
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