Esordio discografico per Stylus Q, quartetto originalissimo che
ha inciso per la Abeat for Jazz il cd omonimo contenente dieci tracce a forma
di Suite, due in totale, semplicemente intitolate A e B. Tino Tracanna
e Giovanni Falzone, titolari del progetto e autori di tutti i brani
egualmente ripartiti nelle due Suite, sono attualmente tra i pochi musicisti che
in Italia hanno intrapreso - o forse ripreso - la direzione di una ricerca di improvvisazione
collettiva che richiama alla memoria la storica collaborazione tra uno dei padri
del free jazz,
Ornette
Coleman, e Don Cherry, colui che forse più di altri seppe intuire
le dinamiche e i meccanismi che muovevano mente e corpo del geniale leader (su tutti
il bellissimo Complete Communion del '65,
anch'esso concepito come Suite).
Difficile, ascoltando il disco, non pensare alla
filosofia musicale dell'Armolodia, termine coniato appunto da Coleman, e
al suo significato, talvolta oscuro, ma in ogni caso senz'altro adatto per la musica
di Stylus Q. Musica nella quale effettivamente armonia, melodia, tempo, improvvisazione
e quant'altro sono in equilibrio costante, vasi comunicanti di un sistema che sorprende
per freschezza ed elasticità. In generale sono presenti elementi tonali, cambi di
tempo, ad esempio in New Mind Lines, e soprattutto
nella Suite a firma di Tracanna. Spesso i temi sono arrangiati secondo tecniche
intervallari e anche le improvvisazioni hanno come principale riferimento interplay
e frammenti dei temi stessi, rielaborati attraverso originali idee melodiche e ritmiche.
I brani di apertura di entrambe le Suite, Walk
e Bounce, mettono subito in evidenza la capacità
dei quattro musicisti di instaurare dialoghi di notevole intensità. Già dall'esposizione
del tema sincopato di Walk e la contrapposizione sottostante del contrabbasso
che suona essenzialmente minime e semiminime sta la genialità e l'approccio della
concezione musicale di questa formazione. In questo il contrabbasso di
Paolino
Dalla Porta e la batteria di Vittorio Marinoni rappresentano
infatti i binari infallibili su cui Tracanna e Falzone si muovono
con grande libertà, sempre inseguendosi, talvolta camminando insieme.
Gli obbligati su tempo medio di Bounce
e appunto il tema complesso di Walk, definiscono quindi i confini, se mai
ce ne siano, dentro i quali i quattro si muovono per gran parte del disco.
Fanno eccezione, almeno per le atmosfere evocate,
Maschere, a firma di Falzone, e
Adagio, oh Diva di Tracanna. Entrambe ballads,
la prima, dopo l'introduzione di Marinoni, espone una scrittura a due parti per
tromba con sordina e sassofono, preludio ad un breve ma intenso solo di
Dalla Porta
con l'archetto, e infine ripresa del dialogo corale. La seconda, su tempo largo,
è decisamente più visionaria, e spiccano i timbri definiti della batteria e ancora
dell'archetto di
Dalla Porta.
C'è anche spazio per un brano di Tracanna, L'Indice
di Alfredo, a chiusura della propria Suite, già comparso nel disco
La Forma delle Cose. Dopo un'introduzione dei due leader appare il tema, definito
e a tempo incalzante… e di nuovo improvvisazione aperta su pedale.
Un demiurgo paziente Stylus Q, forza ordinatrice che plasma musica
di grande rigore, che risulta essere essenziale e visionaria, logica e perfetta.
Un vanto per il jazz di casa nostra, musica che osa, diverte e fa pensare, e non
è poco.
Stefano Corbetta per Jazzitalia
15/05/2011 | Giovanni Falzone in "Around Ornette": "Non vi è in tutta la serata, un momento di calo di attenzione o di quella tensione musicale che tiene sulla corda. Un crescendo di suoni ed emozioni, orchestrati da Falzone, direttore, musicista e compositore fenomenale, a tratti talmente rapito dalla musica da diventare lui stesso musica, danza, grido, suono, movimento. Inutile dire che l'interplay tra i musicisti è spettacolare, coinvolti come sono dalla follia e dal genio espressivo e musicale del loro direttore." (Eva Simontacchi) |
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Data pubblicazione: 21/12/2008
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