Wide Sound - WD165
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Massimo Manzi
Identità
1. Bemsha Swing (T. Monk)
2. Nightbreath (P. Dalla Porta)
3. All The Thinghs That… (D. Liebman)
4. David and Massimo Say... (Liebman/Manzi)
5. Canguri Urbani (P. Dalla Porta)
6. You Don’t Know What Love Is (Raye/De Paul)
7. Grape or Orange (D. Liebman)
8. Doppia Sequenza (P. Dalla Porta)
9. Last Warning (Liebman/Manzi)
10. Nardis (Davis/Evans)
Massimo
Manzi - batteria
David Liebman
- sax tenore e soprano, flauto, pianoforte
Paolino
Dalla Porta - contrabbasso
Andrea Dulbecco - vibrafono in 2, 6, 7 e 10
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via
L. Fioravanti 26
64020 Nepezzano (TE)
Tel./Fax 0861.558611
email:
info@widesound.it
Al suo secondo progetto da leader, il batterista
Massimo
Manzi ci regala, con questo pregevole disco, uno spaccato del jazz italiano
di grande valore artistico, ancora uno dei momenti felici che il jazz di casa nostra
sta attraversando.
La formazione di Identità è un trio senza
piano, con Dave
Liebman ai sassofoni e
Paolino
Dalla Porta al contrabbasso, a cui, per quattro brani, si aggiunge la
splendida voce del vibrafono di Andrea Dulbecco.
Un tipo di formazione che negli ultimi tempi, e a vari livelli, è quasi consuetudine
ascoltare, si pensi allo stesso
Liebman
che ha registrato We Three, insieme a musicisti del calibro di
Steve Swallow
e Adam Nussbaum, Monk's Mood, con
Eddie Gomez
e lo stesso Nussbaum, e ancora Ghosts, col francese Jean-Paul Celea
(contrabbasso) e il tedesco Wolfang Reisinger (batteria).
Per nulla "intimidito" dagli illustri precedenti, il progetto di
Manzi
si palesa in tutta la sua bellezza ed efficacia di contenuti, muovendosi con naturalezza
tra jazz moderno, riecheggiamenti etnici, pura improvvisazione e richiami alla tradizione,
soprattutto nella scelta dei brani, laddove il musicista marchigiano omaggia nomi
come Monk e Davis.
Il drumming di
Manzi
è vigoroso quando va ad inanellare le graffianti linee, ricche di pathos, di
Liebman
(che tra flauti, sassofono soprano e tenore ci regala una performance di grande
qualità che impreziosisce un cd equilibrato e ricco di spunti emozionali); ma è
capace di diventare al contempo leggero e partecipato nei dialoghi col vibrafono
di Dulbecco.
Ma ad assecondare il batterista nelle sue esplosioni vulcaniche o nei momenti
di placida riflessione ritmica vi è il grande
Paolino
Dalla Porta, sempre efficace e mai invadente, solista originale e sicuro
sostegno.
I brani sono tutti belli, come anche i momenti solistici, ed un particolare
accento lo porrei su Bemsha Swing,
Nightbreath, Nardis
e Canguri urbani.
Dino Plasmati
per Jazzitalia
15/05/2011 | Giovanni Falzone in "Around Ornette": "Non vi è in tutta la serata, un momento di calo di attenzione o di quella tensione musicale che tiene sulla corda. Un crescendo di suoni ed emozioni, orchestrati da Falzone, direttore, musicista e compositore fenomenale, a tratti talmente rapito dalla musica da diventare lui stesso musica, danza, grido, suono, movimento. Inutile dire che l'interplay tra i musicisti è spettacolare, coinvolti come sono dalla follia e dal genio espressivo e musicale del loro direttore." (Eva Simontacchi) |
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Data pubblicazione: 24/03/2008
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