Se dovessimo cercare a forza di inserire la musica
in qualche casella ben delineata questo disco porrebbe molti problemi. Difficilmente
si potrebbe etichettare come jazz in senso stretto, a meno di non voler utilizzare
una sotto categoria molto imprecisa come quella di "smooth jazz". Molto difficile
però sarebbe anche farlo passare come musica leggera "tout court", anche
se la voce della leader e un certo repertorio fanno proprio pensare alla pop
music (del genere più raffinato, sia chiaro) che non all'espressività afro-americana.
Per fortuna all'ascoltatore interessano oggi più le atmosfere e le emozioni che
si ritrovano un incisione, più che gli steccati critici.
Diremo allora che questo "Jazz prologo"
è un cd di facile ascolto e di pronta presa emotiva. Un lavoro, arrangiato molto
bene da Davide Di Gregorio, sostenuto dalla straordinaria eleganza percussiva
di
Massimo Manzi, intessuto da gradevoli interventi solistici. Una musica
fatta ora di penombre (Evocate nelle ballads dalla voce di Giuly Modesti,
soprattutto nei suggestivi duetti con la chitarra del marito Alle Montecchi)
ora di momenti solari (la leggerezza "fusion" con cui gli strumentisti rileggono
"Airegin"), intrisa di swing garbato. Una musica
a tratti malinconica ma mai drammatica. Una musica, sia detto senza negatività,
da sottofondo, d'ambiente. Che non va mai, però, in profondità, che non esce mai
dal suo paesaggio quieto e rassicurante, che non sorprende. E finisce per cadere,
di tanto in tanto, in un certo manierismo.
Il disco, che sta avendo comunque un buon riscontro di interesse negli
USA, piacerà molto agli appassionati di un jazz sentimentale e d'atmosfera
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Data pubblicazione: 07/04/2009
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