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Colours Jazz Orchestra plays Music of Any Inserto
Home Away From Home
neuklang Records (2015)
1. You're Leaving? But I Just Got Here
2. Recorda Me
3. Hang Around
4. La Danza Infinita
5. Down A Rabbit Hole
6. Wintry Mix
7. Subo
Simone La Maida - alto sax Maurizio Moscatelli - alto sax, Filippo Sebastianelli: tenor sax, Antonangelo Guidice - tenor sax Marco Postacchini - baritone sax Giorgio Caselli - trumpet Luca Giardini - trumpet Giacomo Uncini - trumpet Samuele Garofoli - trumpet Jeff Claasen - trumpet Massimo Morganti - trombone Carlo Piermartire - trombone Luca Pernici - trombone Pierluigi Bastioli - bass trombone Emilio Marinelli - piano Luca Pecchia - guitar Gabriele Pesaresi - bass Massimo Manzi - drums Ayn Inserto - composer and conductor
La Colours jazz orchestra è una formazione marchigiana, guidata da Massimo Morganti,
che vanta collaborazioni importanti, con Roberto Livraghi, Kenny Wheeler,
Ryan Truesdell, fra gli altri e che dimostra, ad ogni nuova uscita discografica,
di essere sempre più matura e compatta. Le sfide piacciono a Morganti e soci e così,
per questo disco, è stata coinvolta Ayn Inserto come compositrice e conductor. La
Inserto è docente a Boston, alla Berklee School e negli USA gode di molta
stima per le sue capacità di arrangiamento e direzione. Fra i suoi maestri si può
ricordare Bob Brookmeyer, validissimo trombonista, ma altrettanto dotato
bandleader, un gigante in entrambi i ruoli, a tutti gli effetti.
La musicista americana ha un tipo di scrittura piuttosto articolato e flessibile,
che prevede la valorizzazione di un lavoro di sezione pianificato e costruttivo,
prima del lancio dei solisti. Nei vari brani, la voce degli ottoni si interseca
con quella delle ance, in un continuo scambio di ruoli, fra stacchi secchi, perentori
e l'esposizione di frasi melodiche brevi e stringenti. Da questo intreccio virtuoso,
melodico e armonico, prendono il via assoli prima tiepidi e sottotono che si fanno
via via caldi e impetuosi. A pianoforte, basso e batteria spetta, invece, il compito
di sottolineare l'anima pacatamente jazz-rock delle composizioni, con moderazione
ed equilibrio. Il chitarrista, per completare il quadro, è impiegato principalmente
come solista e per arricchire il timbro complessivo dell'ensemble.
Il pezzo migliore del disco è l'iniziale "You're leaving? But I Just Got Here".
La traccia si segnala, infatti, per una serpeggiante tensione ritmica, contiene
un botta e risposta intricato fra sassofoni e ottoni e si sublima in un dialogo
fulminante fra soprano e tromba.
L'orchestra italiana risponde egregiamente agli stimoli delle complesse partiture
della Inserto, rendendo facili e scorrevoli anche passaggi piuttosto scabrosi. La
big band c'è, in tutti i sensi. Vengono fuori, in questo album, ancora una volta,
la preparazione, l'intesa e la malleabilità di un organico che può affrontare prove
sempre più complicate, uscendone ogni volta a testa alta. Come si scrive spesso
in questi casi, peccato che della qualità della Colours si siano accorti relativamente
in pochi nel nostro paese....
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 05/11/2016
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