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Marco Postacchini Octet (MP'S Jazzy Brunch)
Lazy Saturday
Notami (2010)
1. Lazy Saturday
2. Angel's Eyes
3. Little Steps
4. Settembre
5. Holden's night
6. Lost in modulation
7. Un Attimo Dopo
8. Pig's Song
9. L'Attesa
Marco Postacchini - sax tenore
Simone La Maida - sax alto
Samuele Garofoli - tromba
Massimo Morganti - trombone
Andrea Solarino - chitarra
Emanuele Evangelista - piano. Fender rhodes
Gabriele Pesaresi - contrabbasso
Alessandro Paternesi - batteria
La condivisione di luminosi circoli empatici, la musica che diventa loquace materia
creativa, un legame forte e sincero. Un percorso iniziato nel
2002 grazie alla folgorante intuizione di
Massimo Moranti, trombonista e direttore d'orchestra, di unire i migliori talenti
marchigiani e formare la Colours Jazz Orchestra, poi l'incontro con il leggendario
trombettista canadese Kenny Wheeler, forse proprio tutta questa ricchezza
semantica ed emozionale ha fatto nascere in Marco Postacchini l'idea di dar
vita ad un progetto discografico dal tiolo Lazy Saturday, che lo vede debuttare
come leader di una formazione di grandi promesse del jazz italiano. Il lavoro, licenziato
dall'etichetta Not.A.Mi., che ha come scopo sociale quello di promuovere compositori
ed esecutori marchigiani, racchiude prevalentemente composizioni originali scritte
ed arrangiate dal leader della formazione Postacchini. Sin dal brano di apertura,
Lazy Saturday, veniamo travolti dalla spigolosità ritmica che alterna la
linearità alle divagazioni polimetriche, il tenore nel suo fraseggio diverte creando
la giusta tensione. La composizione Little Steps è un chiaro omaggio al capolavoro
coltraniano Giant Steps che segnò il suo passaggio al jazz modale,
interessante la rivisitazione dei "fogli di suono" proposta dal tenore di Postacchini.
In Holden's Night, la tracotanza notturna del giovane inquieto è descritta
dalle immaginifiche note del trombone di Morganti, la conduzione magistrale di Paternesi
poi ne esalta le sfumature impreziosendole.
Quanta freschezza nella musica di questi ragazzi, una visione del jazz che lì
porterà lontano.
Daniele Camerlengo per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 20/03/2011
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