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Flight Band – Biagio Coppa Feat. Achille Succi
Mingus Uni&Versus
Philology 2010
1. Mingus (B.Coppa)
2. Boogie Stop Shuffle (C.Mingus)
3. Ecclusistics (C.Mingus)
4. Uni (B.Coppa)
5. Fables of Faubus (C.Mingus)
6. Goodbye Pork Pie Hat (C.Mingus)
7. Haitian Fight Song (C.Mingus)
8. Versus (B.Coppa)
9. Moanin' (C.Mingus)
10. Tijuana Gift Shop
Achille Succi - bass clarinet, alto
sax
Antonio Rosti - voice actor
Maurizio Modica - trumpet
Mario Mariotti
- trumpet, flugelhorn
Alessandro Sacha Caiani - soprano sax
Riccardo Mestroni - alto sax
Fabio Delvò - alto, soprano sax
Paolo Branzaglia - tenor sax
Davide Bova - tenor sax
Massimo Morganti - tenor sax
Nicola Riato - bass clarinet
Alberto Scavazza - baritone sax
Renato Di Nubila - baritone sax
Rocco Cavallaro - guitar
Giuseppe Fiorito - piano, keyboard
Franco Pandini - doublebass
Francesco 'chicco' Carrara - bass
Emanuele Gino Natalicchio - drums, percussion
Riccardo Di Paola - programming, keyboards (#4, #8)
Biagio Coppa - arrangements, conduction and soprano sax (#4,#8)
web:
www.philologyjazz.it
email: philology@philologyjazz.it
Phone : +39 733 236148
Fax : +39 733 271988
Mobile : +39 333 9659646
Il progetto "Universus Mingus" nasce nel 2006 dall'idea di Giuseppe
Fiorito e Luisa Morfini come evento scenico ispirato a tecniche di
direzione d'insieme come quella del "sound painting", mediante la quale si
costruisce un'improvvisazione collettiva che agisce nella continua ricerca della
sua stessa struttura compositiva. Non era solo musica quella proposta: l'idea iniziale
coniugava, nella sua configurazione genetica, anche pratiche visive, teatrali, poetiche
e letture biografiche, tutte liberamente ispirate all'arte e alla vita del grande
contrabbassista statunitense.
Dopo ben tre anni di live, durante i quali la band si è dedicata alla levigatura
degli arrangiamenti ed al perfezionamento del proprio sound, l'ensemble diretto
da Biagio Coppa raggiunge la dimensione di maturità giusta per incidere
questo interessante lavoro.
Il groove dell'interplay risulta in gran parte influenzato da una
estemporaneità esecutiva dei solisti basata su una dialettica piuttosto free,
che porta a definire un sentiero sonoro divertito, volutamente goliardico (rappresentativo
in questo senso l'utilizzo della ritmica di "Walking On The Moon" dei Police
nel riarrangiamento del brano "Ecclusiastics") incappando spesso, e per necessità,
in "bivi sonori" che scaturiscono da curvature imperscrutabili, rarefatte e sottili
(molto presenti nelle tre composizioni originali di Biagio Coppa)
o da lirismi scabri, ruvide discussioni che si svolgono fra dissonanze a volte frenetiche
e dinoccolate ("Moanin'") a volte piuttosto psichedeliche (come nella visionaria
"Haitian Fight Song").
Eppure gli sghembi arrangiamenti disegnati sulle tracce mingusiane, tutte ad
opera di Biagio Coppa, presentano strutture organizzate e complete
che mantengono fresca l'idea formale del leggendario contrabbassista. L'ingrediente,
non poi così segreto, risiede proprio nelle sonorità proposte, che ci riportano
ad un senso onirico della percezione estetica. Le imprevedibili orchestrazioni ed
i sax portati fino allo sfiatamento ci aiutano a comprendere la scelta di rileggere
proprio le composizioni dell' "Underdog", entrato nella storia per un eccentricità
musicale e personale, almeno all'apparenza, vicina all'irrazionalità.
In questo contesto risulta fondamentale, per una maggiore concretezza melodica,
la lucidità e la bravura di musicisti quali Alessandro Sacha Caiani
e l'ospite Achille Succi. Di quest'ultimo risulta davvero prezioso
il vibrante mood in "Fables of Faubus".
L'idea dunque di reinterpretare le geniali scritture di Mingus tramite un lavoro
di improvvisazione collettiva e lirica rappresenta un'interessante prospettiva per
una modalità esecutiva che risulti in continua elaborazione. Anche se incisa su
disco, ad ogni nuovo ascolto abbiamo la sensazione che la registrazione sia ogni
volta diversa. Talvolta un simile stravolgimento di concezioni armoniche così illuminate
ed irrecuperabili come quelle mingusiane, soprattutto se osservate con occhio musicale
moderno, non appare del tutto convincente. Benché ci sentiamo di condividerne il
concetto, la citazione di Paul Valery che si legge nel retro della back cover,
appare dunque lievemente peccante in superbia: "E' meglio realizzare una buona
idea che trovarne una migliore".
Appunto, una migliore.
Fabrizio Ciccarelli e Andrea Valiante per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 27/11/2010
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