Potremmo definire questo ensemble molto particolare come la risposta italiana
alla mitica (almeno per chi scrive), Palast Orcheser di Max Raabe. Stesse
atmosfere musicali, stessa cura dei particolari sonori, stessa ricerca dell' eleganza
e della misura, stessa sommessa nostalgia.
Certo, scegliere di "ripetere" un repertorio come quello della canzone italiana
degli anni ‘30 e ‘40 è una scommessa in qualche maniera insidiosa. Se non si aggiunge
qualcosa di innovativo, un tocco di ironia cabarettistica (Come fanno appunto Raabe
e i suoi) o un pizzico di poesia (come Antonella Ruggiero quando propone quel repertorio
evocando il trasognato mondo dell' operetta) si rischia di cadere in una certa ripetitività
E' quello che accade in questo disco che è molto ben suonato, ricco di swing
garbato e a tratti piacevolissimo, ma che resta nei limiti di un ottimo artigianato
e non offre mai una qualche insolita chiave di lettura dei pezzi proposti.
Il cantante Gianluca de Martini che sostituisce le surreali Sorelle
Marinetti, che apparivano nel primo album dell' orchestra, è bravo, ma oltremodo
filologico, eccessivamente appiattito sugli originali. Un'operazione "nostalgia",
per quanto raffinata e gradevole.
Marco Buttafuoco per Jazzitalia
Inserisci un commento
Questa pagina è stata visitata 2.739 volte
Data pubblicazione: 06/02/2010
|
|