Giannicola Spezzigu 4tet
Voices of the Stone
Caligola (2020)
1. Pensieri
2. Voices Of The Stones
3. Souls Around
4. A Short Story
5. La danza dell'ibisco
6. Small Little Bears
7. Dimension of Emptiness
8. Anglona Road
Andrea Ferrario - sax tenore Claudio Vignali - pianoforte Giannicola Spezzigu - contrabbasso Marcello Molinari - batteria Ospite:
Arne Hiorth - tromba (brano 7)
A prestare attenzione, a fidarsi delle proprie orecchie, c'è
tanta musica buona che circola in Italia. Fatta da giovani che sanno costruire bene
e con originalità il proprio lavoro. Ottimo tutto ciò, direte. Sì, ma il problema
è un altro: perché queste perle di musicalità jazzistica non si ascoltano in giro,
mentre le scene sono calcate sempre – e quasi solo – dai soliti noti? Non può essere
un discorso di qualità, perché a ben ascoltare il lavoro di Giannicola Spezzigu
e sodali, fatto di brani originali a firma del contrabbassista (fatta eccezione
per " Souls Around" siglato da Andrea Ferrario) e suonato in maniera inappuntabile,
con l'intersecarsi perfetto degli strumenti, l'amalgama dell'ensemble, la maturità
espressiva di ogni singolo musicista, il quartetto in questione dovrebbe – e avrebbe
dovuto – troneggiare sui palchi anche quest'estate. E con lui, ovviamente, tante
altre interessanti proposte che arrivano da giovani leve. Spezzigu appartiene sicuramente
a questo novero, anche se non difetta certo di esperienza fatta come sideman accanto
a tanti eccellenti musicisti e una gavetta anche di studi che va dalla nativa Sassari
a Bologna, città dove risiede. Otto i brani che mette in campo e sono pressoché
tutti articolati, costruiti sulla struttura di suite o quasi. Il linguaggio jazzistico
è un'eccellente simbiosi tra jazz europeo e pratica statunitense.
La struttura circolare di "Pensieri" lascia venire a galla,
con naturalezza, il fraseggio di tutti i solisti: i registi medio-alti e le dinamiche
armoniche del "veterano" del gruppo, il tenorista Andrea Ferrario, che se la gioca
con l'idioma già marcatamente personale di Claudio Vignali, oculato e attento a
ogni sfumatura. Ed è proprio Vignali che apre il bel tema del brano eponimo, caratterizzato
da un assolo del leader, che bada molto a tenere ritmo e melodia perfettamente incatenate,
scandite da più che piacevoli tempi medi. Ferrario sa come essere lirico, impulsivo,
scattante, onirico e lo dimostra ovunque, in particolare nelle eleganti note di
"A Short Story". In "Small Little Bears" torna a fare il solista Spezzigu:
il passo è sicuro e veloce quanto basta. I brani si susseguono con naturalezza espositiva,
perfettamente allineati. Non vi è traccia di "mestiere", ma solo una gran voglia
di suonare della bella musica.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 07/01/2022
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