|  | Claudio Vignali Rach Mode On
 
 
  AUAND (2020)
 
 1. Little Light
 2. Rach Mode On
 3. Alien Floating Brain
 4. Dark
 5. A Ship in the Abyss
 6. Il Fauno
 7. Hexagonal
 8. Breath
 9. Sublimation
 
 
 Rob Mazurek -  piccolo trumpet, electronicsClaudio Vignali -  piano, Korg MS20, synth, electronics
 Daniele Principato - electronics, real time loop remix, midi guitar
 
 Guests:
 Serena Zaniboni -  voice on  #2
 Enrico Ferri -  cello on #2#6
 
 Claudio Vignali è un giovane e talentuoso pianista con buoni 
studi classici alle spalle e una predilezione per il jazz nelle sue varie forme, 
senza barriere, né preconcetti. Suo collaboratore abituale, da almeno otto anni, 
è Daniele Principato, manipolatore elettronico e fine musicista. Insieme 
progettano e realizzano questo "Rach mode on", disco abbastanza anomalo nel 
panorama nazionale e internazionale, perché indirizzato a mescolare l'acustico 
con l'elettronico e bastasse solo quello. In effetti nel cd si compattano, o 
meglio, si assemblano reminiscenze di pianismo romantico, scuola russa, 
Rachmaninoff come capofila, echi ambient, la jazz fusion dei ‘70 proiettata 
negli anni tremila, la techno e l'elettronica allo stato (im) puro. I due 
costruiscono cornici e fondali estremamente coriacei, dove si materializzano 
impulsi diversi sotto una coltre tecnologicamente modificata. E' il terreno 
ideale per gli interventi di uno dei personaggi più intriganti della scena 
attuale, Rob Mazurek, alfiere di un jazz ultra-contaminato, leader della 
"Exploding stars orchestra" e anima del "Chicago underground quartet". Mazurek 
introduce la voce filtrata della sua tromba nel reticolato predisposto dai due 
italiani, aggiungendo toni dolenti o laceranti la scena al discorso comune. Di 
fatto la sua presenza è determinante per dare una 
svolta alla musica del trio, grazie ad un contributo espressivo fortemente 
caratterizzato da un'impronta onirica e concreta, sottolineata da aloni 
ostinatamente evocativi, che espande il suo strumento a macchia d'olio. Sono, 
poi, ospiti del trio Serena Zaniboni alla voce, raddoppiata, remixata a dovere e 
Enrico Ferri al violoncello, anche lui adeguatamente moltiplicato, tanto da 
sostituire, da solo, all'occorrenza una sezione d'archi. Nell'album i momenti 
felici sono molti e non mancano le soluzioni ingegnose, sempre all'interno di un 
flusso sonoro di per sé piuttosto eccentrico. Qua e là si può cogliere qualche 
passaggio meno riuscito, addebitabile, forse, alla passione per il mezzo scelto, 
la macchina, che a volte sembra un po' soffocare la componente manuale, 
acustica, comunque presente. Ad ogni modo "Rach mode on" è un disco inconsueto, 
concepito con mentalità aperta ad una serie di sollecitazioni stilistiche 
diverse. Se si vuol trovare un parallelo a livello internazionale si possono 
citare gli inglesi "Spring heel Jack", che hanno inciso anche con Evan Parker, 
fra l'altro, ma le differenze sono maggiori dei segni di contatto. Questo cd fa 
della sintesi fra i generi, dall'accademico al contemporaneo, uno dei punti di 
forza e pare suggerire una via originale per il jazz del prossimo decennio. È 
una bella scommessa. Ad ogni modo il coraggio e la voglia di mettersi in gioco non mancano ai due 
leader della formazione. Aspettiamoli ad un'ulteriore 
verifica del loro lavoro nella prossima incisione per scoprire, magari, altre 
sorprese.
 
 Gianni Montano per Jazzitalia
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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| Questa pagina è stata visitata 418 volte Data pubblicazione: 08/11/2020
   
 
 
 
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