Auand Records di Marco Valente
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e-mail:
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È uscito nel mese di settembre 2008
I Like Too Much, una coproduzione di casa
Auand - etichetta indipendente di musica
jazz di Bisceglie (Ba) - e del Locomotive Jazz Festival.
Questo live, registrato nell'estate 2007
a Sogliano Cavour in provincia di Lecce durante la manifestazione diretta da
Raffaele Casarano,
unisce sul palco tre tra i più interessanti trentenni del jazz italiano e internazionale.
Al sax contralto, con l'aggiunta di un laptop in alcune sezioni, il pugliese
Gaetano Partipilo,
autore della maggior parte delle tracce del disco. Al suo fianco Miles Okazaki,
chitarrista e arrangiatore di
Jane Monheit
e Dan Weiss, batterista richiestissimo sulla scena newyorkese.
Questo disco, in bilico tra funky e sperimentazione, in cui sax, chitarra
e batteria tessono una trama ricca che trova una forza espressiva dirompente ed
un perfetto equilibrio sonoro, è composto da sei brani, molto raffinati, che esprimono
l'urgenza progettuale di una ricerca che ricorda le avanguardie newyorkesi anni
Ottanta, dilatandone gli orizzonti creativi. Il tutto tenuto sotto controllo, anche
nei momenti di maggiore intensità, dal rigore formale e dall'attento ascolto reciproco
che contraddistingue i tre musicisti. Ne sono un esempio l'eterea rilettura di un
canone bachiano, in "Canon per tonos", che poi
sfocia nella title – track I Like Too Much,
un lungo e inquieto brano a firma di Okazaki a cui fa seguito "Ingratitude"
di Partipilo,
dall'ipnotico riff circolare, o ancora "Dave Moss"
di Weiss, con il suo spigoloso e zigzagante tema post bop e il suo travolgente
crescendo finale.
Per quanto riguarda la forma stilistica delle composizioni:
Partipilo
alterna un linguaggio nervoso e guizzante (12 in Sogliano),
a paesaggi sonori di notevole personalizzazione, "Celluloide",
rischiando però l'omologazione del suono con l'uso del laptop. Okazaki fa
da collante tra i vari scenari con classe, supporto ritmico e uscite soliste che
miscelano voglie melodiche con ambientazioni astratte mentre Weiss è mirabile
nel dosaggio di un accompagnamento frastagliato ma mai ripetitivo.
Si può quindi affermare, come dimostra questo disco, che i tre musicisti
hanno dato vita ad un trio affiatato dal sound estremamente moderno e godibile e
auspicarci altri progetti in futuro.
Elio Marracci per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 15/02/2009
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