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Belle le note di copertina con cui
Lisa Manosperti descrive il titolo
del suo album "La Foule- Voyage dans les lieux d'Edith
Piaf": "la folla è per me un momento di solitudine, è come se, d'improvviso
il mio mondo si fermasse mentre tutti vorticosamente si muovono intorno a me"
.
Questo disco è Il suo personale e ricercato
tributo alla musica di Edith Piaf. Occorreva, quindi, di fronte ad un viaggio
così impavido, mantenere un giusto contrappeso concentrandosi principalmente sulle
canzoni che rappresentano quanto di più attraente abbia prodotto la musica d'autore
francese.
In una sorta di piece teatrale Lisa interpreta, è davvero il caso di dire,
brani come "La Vie en Rose",
"Milord", "Les
Feuilles Mortes", "Ne Me quitte pas",
solo per citarne alcuni dei più noti, con padronanza della voce e grande istinto
musicale, eseguendo i testi secondo un' energia, volutamente, irregolare.
Non c'è swing, piuttosto meccanismi stillati in un mutamento continuo,
fortemente congiunto ad un sommesso pathos di poesia. Alcuni dei brani serbano salde
tracce descrittive, risultando autonome tanto da potere essere giudicate come un
suadente poema, talora segnato da tinte intimiste e malinconiche.
Qualche attimo di improvvisazione jazzistica, in alcune circostanze potrebbe
apparire eccessivamente forzata a causa degli innesti free, forse poco adatti alla
metratura musicale. Il cercare una via alternativa, rispetto al modulo originale,
richiede un grande sforzo affinché non si resti schiacciati da simili realizzazioni:
il rischio del dissiparsi espressivo è sempre un' insidia presente, poiché le spigolosità
del repertorio scelto, la ricerca del binomio musica-testo, qualche volta ingabbiano
la Manosperti in un"loop" che
lascia, in alcune circostanze, perplessi.
Grande è il supporto degli arrangiamenti di Santorsola, efficacissimi
gli apporti del "clan" dei pugliesi che condividono il percorso della
Manosperti, senza essere mai invadenti,
particolare anche la scelta di utilizzare cinque sax ed il pianoforte. Un disco
non semplicissimo, inconsueto, in cui Lisa è in grado di assumersi tutti i rischi
che il gioco impone. Una prova d'autore carica di malinconia che, a volte,
arriva diretta al cuore.
Franco Giustino per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 02/04/2008
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