Jazzitalia - Live: Talos Festival Internazionale 2019
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Talos Festival Internazionale

Ruvo di Puglia, 5-8 settembre 2019
di Vincenzo Fugaldi

Bruno Tommaso - Talos 2019Claidio Cavallo Giagnotti - Talos 2019Dorantes - Talos 2019Erika Guastamacchia - Antonio Savoia - Talos 2019Eugenia Cherkazova - Talos 2019Genesi - Talos 2019
Gianluigi Trovesi - Talos 2019Gianluigi Trovesi - Talos 2019Girodibanda - Talos 2019Gunter Sommer - Talos 2019Gunter Sommer - Talos 2019Intermittenze - Talos 2019
Jaques Morelenbaum - Talos 2019Jaques Morelenbaum - Talos 2019Jasmina Prolic - Talos 2019Jasmina Prolic - Tamara Obrovac - Talos 2019La Banda - BoleroLivio Minafra - Talos 2019
Livio Minafra - Eugenia Cherkazova - Talos 2019Lula Galvao - Talos 2019Orchestra Di Piazza Vittorio - Talos 2019Pino Basile - Giuseppe Doronzo - Talos 2019Pino Minafra - Cesare Dell % Anna - Talos 2019Renaud Garcia - Fons - Talos 2019
Samba Trio - Talos 2019Virgilio Sieni - Talos 2019Virgilio Sieni - Talos 2019Virgilio Sieni - Talos 2019Virgilio Sieni - Talos 2019
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Con la direzione artistica di Pino e Livio Minafra, e il progetto coreografico di Giulio De Leo, lo storico festival pugliese ha ancora una volta centrato il segno con scelte valide premiate da un pubblico attento e caloroso, che è stato presente in massa a ciascuno dei concerti e delle performance di danza durante le dense quattro giornate.

Nel Chiostro della Chiesa di San Michele Arcangelo, recentemente restaurato, si sono incontrate per la prima volta la danzatrice di Sarajevo Jasmina Prolic e la musicista Tamara Obrovac, da Pula in Croazia. Insieme hanno condotto una suggestiva improvvisazione dal titolo Love, the only possible truth, nella quale utilizzavano in acustico lo spazio circolare loro riservato interagendo con i loro corpi, con la voce, col battito delle mani, con l'uso di strumenti a percussione e del flauto. Gli spettacoli di danza si sono susseguiti per tutta la durata della manifestazione, con Genesi, coreografia di De Leo su musiche del percussionista Pino Basile e del sassofonista Giuseppe Doronzo, che hanno prima eseguito in duo il loro lavoro in duo Aterraterr. Basile suona un curioso set di percussioni, composto principalmente da tamburi a frizione, i cupa cupa, e Doronzo principalmente il baritono, che planava sicuro sul sottofondo delle vibrazioni dei tamburi. Una sezione dedicata al suono dei cuccù, i coloratissimi fischietti materani, ha introdotto l'ingresso degli ottimi danzatori Erika Guastamacchia e Antonio Savoia. De Leo, nelle mattine del 6, del 7 e dell'8, ha eseguito in tre diverse piazze di Ruvo il suo lavoro Adagio En plein air, che coinvolgeva comuni cittadini di diverse generazioni in una performance eseguita con il sostegno del polistrumentista Giuliano Di Cesare, che rimandava tra l'altro alla ricca tradizione delle processioni sacre. Da citare ancora Migrazioni, intenso episodio di coinvolgimento di persone diversamente abili, costruito sui suoni dell'ottimo duo tra il pianoforte di Livio Minafra e la fisarmonicista Eugenia Cherkazova, che prima della coreografia ha eseguito alcune note composizioni del pianista in appositi arrangiamenti per i due strumenti. Infine il duo di Günter "Baby" Sommer e Fabrizio Puglisi che, prima di esibirsi all'interno della Pinacoteca a causa della pioggia ha accompagnato la restituzione finale dell'atelier coreografico condotto da Giulia Mureddu dal titolo Intermittenze. Arditi, allegri e giocosi, Sommer e Puglisi hanno eseguito i loro set con la consueta creatività, leggerezza e humour, mantenendo spesso come riferimento le musiche di Monk.

Una citazione a parte merita la presenza al Talos, nel chiostro della Pinacoteca, di Virgilio Sieni, che con il supporto dalle oniriche narrazioni della mirabile chitarra elettrica di Roberto Cecchetto ha improvvisato delle coreografie con alcune persone di Ruvo, prescelte e prese a caso tra il pubblico. Una azione coreutica democratica e inclusiva, forte e partecipativa, condotta dal più importante coreografo italiano con esiti sorprendenti e di grande fascino.

La consueta cornice serale di Piazzetta Le Monache ha ospitato un breve concerto in solo di Günter "Baby" Sommer, tornato al Talos dopo molti anni, un vero e proprio happening musicale all'insegna di un'urgenza espressiva e di un'energia comunicativa senza pari, che utilizzava un ricco set di percussioni dal quale il musicista tedesco ricavava infinite possibilità sonore, non trascurando la batteria, costruendo architetture ritmiche fortemente coinvolgenti e comunicative, con omaggi a Max Roach e a Philly Joe Jones. Sommer ha anche tenuto un apprezzato seminario insieme a Nicola Pisani, i cui frutti sono stati presentati in un concerto finale nella sede della Pinacoteca.

Il duo composto dal contrabbassista Renaud Garcia-fons e dal pianista Dorantes ha proposto un flamenco jazz all'insegna di un virtuosismo controllato da una solidissima – per entrambi – preparazione classica. Con al loro attivo un disco in duo, «Paseo A Dos» del 2015, hanno realizzato un set profondo e intenso, esplorando varie declinazioni del flamenco, che ben si coniugano con l'improvvisazione del jazz, raccogliendo meritati consensi, come d'altronde ci si attendeva da un musicista come Garcia-Fons che conosce e padroneggia pienamente i linguaggi di molte tra le musiche del mondo.

Il Samba Trio del violoncellista Jacques Morelenbaum, con Lula Galvão alla chitarra e Rafael Barata alla batteria, ha mantenuto alta la temperatura emotiva della serata, con un viaggio intenso tra le musiche del Brasile, tra composizioni originali del leader come l'incantevole Maracatuesday, altre di Gilberto Gil, Dorival Caymmi, Caetano Veloso, e una versione sublime di Retrato Em branco E Preto di Jobim. Il trio è risultato particolarmente efficace grazie alla nota perizia di Morelenbaum, ma anche al sostegno del chitarrista, uno dei più noti e competenti della terra brasiliana, e alla incommensurabile finezza del batterista, per un concerto che ha lasciato il segno.

La notte della Banda costituisce il cuore del Talos, il centro da cui si propaga il senso e la funzione principale del festival, volto a valorizzare le formazioni bandistiche pugliesi. Diretta inizialmente dal maestro Michele Di Puppo nell'esecuzione di una Sivigliana, della Carmen, e del Bolero di Ravel, con l'intervento di sei danzatrici che hanno improvvisato sul noto brano con esiti a dir poco sorprendenti, l'ampia e agguerrita formazione è stata successivamente diretta dal maestro Giovanni Pelliccia nell'esecuzione di Profumo di Violetta, la nota suite di Gianluigi Trovesi dedicata al mondo dell'opera lirica pubblicata su disco parecchi anni addietro per l'etichetta Ecm, con le parti solistiche affidate all'autore che alternava il clarinetto all'alto con la consueta incantevole perizia; Eraklion, composta da Vincenzo Anselmo con alla fisarmonica Leonardo Di Gioia; Eugenia Cherkazova in due brani dedicati a Piazzolla, il primo in solitudine; ancora Trovesi al clarinetto e la Cherkazova in un brano di Athanasius Kirker diretto da Livio Minafra; la suite Sacra Romana Rota di Bruno Tommaso, diretta dal medesimo autore, complessa e articolata, forse il momento maggiormente affascinante di tutta la serata, dedicata alla indimenticabile figura di Nino Rota, nel quale La Banda ha messo in campo tutta la propria versatilità. Finale ovviamente affidato alla scatenata Fantozzi di Pino Minafra.

Restano da citare gli spettacoli dell'Orchestra di Piazza Vittorio, un apprezzato collaudatissimo concerto tutto in crescendo, che ha coinvolto via via il pubblico nelle danze innanzi al palco, senza trascurare la qualità dei brani e degli arrangiamenti, e il festoso happening musicale Girodibanda dell'eclettico Cesare Dell'Anna, uno dei gruppi più caratteristici del Salento, una girandola di suoni e voci che trascina il pubblico sin dall'ingresso in scena con trampolieri e mangiatori di fuoco. Fra ritmi balcanici, pizzica, diversi cantanti, la tromba e la comunicatività del leader, non poteva esservi una conclusione più appropriata per lo storico festival ruvese.







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Data pubblicazione: 13/10/2019

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