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Daniele Cavallanti & The Brotherhood Creative Trance Music Ensemble
Faces And Tales
Rudi Records (2013)
1-1 Creative Mesa (D.Cavallanti)
1-2 Shadows (D.Cavallanti)
1-3 Cassavetes (D.Cavallanti)
1-4 Bertolucci (D.Cavallanti)
1-5 Jarmush (D.Cavallanti)
1-6 Wenders (D.Cavallanti)
1-7 Eastwood (D.Cavallanti)
2-1 Trance Minutes (D.Cavallanti)
2-2 Sound of Hope (D.Cavallanti)
2-3 African Flower (D.Ellington)
2-4 Things Ain't What They Used To Be (M.Ellington/T.Pearson)
2-5 Raphael's Walk (D.Cavallanti)
1-7 Eastwood (D.Cavallanti)
2-1 Trance Minutes (D.Cavallanti)
Daniele Cavallanti - saxtenore, sax baritono, flauto nay Gianluigi Trovesi - sax alto Carlo Actis Dato - sax baritono, clarinetto basso Luca Calabrese - tromba Lauro Rossi - trombone Emanuele Parrini - violino Fabrizio Puglisi - pianoforte Silvia Bolognesi - contrabbasso Andrea Di Biase - contrabbasso Tiziano Tononi - batteria
L'inquadramento critico di questo disco, un live registrato a
Milano lo scorso anno per festeggiare i sessant'anni di Daniele Cavallanti, lo fa
magistralmente Claudio Sessa nelle note di copertina. La musica di questo tentetto
è tutta proiettata nel futuro del jazz, pur nascendo dalle terre limacciose e rigogliose
delle varie espressioni dell' avanguardia e, come vedremo, non solo di essa.
Lo dice il nome stesso della formazione che rende omaggio alla mitica fratellanza
sudafricana, alla scuola di Chicago etc. L'autorità del grande esperto ci dispensa
da digressioni critiche, ci libera da quella " angoscia delle influenze " di cui
parla Geoff Dyer nel suo celebre "Natura morta con custodia di sax" e ci lascia
il compito di raccontare cosa potrà trovare un ascoltatore interessato nei ritratti
e nei racconti di questo doppio cd.
Troverà la furia e l'energia tipiche del grande jazz. Il disco anche nei momenti
(e certo non ne mancano) di intenso lirismo, cattura emotivamente l'ascoltatore,
lo spiazza, lo coinvolge, lo impegna. Non gli da tregua.
Troverà sequenze solistiche straordinarie innestate su una robusta coralità. In
"Faces And Tales" non c'è un assolo che si possa ritenere sprecato o banale.
Troverà un jazz curioso delle altre musiche e delle altre arti: il cinema in primo
luogo cui è dedicata la lunga suite (Faces) che sta anche nel titolo del disco.
L' ultima tappa di questo viaggio nel modo delle immagini, dedicata a Clint Eastwood,
è forse il pezzo più bello dei due cd.
Dal punto di vista musicale sentirà echi e sperimentazioni sulla musica classica
contemporanea e su quella etnica.
Troverà un pianista di grande valore, che da un'impronta particolare al lavoro del
gruppo. Fabrizio Puglisi non è mai ripetitivo e fa risuonare in modo del tutto originale
la storia del piano jazz delle origini come la modernità.
Troverà un omaggio alla tradizione jazzistica con due brani di Ellington che dimostreranno,
ancora una volta, che il Duca è lo snodo ineludibile fra il passato e il presente
di questa musica e che avanguardia e tradizione non sono affatto nel jazz mondi
l'un contro l'altro armato.
Troverà una gioia di suonare e raccontare che non è sempre così scontata nella musica
live.
Non troverà invece, l'ascoltatore appassionato, tracce di mainstream di maniera,
né atmosfere patinate, ne di routines di alcuna sorta.
Marco Buttafuoco per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 28/10/2013
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