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I Maestri Invisibili
Undici Cormorani
Setola di Maiale (2015)
1. Scrum!
2. 11 cormorani
3. La quiete dopo
4. Pioggia
5. Blue Talk
6. L'Age d'Or
7. Smisurto
8. Don C
9. Aspetta l'angolo
10. Esercizi di libertà
11. ...fino a qui tutto bene...
12. Distonic
13. Primi Caldi
Nicola Cattaneo - Chitarra classia & acustica Franco Cortellessa - Chitarra acustica baritona & Chitarra classica 7 corde Emanuele Parrini - Violino
I maestri invisibili è la curiosa denominazione di un duo di
virtuosi della chitarra, Franco Cortellessa e Nicola Cattaneo, già conosciuti come
partners di Maurizio Brunod nell"Italian guitars trio". Per l'occasione la coppia
di musicisti ospita Emanuele Parrini, violinista dai molteplici interessi, aperto
verso l'avanguardia, pilastro dell'Italian instabile orchestra, collaboratore dei
Nexus e di Dino Betti, fra gli altri. Il rendez-vous produce un album prezioso,
dove si incontrano melodie sbieche, contrappunti insistiti, arpeggi suadenti o incalzanti,
parentesi descrittive. Parrini nel cd non gioca da gregario, non si mette in secondo
piano. Prende, invece, spesso in mano la situazione e determina anche timbricamente
la musica del trio.
Si comincia con "Scrum", con l'archetto che strapazza il violino, portandolo
verso suoni acuti, appuntiti e storti. L'inizio, cioè, ha ben poco di tranquillizzante.
Nel brano seguente, eponimo dell'album, si respira un'aria meditativa e assorta.
Il tema è tenue e delicato e tutti ci immettono qualcosa per abbellirlo, cercando
di non rompere l'incanto. "La quiete dopo", staziona ancora su un tempo moderato
e racchiude un qualcosa di poetico, ma non di sognante. Non ci si lascia andare
più di tanto, insomma. In "Pioggia", il ritmo cresce e si finisce in un'atmosfera
vagamente folk, un folk di origine indefinita. "Blue talk" possiede un cuore
swing, subito annunciato e poi reso meno visibile per i bruschi cambi di scena suggeriti
dai tre protagonisti. "L'age d'or" contiene dialoghi serrati fra violino
e chitarre e un motivo che si svela e si nasconde dietro le variazioni avvolgenti
dei maestri invisibili e del loro comprimario, "Smisurato" si presenta
libera, con gli strumentisti che seguono percorsi diversi, per andare a parare in
un clima sudamericano appena accennato "Don C" è piana, conseguente. Si individua
subito il tema e si evidenzia, appena dopo, il lavoro di ricamo, di cesello dei
due chitarristi, mentre Parrini limita qui il suo ardore, la sua predisposizione
ad uscire dai vincoli della classicità. In "Aspetta l'angolo" il violinista
pizzica il suo strumento e va dritto per la sua strada. Anche gli altri due procedono
autonomamente, costruendo il pezzo insieme, ognuno, però, da una prospettiva diversa.
"Esercizi di libertà" segue uno schema consueto. Tutti cercano di portare
il loro contributo canonico per far risaltare l'efficacia, la semplicità del motivo.
"…fino a qui tutto bene" è un tipico esempio di free bop, secco, veloce e
puntato verso il superamento della tonalità. "Distante" è ancora costruito
sul contrasto più che sull'amalgama delle tre voci in uno scontro foriero di buone
sensazioni. "Primi caldi" è lenta, sonnacchiosa con dei suoni simili a quelli
della chitarra hawayana a cadenzare lo sviluppo del brano.
"Undici cormorani" è un disco riuscito in pieno, grazie alla capacità, come
padroni di casa e ispiratori, di Cortellessa e Cattaneo e alla presenza, nelle tredici
tracce, di un autentico fuoriclasse come Emanuele Parrini, solista in grado di far
lievitare la musica di ogni performance su livelli sempre superiori.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 11/09/2016
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