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Enten Eller
Tiresia
(2016)
1. Morgane Le Fay
2. Andromeda; Aylan
Alberto Mandarini - tromba, flicorno, live sampling, effetti Maurizio Brunod - chitarra, live sampling, effetti Giovanni Maier - contrabbasso Massimo Barbiero - batteria, percussioni Emanuele Parrini - violino.
Gli Enten Eller nel 2016 festeggiano il trentesimo
anno di attività e, dopo un giro di concerti estivi, pubblicano questo disco inciso
in studio a giugno, per i 2/3 nella formazione classica e con l'aggiunta di Emanuele
Parrini nell'ultimo brano, Aylan. Il fatto di registrare con ospiti è
pratica piuttosto consueta per il quartetto. Si sono alternati, nel corso degli
anni, nella veste di guest star, personaggi come Achille Succi o Lauro
Rossi, Javier
Girotto, Giancarlo Schiaffini, Carlo Actis Dato, fino
ad arrivare al nome più grosso e prestigioso, Tim Berne, presente in due
dischi del gruppo, Auto da Fè e Melquiades. Ogni album scaturisce da un'idea precisa,
da un progetto da realizzare, per cui vengono invitati musicisti adatti ad aggiungere
la loro voce al discorso complessivo, secondo una strategia mirata, pianificata
a monte. Questa volta cambiano i presupposti di partenza. I quattro co-leader, infatti,
scommettono sulle loro doti di improvvisatori e si impegnano nella composizione
estemporanea intrecciando le loro voci per realizzare un qualcosa di inedito, senza
aver preso accordi di alcun tipo in precedenza. I titoli dei pezzi sono scelti,
in tal modo, alla fine della seduta e recano in calce, inevitabilmente, la firma
di tutti e quattro gli artisti coinvolti
E' tale la conoscenza, l'intesa, all'interno di Enten Eller che tutto fila liscio
e non ci sono passaggi a vuoto o ridondanze. I temi sgorgano fluidi dalla chitarra
di Maurizio Brunod, si piegano e si impennano grazie agli interventi anche
rinforzati dal live sampling della tromba di Alberto Mandarini. Giovanni
Maier, da parte sua, è un'autentica, solida base d'appoggio per gli altri, in
sovrappiù, distilla, cesella melodie con il suo contrabbasso cantabile.
Massimo Barbiero
sistema colpi di percussione apparentemente asimmetrici, che in realtà avvolgono,
avviluppano i motivi creati all'impronta dagli altri tre e li circoscrivono in uno
spazio definito. E' la batteria, in fin dei conti, a caratterizzare potentemente
il timbro peculiare di Enten Eller. Emanuele Parrini è perfettamente a suo
agio in questo contesto. Il violinista sviluppa un fraseggio inquieto e saltellante
fra i registri, ma pure pensoso, aggiungendo colori e sostanza al mood dei partners.
In Enten Eller convivono, a ben guardare, l'anima rock, o post-rock, con riferimenti
al jazz scandinavo, nel lavoro di Brunod e Mandarini. Maier porta in dote, invece,
il taglio di un'avanguardia dolce e in questa operazione qui è coadiuvato da Parrini.
Barbiero, buon ultimo, rappresenta il ritmo etnico, primitivo, traslato, però, dall'ascolto
e dallo studio dei batteristi che hanno fatto grande la musica afroamericana nell'ultimo
trentennio del secolo scorso.
Il cd è dedicato a Tiresia, personaggio mitologico di indovino cieco e in questo
si ritrova una continuità con titoli assegnati in passato ad opere del gruppo, spesso
contraddistinti da un riferimento colto alla letteratura o alla filosofia.
Gli Enten Eller si guardano indietro, quindi, ma con questo CD dimostrano di saper
andare avanti con la chiara consapevolezza di poter costruire musica di grande qualità
ogni volta che hanno l'occasione di suonare insieme, semplicemente abbandonandosi
all'estro del momento.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 12/03/2017
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