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Saadet Turkoz - Giovanni Maier - Zlatko Kaucic
Zarja-tay
Rudi Records (2012)
1. Kanal
2. Somebody
3. Mashallah!
4. Snake
5. Voice
6. Zarja-Tay
7. ATA
8. Phantasie
9. APA
10. Zero
11. Kopes
Saadet Turkoz - voice
Giovanni Maier - doublebass
Zlatko Kaucic - percussions
Non è la prima volta che questi tre musicisti incidono insieme. Compaiono, infatti,
in "Doline" del 2008, uno dei tre cd che fa parte del box "30th Anniversary Concerts"
a nome di Zlatko Kaucic.
Si avverte in quello che fanno una volontà precisa di compenetrare idiomi apparentemente
distanti e di difficile combinazione, senza, però, rinunciare, ciascuno, alla propria
specifica cifra stilistica. Impressiona, innanzitutto, Saadet Turkoz. La sua voce,
spesso, rimane in sottofondo con una sorta di ipnotica salmodia. Piano piano sale
di tono, si impossessa della scena con recitativi dotati di una musicalità lontana,
antica e contemporanea. In alcune tracce il suo canto si trasforma in un gorgoglio,
in un rumore di fondo che ricorda il suono dell'acqua che cade, o si avvicina ad
altri effetti provenienti, sembra, da paesaggi incontaminati. Urla strozzate, grugniti,
versi e versacci squarciano il silenzio o rappresentano il contraltare di quanto
stanno elaborando i due partners. Nessuno, in questo momento, si esprime come questa
artista che deriva la sua ricerca dalla tradizione turca e balcanica, ma guarda
in avanti, oltre gli steccati dei generi.
Giovanni Maier, da parte sua, con l'archetto sul suo contrabbasso sviluppa temi
antimelodici provvisti di una grazia atavica, con echi di un folklore mediorientale
forse solo immaginato. Quando pizzica il suo strumento compone e scompone ritmi,
produce assoli slabbrati e densi di significato. Zlatko Kaucic accompagna battendo
su ogni sorta di oggetto. Suona le percussioni con un approccio naturalistico, non
accademico, ma decisamente originale. E' intenzionalmente rumoristico, ma sono
bei rumori. In ogni suo intervento, si può affermare, va a costruire un tassello
indispensabile per completare il dialogo fra voce e basso.
Il cd contiene undici tracce di valore equivalente. Si fa raccomandare, però,
in particolare "Kopes", una litania marcata dalla voce della
Turkoz e caratterizzata da una specie di riff prodotto da Maier, mentre Kaucic,
in secondo piano, dispiega il suo campionario di aggeggi percussivi.
"Zarja Tay" è un disco che dimostra come sia possibile comporre musica
di valore, in gran parte improvvisata, se i protagonisti, pur provenienti da mondi
ed esperienze diverse, siano attenti ad ascoltarsi reciprocamente e vogliano collaborare
collegando i vari linguaggi in una sorta di contaminazione progressiva.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 31/03/2013
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