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Giovanni Guidi, nonostante la sua giovane età,
ha al suo attivo un curriculum davvero notevole: per citarne solo una parte, la
ripetuta militanza con
Enrico Rava,
la collaborazione con
Gianluca Petrella nella Cosmic Band, tre cd in quartetto, una
corposa attività concertistica. E ora, la prova con una grande formazione, ben dieci
elementi, la scelta di un nome fresco e battagliero, "The Unknown Rebel Band",
un omaggio engagé ai combattenti per la libertà. Con le sue parole, "una
suite per donne e uomini ribelli, il cui nome è rimasto nell'ombra. Ribelli di tempi
diversi, di diverse parti del mondo. Una composizione in cui voci di donne e uomini
senza nome possano emergere dal silenzio, distinguersi e allo stesso tempo anche
mescolarsi in un coro, per la comunanza di ideali che ha segnato le loro vite."
I titoli stessi dei brani parlano, raccontano l'omaggio sincero ai protagonisti
della Resistenza italiana, alla Primavera di Praga, ai desaparecidos argentini,
alla legge per l'abolizione dei manicomi, alle lotte anticolonialiste in Sudafrica
e in Algeria, agli indiani d'America massacrati, alla rivolta di Piazza Tien An
Men, alla lotta contro il franchismo, al G8, all'onda studentesca.La musica
si ispira soprattutto al precedente illustre della Liberation Music Orchestra di
Charlie
Haden. Decisione quasi obbligatoria ma ovviamente piena di insidie, sia
per i compositori, che per i solisti e per l'arrangiatore, che doveva competere
addirittura con
Carla Bley. Eppure va dato atto a Dan Kinzelman, giovane sassofonista
americano stabilitosi in Italia, già sorprendente per il suo solismo al sax tenore,
di essere riuscito ad arrangiare benissimo le intense composizioni del disco, per
la maggior parte frutto della penna del leader.
Una suite ben equilibrata, con la stessa composizione in apertura e in
chiusura, e dentro temi solenni ed evocativi e brani per pianoforte e percussioni.
Tra i tanti momenti suggestivi, l'assolo di Ottolini al trombone su Pražské
Jaro, il tema dolente su un tappeto percussivo di matrice free di Wounded
Knee, i delicati momenti per pianoforte e percussioni de Il partigiano Johnny
e Paisa', le atmosfere di Sono Sethu Ubumnyama su una base orchestrale
di grande effetto, i toni cupi e le sfumature free di Guernica, e infine
Queimada, forse il miglior brano, concentrato, raccolto, con un assolo di
Guidi fatto di poche giuste note, distillate una per una.
Vincenzo Fugaldi per Jazzitalia
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
28/11/2009 | Venezia Jazz Festival 2009: Ben Allison Quartet, Fabrizio Sotti trio, Giovanni Guidi Quartet, Wynton Marsalis e Jazz at Lincoln Center Orchestra, Richard Galliano All Star Band, Charles Lloyd Quartet, GNU Quartet, Trio Madeira Brasil, Paolo Conte e l'Orchestra Sinfonica di Venezia, diretta da Bruno Fontaine, Musica senza solfiti del Sigurt�-Casagrande Duo...(Giovanni Greto) |
14/11/2009 | Intervista a Richard Galliano : "...utilizzare vari linguaggi è stata una necessità più che una scelta. Un fisarmonicista non può tagliare le sue radici. La fisarmonica non è mai servita a tracciare nuove strade musicali. Noi siamo necessariamente immersi nel nostro passato. E il nostro passato è quello di tantissimi musicisti di strada, gente che suonava ai balli popolari e nelle ricorrenze di paese. La fisarmonica, un organo portatile, non può prescindere da questa sua storia umile." (Marco Buttafuoco) |
21/06/2009 | Bologna, Ravenna, Imola, Correggio, Piacenza, Russi: questi ed altri ancora sono i luoghi che negli ultimi tre mesi hanno ospitato Croassroads, festival itinerante di musica jazz, che ha attraversato in lungo e in largo l'Emilia Romagna. Giunto alla decima edizione, Crossroads ha ospitato nomi della scena musicale italiana ed internazionale, giovani musicisti e leggende viventi, jazzisti ortodossi e impenitenti sperimentatori... (Giuseppe Rubinetti) |
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Data pubblicazione: 01/11/2009
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