Ci sono degli elementi fortemente caratterizzanti
in quest'ultima produzione dell'Adriatics Orchestra del sassofonista e clarinettista
Daniele D'agaro: estemporaneità e originalità, insieme, condensati in una
registrazione, che trasuda feeling e divertimento, realizzata in presa diretta nell'agosto
2007, presso la Sala Alpina e la Chiesa di Comeglians in provincia di Udine tra
le Alpi Carniche. Ne sono coinvolti, oltre al leader, dieci musicisti di tre diverse
generazioni, tutti preda di un atmosfera festosa e partecipata percepita anche da
chi ascolta e che tende a ricreare quanto accade in ogni edizione del Festival
I Suoni della Montagna che si tiene annualmente in quella cittadina. Grande
parata di fiati nelle mani di un quintetto di autentici mattatori come Sean Bergin,
Tobias Delius, Davide Ghidoni e Mauro Ottolini, ad affiancare
D'Agaro ed in più un'inaspettata, quanto determinante e nostalgica, presenza
dell'organo Hammond di Bruno Marini, nonché di quello liturgico di Mauro
Costantini. La ritmica dell'astro Han Bennink, batteria, e del giovane
ma raffinato
Stefano Senni al contrabbasso, completano l'armoniosa dotazione strumentale
arricchita anche da Saverio Tasca, vibrafono e marimba.
L'apertura è affidata alla gustosa riproposizione di due brani di Sun
Ra: "Tiny Piramids" e "Transition" che si consumano tra melodie danzanti,
scoppiettio di fiati e vibranti accelerazioni ritmiche in una atmosfera goliardica.
Con la successiva "Ultramarine # 7" a firma D'Agaro l'orchestra prova e veleggiare,
con ottimi risultati, su territori free mentre un intrigante riff strumentale e
vocale costituisce l'essenza trascinante di "Oh". Si va avanti con "Up
the highest mountains" e "Tibbar", entrambi ad esclusivo dominio proprio
della sezione fiati dell'orchestra, protagonista di un intenso interplay che nel
finale del secondo brano da origine ad un blues. E' poi la variegata "Mixin'it"
ad affascinare con un duetto voce-marimba, che lascia spazio nella parte centrale
al solo di Ghidoni alla tromba e che, come la conclusiva "Huiswijn"
(ripresa, a differenza delle altre, da Udin&Jazz 2008
con Daniele Ghidoni sostituito alla tromba da Daniele Giardina) si dispiega
in ambiti world.
Gli ultimi tre episodi si consumano attraverso due ballate intrise di
liricità e di umori mistici: "You don't know me because you think you know me"
e "Soul Touch" dove fa la sua comparsa l'organo liturgico di Costantini,
e "Adriatic Gospel" un brano corale all'insegna dell'improvvisazione.
Una prova maiuscola per Daniele D'agaro e per l'Adriatics Orchestra
attraverso undici tracce ricchi di stimoli, idee e fermenti sonori che ne delineano
un linguaggio sfaccettato e in continua metamorfosi, frutto delle diversità lessicali
delle tante anime artistiche in essa presenti.
Giuseppe Mavilla per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 02/01/2010
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