Ascanio Scano è un musicista versatile, in grado di adattare in linguaggio
caraibico vari climi stilistici secondo una personalità artistica ben definita
che intende proporre originali innesti su un tessuto ritmico dagli accenti funky
e perfino rock, coniugando felicemente tradizione e modernità.
La cura degli arrangiamenti appare attenta: senza mai esasperarne i toni
traduce in freschezza melodica ciò che spesso, erroneamente, viene interpretato
come musica da ballo. In realtà, dietro si cela una ricerca accurata e mai banale
che si espande in soluzioni sonore di spessore interessante e di impatto convincente,
subitaneo, ricco di sfumature e di gradazioni multicolori.
La forza trainante è nella brillante sintesi fra il linguaggio policromo
del Latin, delle oscillazioni energiche del riff di derivazione afroispanica, con
un ibrido ed eclettico fluire d'impronta jazzistica: spesso, fin dagli incipit,
si viene quasi travolti dalla passionalità con la quale la band percorre intrecci
strumentali, breaks percussionistici, giochi tra fiati e tastiere, dominando con
estrema naturalezza la tensione emotiva grazie ad arrangiamenti briosi quanto accurati,
cui non è estranea la conoscenza del mood dello swing. Nascono in tal modo alchimie
sonore che non paiono alla ricerca di definizioni quanto di una timbrica personale
e ben progettata, improntata ad un'urgente verve improvvisativa, al fraseggio caldo
e trascinante, gioioso e, a ben vedere, tutt'altro che ingenuo dal lato sintattico:
se il ritmo è la struttura portante, sono le tessiture armoniche e le escursioni
solistiche a dar vigore e significato al tutto.
La risultante estetica, del resto, non sorprende affatto se si tiene conto
di chi siano i comprimari; vale la pena darne un brevissimo cenno: Leo Angel
Rodriguez (lo ricordiamo con Pablo Milanes, Winton Marsalis, Dizzy Gillespie
e George Benson), Paolo Andriolo (Gilberto Gil,
Toninho
Horta, Ronnie Jones), Giuseppe Bertolino (Lola Ponce), Maurizio
Scomparin (Steve
Lacy, Carla
Bley, Joe Lovano,
Enrico Rava,
Franco D'Andrea,
Paolo Fresu),
Gianni Stefani (Joe Lovano,
Enrico Rava,
Bill Pierce, Mark Habrams), Marco Catinaccio (Tony
Scott, John Riley), Pasquale Cosco (Christian Maier, Giampiero Reverberi)
…
Il progetto di Scano convince, così al di fuori di ritriti schemi
spesso frequentati, di questi tempi, dalla musica latina. C' è di più, c'è un appassionante
viaggio culturale, un percorso animato dai ricordi di chi, come il Nostro, il quotidiano
sudamericano l'ha vissuto per anni e che, quindi, non può e non vuole eluderne né
lo spontaneo entusiasmo né il pathos né, talora, l'elegia.
Ecco, dunque, che "Morrocoy" ripaga
di tanti album solo decorativi, nati solo per rimpinguare un catalogo di prodotti
basati solo su un effetto "smooth" indicibilmente noioso, o sull'altezzoso scisma
che a volte il jazz sembra nutrire per altri generi, dando vita a climi frivoli
da "lounge bar", ad esotismi manierati. Le morbide e divertite contaminazioni di
Scano delineano una contagiosa vitalità, un sound calibrato, sinuoso e suadente
aperto all'improvvisazione, senza mai avvertire la necessità di eccessi virtuosistici:
uno spessore artistico che troppo spesso viene colpevolmente ignorato dal mercato
delle regole e delle imposizioni commerciali, di cui, francamente e con grande convinzione,
possiamo anche far a meno.
Fabrizio Ciccarelli per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 15/11/2007
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