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Gianluca Petrella Tubolibre
Slaves
Spaceone Records (2011)
1. Chains 02:59
2. Baby, Please Don't Go 07:29
3. The Forgotten Island 07:39
4. Cypress Grove 06:02
5. Foul Shoes Blues 02:54
6. Slaves 21:59
7. Chronicle 02:11
Gianluca Petrella
- trombone, fender Rhodes, efx
Mauro Ottolini - sousaphone, bass trumpet #3, trombone #3
& #6
Gabrio Baldacci - electric guitar, balalaika
Cristiano Calcagnile
- drums, percussions, drumTableGuitar
Recorder at Musiclab Studio – Settimo Torinese (TO) by Emiliano
Pilloni
All tracks arranged by Gianluca Petrella
Track #2 by Joe Williams, track #4 by Skip James, track #7 by Gabrio Baldacci.
Produced by Gianluca Petrella
Petrella-Ottolini-Baldacci-Calcagnile: quattro fra i talenti più creativi
del nuovo jazz italiano, al battesimo discografico del loro quartetto, già rodato
dal vivo. Scelgono di farlo con un concept album dedicato agli schiavi, intitolato
per l'appunto «Slaves». La copertina del cd, su sfondo nero, mostra pezzi
di catene, a raffigurare graficamente il pericolo che la libertà corre. E ascoltando
la grande proposta musicale qui contenuta viene da pensare che Petrella e i suoi
partner vogliano anche affrancarci dalle catene che spesso, troppo spesso, costringono
la musica ad avvitarsi su sé stessa, senza riuscire a essere creativa e a rinnovarsi.
D'altronde i musicisti qui in gioco non hanno mai corso questo rischio, spezzando
costantemente le metaforiche catene nei numerosi e diversissimi progetti in cui
sono coinvolti a vario titolo.
Il riferimento musicale di fondo del cd è il blues, che è presente ovunque ma in
particolare con due omaggi a mitici rappresentanti del genere, Joe Williams (Baby,
Please Don't Go) e Skip James (Cypress Grove). [Le note di copertina
riportano erroneamente la paternità di questi brani]. Ma ciò che poggia sopra le
solide fondamenta delle dodici misure è essenzialmente un'improvvisazione ardita,
fresca e innovativa, condotta con lucida e creativa determinazione sulle acide trame
di Baldacci (uno dei più interessanti e innovativi chitarristi italiani) e la inesauribile
fantasia percussiva di Calcagnile, con in evidenza i suoni elastici e assertivi
del trombone di Petrella e il fondamentale apporto del trombone, del sousaphone
e della tromba bassa di Ottolini, da tempo partner elettivo del leader.
I brani, tutti arrangiati da Petrella, sono perlopiù blues lentissimi, percorsi
da una vena brunita e condotti con un eloquio mirabile, alla ricerca di sonorità
inedite e perciò sorprendenti, in una dialettica caratterizzata da costante tensione
fra i componenti del quartetto.
Vincenzo Fugaldi per Jazzitalia
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
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Data pubblicazione: 02/05/2011
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