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Giovanni Guidi, Gianluca Petrella, Louis Sclavis, Gerald Cleaver
Ida Lupino
Ecm 2462 (2016)
1. What we talk about when we talk about love (Guidi, Petrella, Cleaver) 6:42
2. Just tell me who it was (Guidi, Petrella) 3:39
3. Jeronimo (Guidi, Petrella) 4:05
4. Ida Lupino (Carla Bley) 4:28
5. Per i morti di Reggio Emilia (Amodei) 7:19
6. Gato! (Guidi, Petrella, Cleaver) 9:37
7. La terra (Guidi, Petrella) 6:02
8. No more calypso? (Guidi, Petrella, Sclavis, Cleaver) 4:00
9. Rouge lust (Guidi, Petrella, Sclavis, Cleaver) 6:12
10. Things we never planned (Guidi, Petrella, Cleaver) 5:20
11. Fidel Slow (Guidi, Petrella, Cleaver) 5:08
12. Hard Walk (Guidi, Petrella, Cleaver) 5:39
13. Zweig (Guidi, Petrella) 2:47
14. The Gam Scorpions (Guidi, Petrella) 6:46
Giovanni Guidi - piano Gianluca Petrella - trombone Louis Sclavis - clarinet, bass clarinet Gerald Cleaver - drums
Recorded February 2015, Auditorio Stelio Molo RSI, Lugano Engineer: Stefano Amerio Produced by Manfred Eicher
Fra i tanti meriti di Manfred Eicher, patron dell'Ecm, vi sono
quelli di saper scegliere e saper indirizzare. Il duo italiano Soupstar, rodato
in una copiosa attività concertistica e costituito da due dei musicisti più affermati
della penisola, che vantano un riconoscimento internazionale, Giovanni Guidi e
Gianluca Petrella,
aveva all'attivo solo un cd edito dal mensile Musica Jazz nel 2013, e ora approda
in casa Ecm. I due, come racconta Guidi in una intervista rilasciata ad Alceste
Ayroldi pubblicata sul fascicolo di settembre 2016 del predetto mensile, hanno pensato
di allargare l'organico a un batterista statunitense, Gerald Cleaver, che fa parte
del quintetto dello stesso Guidi, e Eicher ha proposto di aggiungere un quarto elemento,
il clarinettista francese Louis Sclavis.
Il risultato è a dir poco eccezionale, in un'opera in cui l'improvvisazione
gioca un ruolo fondamentale. La profonda empatia tra i musicisti del duo originario
accoglie il drumming stilisticamente evoluto di Cleaver e la presenza di uno dei
migliori clarinettisti della scena europea, in una celebrazione del valore dell'ascolto
reciproco fra musicisti di diversa provenienza geografica e diversa formazione.
Guidi e Petrella sono due dei musicisti italiani che meglio riescono a coniugare
espressione e tecnica, e che non mostrano mai cali di ispirazione.
Il materiale sonoro si fa in mano loro malleabile e plastico,
sia nei brani non originali (qui solo Ida Lupino, di
Carla Bley
e Per i morti di Reggio Emilia, di Fausto Amodei, entrambi in versioni decisamente
memorabili) che in quelli che si basano su semplici canovacci o improvvisati in
studio. Sclavis nel disco ha una presenza discreta, solo in alcuni brani, ma aggiunge
alle apprezzate dinamiche del duo tutta la preziosità del suo fraseggio. E di grande
valore è anche il contributo di Cleaver, presente in quasi tutto il cd, con un drumming
che fa prendere il volo al lavoro di Guidi e Petrella. Dei due italiani non si potrebbe
dire meglio: creativi, concentrati, praticamente perfetti. Lo testimoniano i riconoscimenti
che il cd sta ottenendo a livello internazionale, e lo stesso apprezzamento del
produttore, che ha indicato «Ida Lupino» tra i suoi tre migliori cd del 2016,
insieme a quelli di Tigran Hamasyan e di Wolfgang Muthspiel.
Vincenzo Fugaldi per Jazzitalia
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
28/11/2009 | Venezia Jazz Festival 2009: Ben Allison Quartet, Fabrizio Sotti trio, Giovanni Guidi Quartet, Wynton Marsalis e Jazz at Lincoln Center Orchestra, Richard Galliano All Star Band, Charles Lloyd Quartet, GNU Quartet, Trio Madeira Brasil, Paolo Conte e l'Orchestra Sinfonica di Venezia, diretta da Bruno Fontaine, Musica senza solfiti del Sigurt�-Casagrande Duo...(Giovanni Greto) |
21/06/2009 | Bologna, Ravenna, Imola, Correggio, Piacenza, Russi: questi ed altri ancora sono i luoghi che negli ultimi tre mesi hanno ospitato Croassroads, festival itinerante di musica jazz, che ha attraversato in lungo e in largo l'Emilia Romagna. Giunto alla decima edizione, Crossroads ha ospitato nomi della scena musicale italiana ed internazionale, giovani musicisti e leggende viventi, jazzisti ortodossi e impenitenti sperimentatori... (Giuseppe Rubinetti) |
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Data pubblicazione: 26/06/2017
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