ECM - (29 Gennaio 2007) [Recorded April 2005]
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Louis Sclavis
L'imparfait des langues
1. Premier imparfait « a »
2. L’idée du dialecte
3. Premier imparfait « b »
4. Le verbe
5. Dialogue with a dream
6. Annonce
7. Archéologie
8. Deuxième imparfait
9. Convocation
10. Palabre
11. Le long du temps
12. L’écrit sacrifié
13. Story of a phrase
14. L’imparfait des langues
Louis Sclavis -
clarinet, bass clarinet, soprano saxophone
Marc Baron - alto saxophone
Paul Brousseau - keyboards, sampling,
electronics, guitar
Maxime Delpierre - guitars
François Merville - drums
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Questo quintetto nasce come progetto originale per il Festival "Printemps
des arts de Monte-Carlo 2005". Diventa una sfida
a causa di un evento del tutto straordinario quale la morte del principe Ranieri
che impone la cancellazione del concerto di presentazione. Appreso dell'annullamento
il "leader" decide di andare in studio ed in una sola giornata registra dal "vivo"
"L'imparfait des langues"
Sclavis, compositore e musicista di grande spessore, parte dall'idea di
miscelare un elemento fondamentale di tutti i suoi gruppi, il batterista François
Merville, a giovani talenti assolutamente estranei al suo ambito musicale per
cercare di allargare I propri orizzonti musicali.
Il disco è pieno di energia e freschezza tipici di progetti così giovani,
ma con elementi di maturità davvero straordinari.
Le diverse personalità dei giovani musicisti del quintetto si esprimono
al meglio senza mai isolarsi, Maxime Delpierre alla chitarra introduce elementi
di rock piuttosto evidenti Marc Baron al sax alto sonorità eleganti
più affini al Bop/Free Jazz e Paul Brousseau alle tastiere e campionamenti
dà concretezza ed amalgama al suono.
Louis Sclavis rimane inconfondibile nei fraseggi, alternando momenti
esplosivi ad altri meditativi, scandito dal rigore e dalle qualità ritmiche di
François Merville alla batteria.
Il disco esce per la ECM, ma si distingue in modo evidente dalle tipiche
sonorità "algide" dell'etichetta mantenendo inalterato il carattere forte del compositore
e di questo nuovo quintetto.
Dunque Louis Sclavis ancora una volta produce un vero capolavoro
musicale rovesciando il suo metodo e cercando di introdurre elementi di imprevedibilità
che danno al lavoro attualità e futurismo al tempo stesso senza voler stupire a
tutti i costi.
Luca Vitali per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 15/04/2007
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