Bobo Stenson, uno dei pianisti di punta della ECM – che con il suo caratteristico
suonare negli spazi ha contribuito a definire il jazz nordeuropeo e l'estetica dell'etichetta
bavarese, lasciando il suo personale marchio in diverse registrazioni memorabili
di Don Cherry,
Jan Garbarek,
Charles
Lloyd e Tomasz Stanko –, da una decina d'anni sta portando avanti
in trio un proprio percorso musicale, che, in Cantando, ha conseguito piena
maturità e consapevolezza. Cantando, infatti, è in perfetta continuità con
i precedenti War Orphans, Serenity e Goodbye; e tuttavia, al
contempo, rappresenta anche una piccola ma significativa svolta. Già la formazione
presenta una variante rispetto al passato: accanto ad Anders Jormin, contrabbassista
storico del trio di Stenson, alla batteria c'è uno dei talenti emergenti della scena
scandinava, Jon Fält, al posto del compagno di tante collaborazioni Jon
Christensen e, più recentemente, di Paul Motian (Goodbye).
L'inserimento di Fält ha un forte impatto
sulla sonorità del trio: il suo drumming imprime una ritmica e un vigore abbastanza
inusuali per Stenson. Un approccio simile – una continuità aperta al cambiamento
– si riscontra anche nella scelta dei brani in scaletta. Oltre a due composizioni
di Jormin (Wooden Church e M), ritroviamo gli stessi riferimenti musicali
che caratterizzavano i precedenti lavori di Stenson e l'originale fusione di generi
e stili in apparenza agli antipodi; riferimenti che spaziano dalla musica latino-americana
(Olivia di Silvio Rodríguez – al cui canzoniere Stenson ha già attinto in
War Orphans e Serenity – e Chiquilín de Bachín di Piazzolla)
alla musica colta europea (Song Of Ruth del compositore ceco Petr Eben e
Liebesode di Alban Berg), senza dimenticare gli irrinunciabili Don Cherry
(Don's Kora Song) e
Ornette
Coleman (A Fixed Goal).
Difficile pensare a quale aspetto possa conferire omogeneità a un mosaico
musicale in partenza tanto sfaccettato; e difficile è pensare che sia proprio il
titolo del cd a suggerirlo: Cantando. Eppure, è proprio così: è la "cantabilità"
della melodia che il trio di Stenson ha cercato di esprimere in ogni brano – anche
attraverso l'uso dell'archetto da parte di Jormin –, raggiungendo momenti di struggente
lirismo, come in Olivia e Song Of Ruth. Non mancano neppure momenti
in cui la "cantabilità" diventa, grazie soprattutto al contributo ritmico di Fält,
"danzabilità", come in Chiquilín de Bachín e soprattutto nella straordinaria
versione di Don's Kora Song.
Eppure, Cantando ha un cuore e un centro tutt'altro che cantabile:
Pages è, infatti, una lunga improvvisazione free in quattro parti, costruita
dallo stesso patron della ECM, Manfred Eicher, missando insieme diverse improvvisazioni
del trio. In un cd tanto melodico e lirico, è proprio questa parentesi dissonante
a conferire un perfetto equilibrio e a lasciar emergere le "canzoni" di Cantando
in tutta la loro apollinea bellezza.
Dario Gentili per Jazzitalia
24/10/2006 | Stefano Bollani, Rita Marcotulli, Andy Sheppard, Bobo Stenson tra i protagonisti del Brugge Jazz 2006 (Thomas Van Der Aa e Nadia Guida) |
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Data pubblicazione: 01/05/2009
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