|
|
|
|
|
|
|
Jan Garbarek
In Praise of Dream
1. As Seen From Above 2. in Praise Of Dream 3. One Goes There Alone 4. Knot Of Place And Time 5. If You Go Far Enough 6. Scene From Afar 7. Cloud Of Unknowing 8. Without Visible Sign 9. Iceburn 10. Conversation With a Stone 11.
A Tale Begun
Jan Garbarek sax
tenore,
sax soprano,
sintetizzatori,
percussioni
Kim Kashkashian
viola
Manu Katchè
batteria,
batteria elettronica |
Pubblicata dalla ECM, a settembre 2004, l'ultima creazione di
Jan Garbarek, poliedrico sassofonista norvegese; il titolo
In Praise of Dream
delinea e anticipa chiaramente il mondo sonoro e le atmosfere che si presentano
durante l'ascolto del disco, una dimensione irreale, proprio come in "un sogno".
Uno degli elementi che rendono interessante l'album è costituito dall'originale formazione che Garbarek convoca:
Kim Kashkashian alla viola, Manu Katchè alle percussioni e lo stesso
Garbarek il quale nelle undici tracce lavora con grande maestria sia col tenore che col soprano.
Praise of Dream svela una nuova facciata di Jan Garbarek, jazzista di stampo moderno, il quale avendo lavorato in passato con Keith Jarrett e poi con la Hilliard Ensemble, ha dimostrato di essere musicalmente onnivoro, tanto che in quest'ultima produzione si cimenta anche con strumenti elettronici.
Il disco nella sua totalità può essere definito minimalista, un lavoro calibrato in modo interessante su pochi elementi: l'utilizzo di sintetizzatori, la sovrapposizione di basi in loop e il sax che duetta con la viola e richiama
alla mente
dell'ascoltatore sonorità tipicamente nordiche (soprattutto nella
track list).
Tale minimalismo emerge in particolare nelle tracce iniziali dove probabilmente l'intenzione è quella di presentare singolarmente gli elementi sonori, per poi costruire nel seguito del disco qualcosa di più elaborato. Lo stesso Garbarek, nell'insieme , si contiene, fa emergere un intento riflessivo, una continua ricerca della "nota giusta al momento giusto" piuttosto che abbandonarsi a virtuosismi e cascate di note.
Il disco,
nel suo complesso, può essere considerato un prodotto valido, soprattutto originale, un connubio di elementi musicali che raramente compaiono insieme, una creazione che evoca contemporaneamente le atmosfere del trip-hop inglese come in parte le sonorità del cool-jazz, un'opera da consigliare a tutti gli amanti della buona musica.
Filippo Domaneschi per Jazzitalia
Invia un commento
Questa pagina è stata visitata 10.447 volte
Data pubblicazione: 18/12/2004
|
|
|
|
|