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Charles Lloyd - Jason Moran
Hagar's Song
ECM (2013)
1. Pretty Girl (Billy Strayhorn)
2. Moon Indigo (Duke Ellington)
3. Bess, You Is My Woman Now (George Gershwin)
4. All About Ronnie (Joe Greene)
5. Pictogram (Charles Lloyd)
6. You've Changed (Carl Fisher)
7. Hagar Suite – I. Journey Up River (Charles Lloyd)
8. Hagar Suite – II. Dreams of White Bluff (Charles Lloyd)
9. Hagar Suite – III. Alone (Charles Lloyd)
10. Hagar Suite – IV. Bolivar Blues (Charles Lloyd)
11. Hagar Suite – V. Hagar's Lullaby (Charles Lloyd)
12. Rosetta (Earl Hines)
13. I Shall Be Released (Bob Dylan)
14. God Only Knows (Brian Wilson)
Charles Lloyd - tenor and alto saxophones, bass and alto flutes Jason Moran - piano, tambourine
Una storia molto personale che
Charles
Lloyd, settantacinquenne sassofonista di Memphis nel Tennessee, ha deciso
di raccontare attraverso un'accurata selezione di brani che potessero rappresentarla
al meglio, più una suite composta per l'occasione. E' la storia di una bimba di
dieci anni che viene presa dalla sua casa nel sud del Mississippi e venduta come
schiava proprio nel Tennessee;
Charles
Lloyd, con un percorso che va dal blues al jazz, al rock e ritorno al
jazz, dedica a lei questo album celebrando la sua bis-bis-nonna, che da questa storia
ha posto le radici della sua famiglia. Un episodio importante e delicato per il
quale è importante eliminare ogni suono possibile lasciando solo quelli necessari
e per questo Lloyd sceglie come partner il fido Jason Moran, trentottenne
pianista di Houston, che accompagna il sassofonista dal 2007 nel suo quartet e con il quale ha inciso altri tre album sempre
per la ECM. Un compito difficile, quindi, per il giovane Jason che riesce a rispettare
il livello tensivo richiesto da Lloyd: Moran introduce, imposta, riempie e contrappunta
conducendo spesso e assurgendo a un ruolo primario laddove il sax espone i temi
in modo essenziale, intenso, con una maestria straordinaria, lasciando poi al pianoforte
l'incarico di improvvisare ("Pretty Girl", "Bess, You Is My Woman Now", "All About
Ronnie", "You've Changed", "I Shall Be Released", "God Only Knows"). Quando invece
anche l'improvvisazione diviene essenza del racconto, Lloyd subentra emergendo imponente
e poggiandosi sul pianismo di Moran, che asseconda il pensiero fluido e libero del
sassofonista ("Moon Indigo", "Rosetta", "Pictogram").
In "Hagar Suite" è invece la scrittura che prevale e che consente alla storia di
prendere forma in un modo coinvolgente. La suite cerca, riuscendoci in pieno, di
ripercorrere un pezzo di vita impersonando la protagonista e cercando di avvertirne
le emozioni: spavento, solitudine, speranza, malinconia, nostalgia, sono tutti stati
d'animo chiaramente leggibili nelle pieghe dei cinque movimenti che la compongono.
E i suoni dei flauti, l'uso del tamburello, la ritmica molto vicina a figurazioni
che richiamano ritualità e Africa, la ripetitività ostinata di cicli armonici sui
quali si costruiscono variazioni di dinamica e atmosfere mutevoli, rendono "Hagar
Suite" una vera e propria colonna sonora e, indubbiamente, l'apice dell'album.
Charles
Lloyd e Jason Moran potrebbero apparire come due generazioni
a confronto, come il saggio che offre al giovane l'opportunità di emergere ma durante
l'ascolto non si avvertono distanze, l'uno conosce perfettamente le esigenze dell'altro.
La pulizia di suoni e la possibilità di farli vivere nello spazio senza fretta e
senza "intralci", consente di coglierne ogni dettaglio e di comprendere come il
caso c'entri poco in questa registrazione pensata sia nella scelta dei brani che
nella modalità esecutiva. Un merito particolare va proprio a Jason Moran
che ha saputo condurre lo svolgimento della storia fornendo a Lloyd la possibilità
di suonare come riteneva divenendo quindi, non solo un partner, ma un vero co-protagonista.
Marco Losavio per Jazzitalia
foto di copertina
Emanuele Vergari
28/11/2009 | Venezia Jazz Festival 2009: Ben Allison Quartet, Fabrizio Sotti trio, Giovanni Guidi Quartet, Wynton Marsalis e Jazz at Lincoln Center Orchestra, Richard Galliano All Star Band, Charles Lloyd Quartet, GNU Quartet, Trio Madeira Brasil, Paolo Conte e l'Orchestra Sinfonica di Venezia, diretta da Bruno Fontaine, Musica senza solfiti del Sigurt�-Casagrande Duo...(Giovanni Greto) |
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Data pubblicazione: 15/02/2014
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