|
Jean-Louis Matinier - Marco Ambrosini
Inventio
ECM (2014), distr. Ducale
1. Wiosna
2. Tasteggiata
3. Basse Dance
4. Szybko
5. Presto From Sonata G-Minor
6. Inventio 4
7. Taïga
8. Qui est homo
9. Praeludium From Rosary Sonata n.1
10. Oksu
11. Hommage
12. Kochanie Moje
13. Balinese
14. Tasteggiata 2
15. Siciliènne
Jean-Louis Matinier - fisarmonica Marco Ambrosini - nyckelharpa
Sempre più, da qualche tempo a questa parte, si ascoltano manfrine più o meno arzigogolate
su cosa sia il jazz, se questo o quello sia jazz e quant'altro l'umano cervello
più sclerotizzato possa ordire. Entrare in questa massa aggrovigliata di idee nuocerebbe
alla salute di tutti: la questione è che il jazz non si è mai posto tanti problemi.
Si è sempre evoluto e oggi, molti e soprattutto italiani, rivendicano quale jazz
doc solo alcune musiche impostandole per decenni: niente di più assurdo e sbagliato,
roba da imbalsamati. E tali interpretazioni non fanno altro che allontanare il pubblico
(già scarso) dal jazz.
Vivaddio, in molti hanno solo a cuore di fare musica secondo il personale sentire,
senza scimmiottare questo o quello, e pensare se possa chiamarsi jazz o debba avere
altro nome e cognome. Jean-Louis Matinier, francese di Nevers, ama - e sa
suonare – la musica improvvisata e la sua militanza nell'Orchestra Nazionale Jazz
di Francia lo attesta. La fisarmonica per lui non ha segreti: è ritmica, ondeggia
e infiocchetta note e accordi con rapidità e incisività piena, corposa tanto da
non aver bisogno d'altro. Marco Ambrosini è di Forlì, ma vive in Germania e con
la sua nyckelharpa (non solo, visto che è maestro anche di violino e viola) asseconda
anche ensemble di musica barocca e da camera.
In questo disco tutto il background dei due musicisti suona nitidamente: profuma
di barocco, di classica contemporanea, di madrigali, di musette (velatissima). E
di jazz, meglio di improvvisazione pura, limpida e chiara: che arriva al cuore.
C'è J.S. Bach con "Presto from Sonata G-Minor" (BWV 1001) e "Inventio 4" (BWV 775),
che d'improvvisazione ne sapeva molto di più di tanti sedicenti jazzisti d'oggi,
e che nelle sapienti mani del suo franco-italo-tedesco trovano giusta collocazione.
La prima è appannaggio delle corde tanto tempestose quanto precise di Ambrosini.
I contrappunti e le complesse armonie della seconda si ascoltano nell'organizzata
e sussultante schermaglia tra i due protagonisti.
C'è anche Pergolesi con "Qui est homo", c'è Biber con il "Praeludium from Rosary Sonata n.1". Poi, ci sono Matinier e Ambrosini. Anzi, soprattutto loro che non risparmiano
la loro volontà di tenere vicine le musiche, quasi a far dispetto a tutti coloro
i quali vorrebbero far mantenere le distanze tra generi musicali da sempre avvinghiati
e amoreggianti.
E' un disco consigliato a chi ha voglia di riconciliarsi con la musica e, prima
ancora, con sé stesso.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
Inserisci un commento
Questa pagina è stata visitata 971 volte
Data pubblicazione: 08/09/2014
|
|