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A volte bisogna prestare attenzione alla melodia, alle armonizzazioni,
agli arrangiamenti, alla tecnica. Tutto ciò, per fortuna, quando i musicisti hanno
voglia di emozionare e di emozionarsi, passa in secondo piano. Così, va in sottordine
anche il genere musicale. Certo, non per tutti: c'è sempre chi deve dare un'etichetta
alla musica. Anja Lechner e François Couturier fanno parte della specie
di musicisti che emozionano e si emozionano; di quelli che gli strumenti li utilizzano
traendo note, armonie, ritmi sottintesi senza barriere. La prima esperienza con
"Moderato cantabile" risale al 2014: ed era andata molto bene. Questo secondo approccio
è fatto di mille pieghe sonore: ed il suono a vincere su tutto, perché è sempre
accurato; ora umbratile, ora apparentato con il romanticismo classico (Gratitude).
E anche quando Lechner e Couturier attingono dal canzoniere altrui, è possente il
loro sigillo, come in "Alfonsina y el mar", celeberrima ballata folk argentina,
firmata da Ariel Ramirez e Felix Luna – consacrata al successo grazie alla indimenticabile
voce di Mercedes Sosa -, con le tessiture del pianoforte che danno spazio alle corde
del violoncello che, sa bene come restituirgli il favore.
Buona parte dei sedici brani sono firmati da Lechner e Couturier, in coppia o solitari.
Ramirez a parte, spiccano tra i brani apocrifi "Miniature 27" di Giya Kancheli,
per la rarefatta bellezza minimalista del brano del compositore georgiano, ma anche
per l'acutezza espressiva di Couturier. Così come fa bella mostra un altro grande
compositore contemporaneo: "Anouar Brahem", il cui dono qui è racchiuso in
"Vague – E la nave va", reso sognante dal duo per gli arpeggi fermi e raffinati
di Couturier e le dinamiche immaginifiche disegnate dall'archetto della Lechner.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 27/02/2022
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