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Paolo Fresu
Mistico Mediterraneo
ECM (2011)
01. Rex tremendae
02. Liberata
03. Da tè à mè
04. Le lac
05. Dies irae
06. Gloria
07. Corale
08. La folie du Cardinal
09. U sipolcru
10. Scherzi veranili
11. Figliolu d'ella
12. Gradualis
13. Sanctus
Paolo Fresu
- trumpet, flugelhorn
Daniele
Di Bonaventura - bandoneon
A Filetta Vocal Ensemble (ex. track 7/13)
Jean-Claude Acquaviva - seconda
Paul Giansily - terza
Jean Luc Geronimi - seconda
José Filippi - bassu
Jean Sicurani - bassu
Maxime Vuillamier - bassu
Ceccè Acquaviva - bassu
È vero che
Paolo Fresu ci ha abituati a una sperimentazione costante che ha
dato vita negli anni a progetti sempre diversi, ma forse questo Mistico Mediterraneo
riesce a ritagliarsi una posizione di rilievo in una pur così variegata discografia.
Evidentemente è la presenza del coro polifonico A Filetta – gruppo storico della
musica tradizionale corsa, fondato nel lontano 1978
– a conferire a questa seconda registrazione di Fresu a suo nome con la Ecm (dopo
il fortunato Chiaroscuro con Ralph Towner) una personalità musicale tutta
propria.
Tutto cominciò nel 2006, quando ad Ajaccio Fresu – insieme a
Daniele
Di Bonaventura, presente anch'egli in Mistico Mediterraneo, e ad altri
musicisti – fu chiamato a condividere il palco con A Filetta, in occasione di un
concerto che ne celebrava la carriera trentennale e rappresentava la volontà del
coro corso, pur nel rispetto della tradizione, di aprirsi a collaborazioni con musicisti
provenienti da generi musicali differenti. Non può certo meravigliare che in quell'occasione
sia emersa un'"affinità elettiva" tra il "sardo" Fresu e il "corso" A Filetta, spiegabile
in base alle due culture musicali – e non solo – a cui appartengono, che affondano
in antichissime radici comuni, ben più profonde di quelle che legano Sardegna e
Corsica alle rispettive nazionalità statali. Radici mediterranee, come evidenzia
il titolo dell'album.
Mistico Mediterraneo – per la collaborazione di musicisti jazz con un
coro il cui repertorio è composto anche di canti religiosi – non può non suggerire
il confronto con un altro progetto simile, sempre targato Ecm: Officium di
Jan Garbarek
e The Hilliard Ensemble, che di recente ha pubblicato il suo terzo episodio. Ebbene,
proprio tale confronto è utile per evidenziare le peculiarità di Mistico Mediterraneo.
Dal punto di vista della selezione dei brani, mentre Officium attinge quasi
esclusivamente a un repertorio sacro, Mistico Mediterraneo mescola sacro
e profano (ne sono prova Da tè à me e Scherzi veranili, che musicano
due testi del poeta corso Santucci), e non mancano composizioni originali del leader
di A Filetta, Jean-Claude Acquaviva, e di altri che hanno collaborato in passato
con il coro, come Jean-Michel Giannelli e Bruno Coulais; al repertorio di A Filetta
si aggiungono poi Gradualis, composta appositamente da di Bonaventura (musica)
e Acquaviva (testo), e i due brani strumentali a firma di Bonaventura, Corale
e Sanctus. Entrando adesso nello specifico, prima di tutto, a differenza
del quartetto vocale The Hilliard Ensemble, A Filetta è un coro polifonico composto
di sette voci; ne consegue che, mentre la cifra stilistica di Officium è
il contrappunto di voce e sax, qui prevale invece la contaminazione tra il registro
vocale e quello strumentale. Alla contaminazione di temi – ma, in fondo, la stessa
religiosità mediterranea è una commistione inestricabile di elementi sacri e profani
– corrisponde quindi quella musicale, come dimostra l'uso spregiudicato di effetti
elettronici da parte di Fresu. Inoltre, la fisarmonica di di Bonaventura aggiunge
un calore e un colore che richiama immediatamente l'atmosfera mediterranea. In brani
quali Liberata, Da tè à mè, Scherzi veranili non soltanto la
comune matrice musicale e culturale mediterranea di tromba, fisarmonica e voci è
particolarmente evidente, ma la sintonia tra il lirismo del jazz di Fresu e il canto
di A Filetta è addirittura impressionante. Se di un misticismo mediterraneo si può
parlare, è certo che la malinconia e il languore del brano strumentale che chiude
emblematicamente il cd, Sanctus, hanno ben poco a che fare con una religiosità
definita dall'austerità e dalla severità.
Dario Gentili per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 29/05/2011
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