Un progetto di tale spessore non si costruisce in un battito di mani: nove
mesi per registrare undici tracce ed anni di ricerca e lavoro per costruirle a dovere,
da settembre 2007 a maggio
2008; lavoro commissionato nell'autunno del
2006 per il 15°anniversario del Cosmopolite,
celebre club di Oslo.
Un sinallagma culturale, musicale che vede attori provenienti da esperienze
e geografici riferimenti ben differenti: Balke e Norbakken dalla Norvegia,
Alaoui dal Marocco, Hassel dagli Stati Uniti, Kheir Eddine M'Kachiche
dall'Algeria, Pedram Khavar Zamini dall'Iran ed i componenti del Barokkosolistene
di marca danese. Ognuno ha posto la propria firma, il proprio suono e la propria
esperienza noumenica senza, però, destrutturare la visione storica - anche filologica
- che l'opera conserva. Trasuda da ogni dove, da ogni suono (particolare rilievo
ha il lavoro di ricerca sull'impalcatura dei suoni) la libertà espressiva. Nei solchi
delle polifonie pre-rinascimentali, nelle chansons de geste degli jongleurs,
nell'aurato barocco e nelle alchimie elettroacustiche, tappeti sonori che lasciano
vibrare la sincretica voce di Amina Alaoui. L'eccellente cantante marocchina,
tra i massimi rappresentanti della musica Gharnati, si è dedicata ad un'attenta
ricerca filogenetica (il suo background culturale incasella anche studi in linguistica)
del periodo Al Andaluso: dai feudi gotici alla dinastia sultanale dei Nasridi.
Siwan, traslitterazione di bilanciamento,
equilibrio, custodisce differenti variazioni di sonorità, grazie a solisti fluidi
e convincenti che hanno adottato un linguaggio comune.
La musica di Jon Balke attraversa e congiunge il Nord Africa e
la Spagna, alla ricerca di una sintesi tra mondi stilistici differenti, seppur mai
distanti: in perfetto equilibrio.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 12/08/2009
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