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Mathias Eick
Midwest
ECM (2015)
1. Midwest
2. Hem
3. March
4. At Sea
5. Dakota
6. Lost
7. Fargo
8. November
Mathias Eick - tromba Gjermund Larsen - violino Jon Balke - pianoforte Mats Eliertsen - contrabbasso Helge Norbakken - percussioni
Per chi volesse una colonna sonora per un viaggio, "Midwest" è il disco perfetto.
Quello capace di creare immagini, colori, profumi e anche sapori: un album sinestetico. Mathias Eick non ha mai difettato in narrativa, ma con questo lavoro tocca
la vetta in termini compositivi ed esecutivi, per la cura del suono, per la capacità
di parlare con le note, e nel dialogare con i suoi accoliti, tra i migliori in circolazione
per creatività e impegno. Racchiude nello stesso grembo gli accenti del jazz europeo,
paradigmi della musica rinascimentale quasi occultati in passaggi estetizzanti e
lirici sottolineati dal pianoforte di Balke. E non tradisce i suoi natali, spennellando
il tutto con striature folcloriche norvegesi che guardano fisso verso il Midwest
d'oltreoceano al quale il lavoro è tributato (il brano eponimo ne è una bella prova,
così come "Hem"). Misture che ci dicono meglio del talento del giovane violinista
norvegese Gjermund Larsen, che mette un po' di acidità nei passaggi più accorati.
La tromba di Eick è crepuscolare. Si badi bene: non calante o tenebrosa, ma da allegri
tramonti, rossi e vaporosi che lasciano respirare le note, che rendono agili e scattanti
gli accordi. Ben lontana dall'obsoleta muscolarità a tutti i costi. E' capace di
parlare il suo idioma, senza dover scimmiottare nessuno. Padroneggia tempi, passaggi,
note fantasma e pause con un volume sempre opportunamente moderato, ma capace di
lasciare l'impronta ("March"). Le composizioni hanno una marcia in più anche
per essere vivificatrici dei titoli, che rispecchiano appieno. Come "At Sea"
dove la risacca si muove tra contrabbasso, percussioni e pianoforte, con Eick che
soffia gentile.
Il trombettista norvegese continua a farsi largo nella scena internazionale, cooptando
nuovi compagni di viaggio e guardando verso orizzonti sempre diversi. E lo fa con
acume, bravura e cuore. E senza recitare alcuna parte, a dispetto di coloro i quali
lo vorrebbero inscatolare con qualche paragone "a tutti i costi".
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 20/09/2015
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