ECM Records, 2098 (2009, distribuzione Ducale) www.ecmrecords.com
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Louis Sclavis
Lost On The Way
1. De Charybde En Scylla
2. La Première Île
3. Lost On The Way
4. Bain d'Or
5. Le Sommeil Des Sirènes
6. L'Heure Des Songes
7. Aboard Ulysses's Boat
8. Les Doutes Du Cyclope
9. Un Vent Noir
10. The Last Island
11. Des Bruits à Tisser
12. L'Absence
Louis Sclavis - clarinetti, sax
soprano
Matthias Metzger - sax soprano, sax alto s
Maxime Delpierre - chitarra elettrica
Olivier Lété - basso elettrico
François Merville - batteria
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Sin dai suoi esordi la musica di Louis Scalvis è sempre stata "non
schierata", fondata sempre (semmai) sull'analisi compiuta e attenta dell'attualità
dei suoni. Di certo rischiosa e coraggiosa.
Frapponendosi tra gusto per la tradizione del Novecento
e la sintesi che essa rappresenta nella scena del nuovo mondo contemporaneo,
Sclavis traccia un'originale cartografia del complesso mito omerico in questo
suo nuovo concept album dalle sinuose e seducenti longitudini. Un viaggio
avventuroso quello del sassofonista transalpino, inscenato dalla pressante sfida
verso l'ignoto. Lo si ascolta tutto d'un fiato questo "Lost
On The Way", un disco che catapulta l'ascoltatore dentro sonorità immaginifiche,
ricche di possente liricità, a tratti disperse negli anfratti di un nubifragio suadente
e magico, proprio come in L'Heure Des Songes
o nell'enigmatica dissolvenza de L'Absence.
Altrove, l'anima inquieta del progetto è attraversata da particelle di un
dolce ipnotico oblio. È il caso di Aboard Ulysses's Boat.
Un episodio ricco di un trasporto emotivo che lascia tracce incisive nel suo mistico
seducente abbandono. La "fantastica odissea" prosegue tra gli insidiosi interscambi
del leader inscenati con l'intera formazione. Lo si ascolti nell'ironica
Les Doutes Du Cyclope - con un antologico intervento
di clarinetto - o negli stravolgimenti narrativi di De
Charybde En Scylla che apre meravigliosamente il disco.
Salpando verso altre terre sconosciute l'itinerario sclavissiano punta diversamente
verso altre surreali trascinanti immagini. Si ascolti la stessa
Lost On The Way, dove un drammatico e intenso susseguirsi
dei fiati domina un misterioso scenario in costante caduta libera. Quanto a Bain
d'Or, il pezzo sembra quasi articolare quell'antico linguaggio dell'analessi
grazie al quale riemergono episodi del passato, cronache epistolari, antichi e nostalgici
racconti. È insomma quello di Sclavis un affascinante poema postmoderno messo
in musica tra liquide tensioni rock (Les Doutes Du Ciclope,
ancora lei) e spiazzanti simbolici imprevisti (ad esempio nel rag rock di
Des bruits à Tisser), surreali prigionie dell'anima
(Le Sommeil Des Sirènes), belliche derive elettriche
sfocianti in momenti compositivi e interpretativi memorabili (Un
Vent Noir).
Un lavoro superbo dunque - quasi una continuazione delle sonorità del precedente
"L'imparfait Des Langues" - portato a compimento
da una giovane band davvero "stellare". Formazione comprendente la presenza dell'ottimo
fiatista Matthias Metzger, di quella assai funzionale di
Maxime Delpierre, chitarrista su cui sono imperneate le sonorità armoniche
del progetto, e di quel François Merville, vecchio partner del leader
nonché drummer sopraffino, sempre poeticamente fantasioso e versatile.
Gianmichele Taormina per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 25/08/2009
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