ECM, 2009
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Fly (Turner, Grenadier, Ballard)
Sky & Country
1. Lady B
2. Sky & Country
3. Elena Berenjena
4. CJ
5. Dharma Days
6. Anandananda
7. Perla Morena
8. Transfigured
9. Super Sister
Mark Turner - sax tenore, sax soprano
Larry Grenadier - contrabbasso
Jeff Ballard - batteria
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A cinque anni di distanza da "Fly" (Savoy Jazz,
2004), torna il trio che vede protagonisti tre
dei musicisti più interessanti della scena contemporanea statunitense di quest'ultimo
decennio.
Anche in questa incisione viene confermato il
mood espressivo presente nel disco d'esordio. È infatti questo un lavoro
decisamente frizzante nella sua variegata dialettica che spazia tra matrici di misurata
fantasiosa libertà, divertenti calypso e in larga parte - sta qui forse la
sostanziale differenza - dentro un substrato decisamente cool che
fa da sfondo alle intriganti composizioni, tutte più che interessanti, tutte espresse
al fine di convalidare la concreta unità di misura del progetto.
La congeniale formula pianoless inquadra il trio (formatosi nel
2000) in un flusso arguto di interscambi
che sembrano svilupparsi in perfetta continuità con il corso dei vari temi. È il
caso di Lady B, composizione che apre simbolicamente
la ricca play list. Altri episodi come Dharma Days
(brano nonché titolo di un disco di Turner del
2001), sottolineano la costante vivacità
di una concreta propulsione in termini di complessità compositiva, freschezza semantica,
enorme intuizione nel feedback sonoro inscenato dai tre musicisti.
Grenadier è splendidamente propulsivo oltre che funzionale nelle dinamiche
dei brani. Le sue modulazioni sono complesse, arricchite da stop & go di
rara eleganza interpretativa. Che dire poi di Jeff Ballard…? Sensibilità,
delicatezza, eccezionale inventiva, assolutamente solare sui piatti, scoppiettante
nella meravigliosa girandola waltz di Perla Morena
o nel divertente "finto twist" di Elena Berenjena.
Chi più di tutti porta ovviamente il peso identificativo, il riconoscibilissimo
marchio di fabbrica della formazione è Mark Turner. Possiede il suono
di un tenore agile e delicato eppur irruento nelle sue molteplici variabili. Sorprendente
sempre. Una finezza che rimanda direttamente alla voce "leggera" di un contralto
per un imprevedibile jazz cameristico.
Fulgido esempio di tale rischiosa ma ben riuscita concettualità è l'astruso
Transfigured perfetto quadretto arricchito
da un magistrale soprano.
La poesia che caratterizza il resto del lavoro abita invece le stanze della
variabile title track che da un sottile meditato si trasforma in giocoso
middle tempo volto a sostenere il fluente Turner nuovamente al soprano.
CJ (incantevoli gli armonici di contrabbasso
nell'intro), ricorda invece le delicate ciondolanti scritture di Jimmy Giuffre.
Genialità e inventiva anche nello slalom finale di Super
Sister, cronoscalata up tempo dal piglio vagamente soul che cede
lo scettro al breve drum solo di Ballard; un vamp spigliato
inframezzato dall'intervento splendido di Grenadier. Brano posto a chiusura
di un disco che senza remore possiamo considerare un vero sorprendente capolavoro.
Gianmichele Taormina per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 26/07/2009
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