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Kenny Wheeler
Songs For Quintet
ECM (2017)
1. Seventy Six
2. Jigsaw
3. The Long Waiting
4. Canter No.1
5. Sly Eyes
6. 1076
7. Old Time
8. Pretty Liddle Waltz
9. Nonetheless
Kenny Wheeler - flugelhorn Stan Sulzman - tenor saxophone John Parricelli - guitar Chris Laurence - double bass Martin France - drums
"Songs for quintet" è l'ultimo disco inciso da Kenny
Wheeler nel 2013, l'anno prima della sua
scomparsa. In quel periodo la malattia non dava tregua al musicista britannico ed
è sorprendente come, malgrado le condizioni di salute non ottimali, la voce della
tromba risulti lirica ed eloquente come in altre stagioni decisamente migliori.
Wheeler è stata una delle personalità più apprezzate del jazz europeo, capace di
partecipare a progetti vicini o dentro l'avanguardia, come di flirtare con una musica
moderna meno audace, nel segno di un gusto e di un'apertura mentale inequivocabili.
I brani contenuti nell'album sono tutti a firma del leader del quintetto e sono
contrassegnati da un'aria pacata, velata di tristezza. Le melodie si snodano piane,
lineari, tradendo un carattere disteso e una souplesse invidiabile. I ritmi ondeggiano
fra atmosfere latineggianti, echi di tango, qualche spruzzata informale ed un aggancio
patente ad un jazz attuale, gradevole all'ascolto, ma non disimpegnato. Wheeler
espone i temi privilegiando il registro centrale dello strumento di ottone con un
timbro morbido e adamantino. Sulzmann, altro veterano della scena inglese, gli offre
il cambio e contrappunta il discorso del partner con interventi al sax ricchi di
note e di sfumature. John Parricelli assume un ruolo centrale, all'interno del gruppo.
Il chitarrista, infatti, raddoppia l'enunciazione tematica, tiene legato il discorso
dei due fiati ed esce in scioltezza in assoli efficacemente espressivi.
La sezione ritmica elabora un sottofondo mutevole, fornendo, così, una spinta propulsiva
non invadente ma pienamente costruttiva.
Fra le nove tracce del cd si segnala in particolare "1076".
L'inizio del pezzo è libero e destrutturato, poi prende forma e si illumina, a metà
percorso per un superbo exploit della tromba. Con tutto ciò "Songs for quintet"
non si può definire il "disco della vita" per il trombettista canadese (di nascita).
Ci sono altre opere più rappresentative nella sua produzione discografica. Purtuttavia,
proprio per le particolari condizioni in cui è stato registrato, questo può essere
considerato un documento assai significativo per completare la conoscenza della
parabola artistica di un autentico maestro del jazz internazionale.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 01/12/2018
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