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Wolfgang Muthspiel
Rising Grace
ECM (2017)
1. Rising Grace
2. Intensive Care
3. Triad Song
4. Father And Sun
5. Wolfgang's Waltz
6. Superonny
7. Boogaloo
8. Den Wheeler, Den Kenny
9. Ending Music
10. Oak
Wolfgang Muthspiel - chitarra
Ambrose Akinmusire - tromba
Brad Mehldau
- pianoforte
Larry Grenadier - contrabbasso
Brian
Blade - batteria
Senza dubbio un dream-team, ma non di quelli da Circo Barnum ai quali siamo abituati
soprattutto in alcuni festival dell'estate italiana: qui niente è appiccicaticcio
e non vi sono virtuosismi da effetti speciali. C'è la musica, ben scritta, di Muthspiel
intorno alla quale ruotano altri quattro coevi grandi jazzmen, ognuno dei quali
porta i suoi doni. Il cinquantaduenne chitarrista austriaco sa quello che vuole
e tiene bene le redini del gruppo, convogliandolo verso un flusso sonoro caratterizzato
da un lirismo ben distribuito, una linea melodica marcata e narrativa ("Rising
Grace"), con la tromba di Akinmusire a fare da "guastafeste" spostandone – a
tratti – il baricentro verso sonorità sbilenche. L'arpeggio ricercato, denso e sensuale
di Muthspiel apre la lunga e onirica "Intensive Care", rimarcata dalle delicate
spazzole di Blade e dalle fioriture ondivaghe di Akinmusire. I cromatismi, le spezzature
e la libertà ritmica di Mehldau giganteggiano in "Triad Song", che accelera
i tempi su di una ben solida linea melodica orecchiabile. L'agilità calda e vibrante
di Grenadier fa da collante anche nei brani più aperti, dove il fluire della musica
è convogliato dalla ritmica, mentre alla tromba spetta il compito di decostruire
le armonie, per poi ricompattarle ("Father and Sun"). Anche la struttura waltz
trova una nuova dimensione nella poetica contemporanea di Muthspiel, con Mehldau
a ricordare a tutti quanto abbia a cuore la migliore tradizione pianistica ("Wolfgang's
Waltz"). Muthspiel si alterna alla chitarra acustica ed elettrica con magnifici
risultati in entrambi i casi, creando atmosfere differenti, cambi di metronomo e
altalene di emozioni ("Superonny", "Bongaloo"). La dedica a Kenny Wheeler
crea paesaggi sonori particolarmente intensi, aprendo le porte alla ben misurata
fantasia di Blade e all'ispirazione di Akinmusire ("Den Wheeler, Den Kelly").
La breve "Ending Music" apre al brano conclusivo, dove primeggia la voce lirica
di Muthspiel dal discorso melodico equilibrato e contrappuntata alla perfezione
da Mehldau.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 27/08/2017
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