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Ambrose Akinmusire Quintet
Auditorium Parco della Musica, Roma, 14 maggio 2014
di Valeria Loprieno
foto Giacomo Citro

Ambrose Akinmusire - tromba
Charles Altura - chitarra
Sam Harris - pianoforte
Harish Raghavan - contrabbasso
Justin Brown - batteria



E' un gradito ritorno quello di Ambrose Akinmusire nella capitale. Sempre all'Auditorium Parco della Musica l'eccellente giovane trombettista americano si ripresenta con il suo solito quintetto, ad eccezion fatta del sassofonista rimpiazzato più che egregiamente dal chitarrista Charles Altura. L'occasione è l'uscita del suo nuovo album "The Imagined Savior Is Far Easier to Paint" targato, come il precedente, Blue Note. Un album più complicato rispetto ai lavori passati, perché si è avvalso di numerose collaborazioni, musicisti e cantanti, ma che nella dimensione live in quintetto riesce comunque a confermare il talento sia compositivo che esecutivo del giovane Akinmusire e dei suoi compagni artistici.

Dopo una breve intro di rodaggio, di accordo, in cui si respira un mood quasi spirituale e sacro, il quintetto incomincia a presentare i brani del nuovo album. Sono brani "Vartha", "As we Fight", "Marie Christie" in cui il leader si rivela essere un ottimo compositore. Innamorato della melodia crea delle vere e proprie canzoni che parlano attraverso suggestioni. Sono pezzi mai banali, dall'impronta molto personale, brani che giocano con il ritmo e che si prestano ad improvvisazioni articolate.

A supporto delle sue idee una squadra di giovani dalle straordinarie qualità tecniche. Su tutti il chitarrista che si è dimostrato essere un virtuoso dello strumento, ma anche un supporto ritmico dall'energia non indifferente. Dallo scorso album, quello che sembra essere un appuntamento fisso, è il brano "Regret (No More)" in cui soli sul palco il pianista e Akinmusire incominciano un dialogo intenso e vibrante, carico di quella spiritualità respirata all'inizio del concerto.

Il trombettista californiano si impone con il suo suono fluido e cristallino che guarda al passato in tutte le sue forme ma che non si sofferma su nessuna di essa, piuttosto le utilizza tutte per creare quel sound così graffiante e raffinato, una voce nuova, che si definisce di anno in anno sempre più. Una voce al servizio della musica, una tecnica al servizio dei sentimenti e delle sensazioni, un talento che si sta conquistando un posto d'onore nel jazz mondiale. Sicuramente un posto nel cuore degli ascoltatori romani lo ha ottenuto o rinforzato, suggellando il calore, tributategli dagli applausi con alcuni bis. La sensazione uscendo è che questo giovane talento diventerà il punto di riferimento della tromba jazz.






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Data pubblicazione: 08/06/2014

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