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Claudio Fasoli N.Y. 4et
Selfie
Abeat (2018)
1. Parsons Green
2. Kammertrio
3. Far; Pauly
4. Legs; Squero
5. No Kidding
6. Fit
7. Nyspel
8. Difference of Emphasis
Claudio Fasoli - tenor and soprano sax, composition Matt Mitchell - piano Matt Brewer - bass Justin Brown - drums
Via Pasubio, 6 21058 Solbiate Olona
(VA) tel/fax +39 0331 376380
A due anni di distanza dalla pubblicazione di "The Brooklyn option"
Claudio Fasoli torna ad incidere con un gruppo statunitense
di super lusso. Rispetto al precedente album ritroviamo Matt Mitchell al pianoforte,
mentre gli altri partners sono cambiati. Al posto di Drew Gress e Nasheet
Waits a basso e batteria, compaiono Matt Brewer e Justin Brown.
Ralph Alessi alla tromba, poi, completava il quintetto. Qui la formazione
è ridotta ad un quartetto.
Per realizzare questo autoritratto il musicista veneziano ha
selezionato una serie di sue composizioni già incise in altre circostanze e ha progettato
di rileggerle insieme ai più giovani compagni di viaggio. Ne è venuto fuori un cd
fresco, di un jazz moderno formalmente intricato, ma sicuramente non ostico all'ascolto.
E' un po' questa, d'altro canto, la cifra stilistica riconosciuta del settantanovenne
sassofonista milanese di adozione. Nel disco si sente, infatti, una musica provvista
di acute sottigliezze armoniche, pluritematica, in apparente equilibrio instabile,
ma dotata, invece, di un grande bilanciamento interno e assolutamente accessibile.
Fasoli utilizza di solito il sax tenore, in cui mette in mostra un timbro opaco
e profondo, molto personale, nei brani lenti e contemplativi, mentre caracolla con
un soprano zigzagante nei pezzi vivaci e tirati. In "Fit", per contro, è il soprano
a raccontare una storia dai toni sospesi e raccolti. Proprio il timbro dei suoi
strumenti così nitido e ricercato insieme, costituisce una sorta di certificato
di identità, di marchio di fabbrica della produzione Fasoliana. In alcune situazioni,
inoltre, vengono usate le sovraincisioni allo scopo di ramificare il discorso.
Nel disco effettua un lavoro fondamentale Matt Mitchell, con
il suo pianismo sfarzoso e trasversale, in grado di scoprire angoli di prospettiva
eccentrici per avvolgere i motivi scarni, ripetitivi messi in gioco dal leader e
costruire, così, un ambiente sonoro in cui la voce dei sassofoni possa entrare e
uscire a piacimento.
Brewer e Brown, da parte loro, procedono in perfetta sintonia con un accompagnamento
estroso, ricco ma non sovraccarico e obbligano i solisti a muoversi su piani inclinati,
a cercare di trovare una stabilità su una base in perenne oscillazione.
Fra i dieci titoli si segnala in particolare il lungo "Parsons green", introdotto
in solitudine dal tenore immaginoso di Fasoli e poi solcato dal pianoforte ispirato
di Matt Mitchell teso ad allargare a macchia d'olio lo spunto iniziale con decorazioni
fluenti, liquide, sino al punto in cui l'ex componente del Perigeo torna protagonista
e dà il tocco conclusivo esprimendosi con un sapiente linguaggio astratto.
"Selfie", a conti fatti, è certamente un tassello importante
nella corposa discografia del musicista veneto e testimonia il felicissimo esito
dell' incontro fra uno dei jazzisti italiani più qualificati e un trio americano
di grande affidabilità e talento.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 14/04/2019
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