Arcosoli X Edizione Parco Valle dei Templi di Agrigento 29 luglio-1 agosto 2021 di Vincenzo Fugaldi
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È proseguita la meritoria iniziativa del Parco archeologico e paesaggistico della
Valle dei Templi di Agrigento, fortemente voluta dal Direttore Roberto Sciarratta,
con quattro serate al centro della stagione estiva nella suggestiva collocazione
sotto il Tempio di Giunone.
Claudio
Fasoli è tornato a suonare nella Valle dei Templi dopo circa
quarant'anni. Il celebre disco del Perigeo «La Valle dei Templi», pubblicato
dalla RCA nel lontano 1975, fu il penultimo
disco prima dello scioglimento della storica formazione che ebbe il grande merito
di avvicinare tanti giovani e giovanissimi alla fusion, per molti porta d'ingresso
al jazz. La carriera artistica del sassofonista, come noto, si è poi sviluppata
in Italia e all'estero, con innumerevoli importantissime collaborazioni, e con i
suoi svariati gruppi e progetti discografici sempre all'insegna del rigore creativo.
Accompagnato da un gruppo in buona parte composto di siciliani (Michelangelo
Decorato al pianoforte l'unico non isolano, Nello Toscano al contrabbasso,
Paolo Vicari alla batteria), Fasoli, al sax tenore e al soprano curvo,
ha eseguito solo brani originali di sua composizione, tutti posteriori all'anno
2000, segno di un'ispirazione che tende costantemente
a rinnovarsi, senza mai tornare al passato. La cifra compositiva di Fasoli
tende a superare le classiche forme tema-improvvisazioni-tema nella ricerca di strutture
diverse, che richiedono un ascolto aperto e attento, come nel caso di Boerum
Hill, tratto dal fortunato disco registrato con musicisti statunitensi, «The
Brooklyn Option», brano nel quale il batterista Vicari ha dato ottima prova
di tecnica, swing e leggerezza di tocco. Pur dando adeguato spazio ai validi partner,
Fasoli non si è comunque risparmiato solisticamente, alternandosi fra i suoi due
strumenti con il suo suono pacato, immediatamente riconoscibile. Decorato, da tempo
collaboratore di Fasoli nel gruppo Samadhi, ha mostrato una totale adesione
all'estetica del leader, con ottime intro, buon sostegno armonico e assolo sempre
pertinenti, mentre Toscano ha come sempre fornito un sostegno solido e inappuntabile.
Il quartetto ha ospitato in alcuni brani la cantante siciliana Loredana Melodia,
che ha validamente interpretato alcune composizioni di Fasoli di cui ha composto
appositamente le liriche.
La sera successiva,
Francesco
Cafiso, in quartetto con Mauro Schiavone
al pianoforte, Pietro
Ciancaglini al contrabbasso e Marco Valeri alla batteria, era
in una serata magica. Entusiasta di un sax alto di marca King recentemente acquistato,
ansioso di sperimentarlo su un palco, Francesco ha fornito una prova magistrale,
suonando con entusiasmo contagioso. Reduce da una prova discografica molto impegnativa
(il concept album «Irene of Boston - Conversation avec Corto Maltese») realizzata
con la London Symphony Orchestra, Francesco è tornato alla formula del classico
quartetto jazz a lui molto congeniale e al fraseggio bop che tanto ama, avvalendosi
di collaboratori fidati. Ha alternato classici della tradizione (On the Trail,
la ballad Skylark, Old Milestones di John Lewis,
il monkiano Ask Me Now) a proprie composizioni (Arturo's Bull, dedicata
al modicano autore della scultura del toro di Wall Street, con un trascinante assolo
di batteria, Sixteen Minutes of Happiness, in omaggio a Gesualdo Bufalino,
il conclusivo See You Next Time). Ottimi gli equilibri in seno al combo,
con tutti gli ingredienti al loro posto, dall'intesa quasi telepatica con Schiavone
alla solidità e duttilità della sezione ritmica.
Greta Panettieri, insieme ad Andrea Sammartino al pianoforte,
Giuseppe Bassi
al contrabbasso e Alessandro Paternesi alla batteria da tempo mette a frutto
in Italia e all'estero la sua importante formativa esperienza statunitense. Sostenuta
da un validissimo trio, la cantante ha dato piena dimostrazione delle sue apprezzate
doti vocali, unite a un'ottima dimestichezza col palcoscenico. Una musicalità piena
e sicura, ricca di swing, con un repertorio – tratto dal cd «Collection» del
2020 - che andava da composizioni originali
a canzoni con i doverosi omaggi a Mina, alla quale Greta ha dedicato un disco del
2014, «Non gioco più». Da segnalare,
in un concerto tutto estremamente godibile, una versione in duo voce-pianoforte
di E se domani, e la finale, funambolica Brava, in una versione senza
parole, con un dinamicissimo scat. Bis sulle note della morriconiana Se telefonando,
la prima canzone italiana interpretata da Greta Panettieri quando risiedeva a New
York.
L'ultima serata di Arcosoli 2021 è stata
caratterizzata dalla presenza del quintetto del trombettista siciliano Alessandro
Presti, una delle ottime realtà del jazz dell'isola, che ormai gode di una meritatissima
visibilità nazionale grazie alla collaborazione con
Roberto
Gatto. Insieme al sax alto di
Daniele Tittarelli, al pianoforte di Alessandro Lanzoni,
al contrabbasso di Gabriele Evangelista e alla batteria di Enrico Morello
ha eseguito soprattutto brani nuovi che vedranno la luce in un disco in uscita nel
prossimo autunno, e che sarà il nuovo disco a suo nome dopo «Halaesa» del
2016 (CamJazz). L'ultimo brano del concerto,
risalente a qualche anno addietro, era un tipico brano di stile hardbop, mentre
le composizioni recenti testimoniano una evoluzione stilistica di Presti verso un
jazz più attuale, concettuale, elaborato, che trova nei fidi partner il terreno
ideale per esprimersi. Il suono pulito e il fraseggio del trombettista lo posizionano
tra le migliori realtà del jazz italiano di oggi. Ottima la scelta di Tittarelli
al sax, che asseconda il leader con impegno e competenza, agevolando la perfetta
resa delle valide composizioni. Della ritmica non si potrebbe dir meglio, tutti
musicisti che son giunti molto presto a una piena maturità artistica, e lo si è
avvertito pienamente nello scorrere della musica, nel pregevole lavoro ritmico-armonico
di Lanzoni ed Evangelista, e nel versatile drumming di Morello, protagonista anche
di una pregevole introduzione a Giallo. Bis sulle immortali note della golsoniana
Along Came Betty.