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Massimo Donà Ensemble
Iperboliche Distanze
Caligola (2020)
1. Come il diamante
2. Dabadada
3. Pensiero imperfetto
4. Ai sciops
5. Never Mind
6. Sfere (C.Fasoli)
7. Bonum
8. Trista luce
9. Le scorribande di Ben
10. Come il diamante. The end.
Massimo Donà - trumpet, guitar, feet)
Michele Polga - tenor and soprano sax)
Bebo Baldan - synth)
Maurizio Trionfo - guitars)
Marco Ponchiroli - Fender Rhodes)
Stefano Olivato - electric bass),
Davide Ragazzoni - drums)
David Riondino - voice
Special Guests:
Paolo Damiani
- cello) on 1/2/3/8
Claudio Fasoli
- tenor and soprano sax) on 3/6/7/8
Michele Calgaro - electric guitar) on 3/7/9
Pasquale Mirra - vibes) on 1/2/8
Lello Gnesutta - electric bass) on 5
Enrico Rava
- flugelhorn) on 2
Dopo la registrazione dedicata a San Giuseppe da Copertino, Massimo Donà
si rivolge all'opera di Andrea Emo, pensatore acutissimo, misconosciuto filosofo
veneto, messo in luce e portato all'attenzione del mondo accademico, e non solo,
da Massimo Cacciari, Romano Gasparotti e dallo stesso professore-musicista mestrino.
Si tratta, a tutti gli effetti, di un concept-album, dove le intuizioni, le riflessioni
di Emo sono lette in maniera asciutta, senza alcuna enfasi, da David Riondino,
mentre il gruppo lavora di lato o in sottofondo, salvo venire in primo piano, una
volta conclusa la parte parlata. Il cd comprende nove tracce a firma di Donà e una
di
Claudio Fasoli, ospite speciale della formazione, presente
in quattro episodi. In "Dabadada", poi, suona Enrico Rava, mentre fanno la loro
parte, da guest star, pure Michele Calgaro, Paolo Damiani e Pasquale Mirra
in altri brani. Insomma il band-leader ha voluto fare le cose in grande per incidere
su disco un progetto che ha avuto la sua genesi in uno spettacolo dal vivo, affiancando
al suo ottetto una serie di personaggi di un certo lustro e di sensibilità aderente
per sviluppare al meglio le sue idee compositive. La musica di "Iperboliche distanze"
muove spesso da temi semplici e ripetitivi, su ritmi vicini allo swing, al rock
and roll, al funky. In certe situazioni si aprono, viceversa, parentesi di
carattere incerto, prive di una cadenza temporale, a significare un senso di
attesa, di esitazione. Il sound ondeggia, complessivamente, verso le atmosfere
del jazz elettrico degli anni sessanta-settanta, messo in risalto dal
particolare timbro del fender rhodes di Marco Ponchiroli e dallo walkin'bass di
Stefano Olivato. Fa storia a sé "Sfere", appannaggio di un lungo,
appassionato e profondo solo di Claudio Fasoli in dialogo con il tono sommesso
della voce di Riondino, di tale qualità da confezionare il vertice dell'intera
opera.
L'album dura più di settanta minuti e, in qualche punto, si verifica una qualche
asincronia fra il parlato e la proposta musicale, ma globalmente si può
affermare che Massimo Donà abbia affrontato una prova complicata, rileggere
testi filosofici in jazz, e ne sia uscito vincitore, grazie ad una grande
passione per la materia trattata e al coraggio di sperimentare abbinamenti
inediti fra campi di lavoro apparentemente lontanissimi, dimostrando la
possibilità di trovare collegamenti mai banali fra la musica e le altre
discipline.
Gianni Montano per Jazzitalia
05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
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Data pubblicazione: 10/01/2021
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