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Intervista a Enrico Rava
di Marco Losavio e Alceste Ayroldi

Enrico Rava inizia la sua carriera di musicista a , dove suona con Maurizio Lama, Franco Mondini...erano i tempi dello Swing Club gestito dalla Ninni. In quegli anni a Torino giunsero molti musicisti e cominciava a delinearsi una certa avanguardia in cui lo stesso Rava ne fu artefice e così si ritrovò a suonare anche con i Detroit Free Ensamble, con Don Moye che aveva 18 anni...Poi andò a New York...

E.R.: Non ho deciso di andare a New York bensì vi sono stato portato da Steve Lacy, nel '67. Prima di New York siamo stati a Buenos Aires e dopo un anno di Argentina, mentre bassista e batterista, Johnny Dyani e Louis T. Moholo, sono rientrati a Londra, Steve ed io siamo invece andati a NY e lì ho deciso di rimanerci, vi ho fatto tutte le pratiche necessarie, la carta verde...Non è stato duro anzi, è stato tutto molto facile perchè sono arrivato con Steve che mi ha fatto molta pubblicità in quel giro che era il giro dell'avanguardia di allora pertanto mi sono trovato immediatamente a suonare con i grandi di quel circuito. Avevo rapporti quotidiani, di amicizia, con tutti i grandi di quel genere da Albert Ayler a Charlie Haden...suonavo nei loro gruppi, suonavo nella Jazz Composer Orchestra. Chiaramente era un tipo di lavoro che non rendeva chissà che cifre, ma rendeva da sopravvivere...da musicista...da musicista povero, però andando nei locali a sentire musica si riusciva a non pagare magari perchè si conosceva la cassiera...Poi c'è stata una svolta in quel senso lì. Nel '72 ho fatto una piccola tournèe in Italia e mi sono reso conto che quei 4/5 anni a NY mi avevano fruttato moltissimo fuori dagli USA, in Europa in Giappone. Io non avevo idea di ciò ma quando ho telefonato al fratello di Maurizio Lama per chiedergli di organizzare una piccola tournèe, dopo una settimana mi ha ritelefonato e mi ha detto "Vieni, portati un gruppo dall'America, non ci sono problemi" ed infatti siamo venuti ed è andata benissimo qui in Italia, abbiamo suonato in Francia ed è andata benissimo, mi ha cominciato a cercare l'ECM e lì c'è stata una svolta assoluta del mio modo di vivere, ho cominciato ad essere un musicista che sta bene.

M.L.: Ma quando hai deciso di fare il musicista?
E.R.: Ho deciso più o meno a 23 anni, è stato Gato Barbieri a darmi una spinta decisiva. Quando sono andato a NY io sono andato a vivere proprio a casa di Gato...NY è stata molto importante anche dal punto di vista pratico perchè in quegli anni un concertino anche con 50 persone rimbalzava sui giornali di tutto il mondo come Jazz Magazine in Francia. Il fatto che io uscissi regolarmente nel referendum del Downbeat in quegli anni su cui  poi nel '76 ho avuto un'intervista di 4 pagine, mi hanno fatto la copertina, poi l'anno successivo di nuovo e ciò mi è servito tantissimo. Dal punto di vista del piacere mio personale mi è servito ancora di più, mi ha fatto stare molto bene.
Io ho vissuto il jazz a Torino da appassionato e poi mi sono ritrovato a NY, avevo Ornette Coleman che mi chiamava per fare le prove...i primi tempi stentavo a crederci, anche mentre camminavo per strada, vedevo i taxi gialli e tutti questi personaggi che per noi italiani che venivamo da un'Italia molto pre-sessantottina, quindi molto grigia con molto Vaticano, era una cosa strna...e solo vedere la gente come era vestita per strada, questi neri, i capelloni....era uno spettacolo e ci ho messo un po' per abituarmi. Purtroppo poi mi sono abituato ma i primi tempi era un vero divertimento 24 ore al giorno. Poi erano i tempi in cui suonavano ancora i grandi nei club. Nei club ho sentito Monk, Miles, Jackie McLean quando era al suo massimo, Freddie Hubbard quando suonava benissimo, Lee Morgan, tutti, Albert Ayler, Cecil Taylor, il gruppo di Archie Shepp, quello bello coi due tromboni...e uno usciva la sera ed aveva l'imbarazzo della scelta. E' però una cosa che è durata poco perchè poi verso metà degli anni '70 è cambiata la scena, è diventato tutto molto più commerciale, è venuto fuori il jazz rock. E' arrivata un'onda che ha contribuito al taglio di tutti i fondi per la cultura....e infatti nel '78 sono tornato in Italia con tanti dubbi ma fortunatamente mi sono trovato così bene, anche in Europa, che non ho avuto più il desiderio di ritornare in America. Per un periodo ho continuato a mantenere la validità dei documenti ma poi è diventato un problema perchè quando si ha la carta verde si devono pagare le tasse in America, non ci si può assentare per più di dodici mesi...insomma alla fine diventava troppo complicato e così ho rinunciato. Comunque ci vado spesso a suonare negli Stati Uniti...

M.L.: Dall'avanguardia a fine esecutore di ballad, un percorso inaspettato...spesso è stato il contrario se penso a lacy stesso o a Coltrane...
E.R.: E' stato il percorso più normale e coerente...a volte è il contrario, è vero, come per Steve (Lacy) che è partito dal Dixie, nel caso di Coltrane...magari è morto troppo presto altrimenti sarebbe tornato a suonare ballad che è la cosa che faceva meglio. Nel mio caso io sono uno con un fortissimo senso melodico ed anche quando suonavo avanguardia, facevo free, io ero uno che cercava sempre di suonare delle melodie e forse questo è il motivo per cui pur essendo nella situazione in cui c'erano decine di altri trombettisti bravissimi, io lavoravo e avevo questa particolarità che probabilmente risultava attraente ai musicisti americani.

M.L.: Forse derivava dall'essere italiano, dalla nostra cultura melodica...
E.R.: Probabile...sicuramente, anche se non siamo gli unici ad avere questo senso melodico. Se si vedono gli altri europei sono molto pragmatici. Ma per la melodia e il calore siamo migliori. Infatti, se devo essere sincero, oggi i musicisti con cui mi diverto di più sono gli italiani. Mi diverto più a suonare con musicisti italiani che con quasi qualunque americano bravissimo. Recentemente ho suonato con alcuni americani bravissimi e rimpiangevo ad esempio Rosario (Bonaccorso), dicevo "peccato che non c'è Roberto (Gatto)"...perchè Roberto è uno che suona la batteria meravigliosamente...ha un controllo assoluto dello strumento ma la fa anche cantare...Credo che oggi i nostri musicisti italiani siano tra i più quotati in Europa, basti pensare che ovunque uno vada in Europa trova sempre un italiano che suona, da Fresu a Boltro a Bosso, Di Battista, Giuliani, Pieranunzi, Bollani sono d'appertutto nei festival europei. Gli unici europei che suonano fuori dal loro paese sono gli italiani. E' difficile trovare un tedesco al festival di Marçiac, mentre invece io c'ero, c'era anche Di Battista, c'era Riccardo Fassi. E' difficile trovare francesi ad un festival tedesco invece ci sono gli italiani. Al festival di Montreaux in Canada c'erano almeno dodici gruppi italiani. Per non parlare poi di questi ultimi, questo ragazzino fenomenale che è uscito adesso, Cafiso, che è veramente straordinario, è un caso. A 15 anni neanche Parker suonava così, neanche Armstrong. Quindi se ha delle mancanze per ora gliele possiamo anche far passare senza problemi perchè a 15 anni, in generale, sono tutti in giro fuori a fare i "deficienti"...(risate)...e invece questo suona in modo pazzesco con una conoscenza di cose che non conosce...perchè non è uno colto di jazz. Io sono un grande appassionato e conoscitore di jazz, con migliaia di dischi, un sacco di storie e potrei anche scrivere un libro mentre Francesco no...quindi non è solo il suonar bene, lui queste conoscenze le ha dentro, non so da dove gli sono arrivate. E' una cosa che gli è successa naturalmente. Daltronde se si volessero fare dei paragoni viene in mente, che so, Glenn Gould che a dieci anni suonava il piano o Mozart che a tre anni si esibiva e uno si chiede da dove viene questa capacità. I bambini che a dieci anni fanno dei calcoli matematici trascendentali...poi magari a ventanni non è più cresciuto però per ora abbiamo questo ragazzo che a gennaio, quando ero al Blue Note a New York e lui era ospite del gruppo di Marsalis al Lincoln Center, ha fatto due soli al termine dei quali c'è stata una standing ovation, la gente si è alzata in piedi e ha applaudito. C'era Clark Terry che piangeva e Percy Heath che a ottan'tanni è andato da lui e gli ha dato la mano ringraziandolo per le emozioni che gli aveva fatto provare. Quindi è un segno, vuol dire che c'è qualcosa che sta succedendo...

A.A.: Ci tieni molto ai giovani, hai messo in piedi il progetto Rava Under 21...
E.R.: Ieri sera sono stato infatti all'inaugurazione a Porto San Giorgio, abbiamo suonato benissimo, la gente ha gradito molto...

M.L.: Non credi che si possa correre il rischio di guardare più al fenomeno e poco alla persona...probabilmente voi, quelli che poi di fatto rappresentate in un certo qual modo il jazz italiano, dovreste tutelarlo un po' di più...
E.R.: Sai, quando Cafiso è uscito aveva dodici anni e lo facevano già suonare nei festival. Io ero inizialmente contrario, perchè a dodici anni si è con i propri coetanei a giocare ma quando l'ho sentito ho capito che era un caso particolare, speciale...

M.L.: Se prendessi la tromba in questo istante, qual è il primo pezzo che suoneresti?
E.R.: Mi viene in mente...My Funny Valentine...

M.L.: Perchè?
E.R.: Non lo so...mi è venuto in mente quello...ma non credo che lo suonerò stasera...(ndr. l'ha suonato!)

M.L.: Il proprio suono, quando lo si ha, è l'elemento che identifica ogni musicista. Come si fa ad avere un proprio suono, va cercato o si deve aspettare che arrivi?
E.R.: Il suono è la propria voce, è la voce della propria anima. O uno riesce a mettersi in contatto con se stesso o niente. Ci sono grandi musicisti che non riescono comunque a mettersi in contatto con se stessi pertanto riproducono il suono di altri. Magari sono grandissimi, c'è tutta una schiera di nuovi trombettisti americani ipertecnici che però non hanno un loro suono. Normalmente un po' è lo studio dello strumento classico che porta a non trovare più il proprio suono perchè si ha un'idea astratta di quello che dovrebbe essere il suono puro dello strumento. Nel jazz di prima, parliamo degli anni '20, praticamente non c'era nessuno che non avesse un proprio suono. Se uno sente Bix ha un suono completamente diverso da quello di Armstrong il quale ce l'ha completamente diverso da quello di George Mitchell che era il trombettista di Jelly Roll Morton...erano quasi tutti autodidatti e questa è anche un po' la caratteristica del jazz che era un po' una via dimezzo col folklore e come quasi tutte le musiche etniche, i musicisti hanno la loro tecnica che addirittura nascondono. Per esempio tra i musicisti africani c'è un flautista che ha una tecnica particolare che non consente di vedere cosa fa. E nel jazz era così, ad esempio Freddy Keppard, che era uno dei grandi, il primo diretto discendente del capostipite che era Buddy Bolden, suonava con il fazzoletto per non far vedere la sua diteggiatura e non ha fatto dischi per non permettere di essere copiato, poi alla fine li ha fatti anche per soldi ma già non suonava più come agli inizi. Infatti non abbiamo un documento che ci faccia capire come suonasse Freddy Keppard di cui tutti ci dicono meraviglie ma che dai dischi non c'è nulla di speciale poichè nel suo periodo d'oro non ha inciso appunto per non essere copiato. Oggi è esattamente il contrario, tutti copiano e tutti si fanno copiare. Si creano dei modelli e più ci si avvicina a questo modello meglio è, un po' come i Giapponesi che hanno un concettto artistico lievemente differente dal nostro. Noi abbiamo un concetto dell'arte originale, mentre in Giappone c'è un modello come ad esempio il grande pittore Hiroshige chi più si avvicina a lui più è considerato. E noi stiamo un po' diventando come i giapponesi e queste scuole che ci sono, come il Berklee, tendono un po' ad appiattire il tutto, anche se servono molto...

M.L.: Di cosa ha bisogno la musica jazz in Italia?
E.R.: Secondo me la musica jazz in Italia non funziona male...in Italia forse c'è più attività jazzistica rispetto al resto d'Europa. La differenza con la Francia è che lì, ad esempio, la musica è più istituzionalizzata. Il bello della Francia è che, essendo istituzionalizzata, non c'è pericolo che domani mattina cambia assessore a cui magari piace il tennis e non il jazz e quindi non da più una lira per la musica però nello stesso tempo la situazione è anche un po' più piatta. Ho molti amici musicisti francesi e italiani che vivono in Francia, passano molto tempo a scrivere lettere perchè la burocrazia per ottenere questi vantaggi non è semplice...Da noi in Italia la situazione è un po' selvaggia, se vogliamo...Ma quello che veramente serve in Italia è un'istruzione per lo meno minima nelle scuole, dalle elementari fino alla maturità. In questo gli Americani sono più attenti, in questo modo a 15/16 anni se uno vuole decidere di fare il musicista ha già una base, sa leggere la musica, magari suona uno strumento...Ma questa sarebbe l'unica cosa che secondo me potrebbe servire perchè per il resto sono anche contrario che lo Stato si occupi troppo delle nostre cose in quanto in genere nel momento in cui se ne occupa le cose peggiorano, si creano delle complicazioni. Delle cose stanno funzionando, ci sono dei sindaci come Veltroni che amano il jazz. A Roma Veltroni è stato magnifico, ha creato un grosso pubblico, ogni tanto hanno fatto magari degli errori, come un'attività...esagerata...con il rischio di creare saturazione ma nell'insime non possiamo che ringraziarlo perchè ha creato a Roma non solo lavoro, che è importante, ma un pubblico, che è fondamentale. D'estate c'è un concerto al giorno e sono sempre pieni, i giornali ne parlano e si crea così un circolo virtuoso...però istituzionalizzare le cose non mi piace, mi piace essere libero e sapere di non dover dare nulla in cambio...

M.L.: La televisone potrebbe fare qualcosa?
E.R.: Eh sì, la televisione è potentissima ma non possiamo farci più di tanto perchè comunque la televisione fa poi quello che vuole. Purtroppo ci sono dei direttori che ritengono che la musica non sia televisiva. E non è solo il jazz che manca, ma oramai anche la musica classica, quella sinfonica. Una volta li facevano, ricordo che Canale 5 comprava i concerti dalla BBC fatti in Inghilterra girati benissimo con la camera che andava esattamente sulla sezione di violini quando stavano suonando e non come capita normalmente che al momento del solo cambiano inquadratura...erano bellissimi e tutto ciò è sparito perchè nella mente di questi direttori che io ho avuto occasione di conoscere la musica non è televisiva...e questa è una grande...str...ma che ci vogliamo fare? Non possiamo forzare...non credo che un'istituzione possa obbligare più di tanto...loro si basano sull'auditel...comunque viviamo bene ugualmente...ci sono i dischi...ci sono altre cose che mi preoccupano come ad esempio il fatto che la Fnac francese ha deciso di non avere più di 300 titoli di jazz nei propri magazzini e ciò vuol dire che tutti i dischi che vendono meno di un certo tot risulteranno introvabili e questo è molto triste anche perchè la Fnac non è solo Francia ma anche Italia.

M.L.: Al nome di Enrico Rava è spesso associata la definizione "le note necessarie"...se non erro fu Joao Gilberto a dirti: "suona solo le note necessarie". Come si fa ad individuarle?
E.R.: Le note necessarie sono quelle che rimangono quando si sono eliminate quelle non necessarie. Bisogna lavorare per individuarle...bisogna tendere ad asciugare e non è facile perchè si tende sempre a suonarsi addosso, tutti tendiamo a suonarci addosso...meno Joao Gilberto...!








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i 376 scatti di Francesco Truono a Umbria Jazz Winter 2008 - 2009.

12/10/2008

Roccella Jazz Festival 2008, "Terremoti": "In un sud che stenta sempre più a organizzare eventi jazzistici di rilievo, conforta vedere come i "Rumori mediterranei", alla ventottesima edizione, si rinforzino, raggiungendo numeri davvero ragguardevoli: 11 giorni di durata e 34 concerti, dislocati fra 9 comuni della provincia di Reggio Calabria, oltre alla consueta copiosa attività seminariale." (Enzo Fugaldi)

29/06/2008

si è concluso il Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "...una prima edizione ben riuscita, tanto sotto l'aspetto musicale che per il buon seguito di pubblico, giunto anche dalle province limitrofe, il cui successo ha indotto già le realtà organizzatrici, Comune di Vittoria in testa, a dare appuntamento all'anno prossimo per l'edizione numero due..." (Antonio Terzo)

15/06/2008

A New Conversations - Vicenza Jazz 2008 si distingue, tra gli altri, Ariel, un pianista di soli dieci anni: "Se si ascolta e si guarda allo stesso tempo, puo' prevalere a volte la tenerezza e lo stupore per le capacita' tecniche di un bambino. Ma se si chiudono gli occhi si capisce che non c'e' alcuna differenza con un pianista maturo. Padronanza ritmica, gradevolezza melodica, capacita' improvvisativa e soprattutto di scrittura..." (Giovanni Greto)

24/02/2008

Tenco's Jazz, l'anima Jazz della musica di Luigi Tenco: "Il Jazz in fondo ci faceva sentire un po' più nobili. Era uno dei pochi universi in cui ci si potesse riconoscere. Ci serviva per oltrepassare una musica leggera deteriore, impraticabile. Dovevamo per forza individuare un filone nuovo, che in pratica emerse da un miscuglio di jazz e altro..." (Roberto Arcuri)

11/02/2008

European Jazz Expo. International Talent Showcase, 25° Jazz in Sardegna: "Sono impressionanti i numeri dell'expo cagliaritana: 7 sale affollate in 4 giorni da oltre 400 artisti e oltre 20.000 spettatori, in una Città della musica allestita appositamente all'interno della Fiera internazionale della Sardegna. Quest'anno si festeggiavano i 25 anni dell'esistenza di questo celebre evento e...Orientarsi all'interno della pantagruelica offerta musicale cagliaritana è arduo." (Enzo Fugaldi)

29/01/2008

Enrico Rava - Stefano Bollani allo Sheraton Hotel di Bari: "...due artisti che insieme ne creano un terzo, forse proprio quel "terzo uomo" da cui l'album prende nome e connotazione: quel velo musicale che prende sembianze umane e che insieme a Rava e Bollani incanta e stupisce con la forza di una creazione musicale nuova e sincera." (Angelo Ruggiero)

05/01/2008

Gino Paoli con il suo Milestones al NotomusicaFestival: "E' stato un incontro di jazz come ce ne sono stati altri tra il grande patrimonio della canzone italiana d'autore e non. Una via percorsa da tempo da parte di alcuni musicisti nostrani che hanno capito che si poteva creare un filone tutto italiano di jazz pescando nella nostra tradizione." (Giuseppe Mavilla)

03/01/2008

Umbria Jazz Winter #15, l'anno del Jazz Made in Italy: "Oltre 60 concerti a pagamento e circa 50 ad ingresso libero, 12 mila le presenze paganti, 165 mila euro gli incassi ai botteghini, 65 mila le presenze complessive, 180 artisti, 80 persone di staff, 25 tecnici, 50 unità di servizio e 210 le persone direttamente impegnate nella organizzazione del festival..." (Marcello Migliosi)

03/11/2007

"E' stato il poeta della tromba, Enrico Rava, ad aprire la stagione invernale del Jazz Club Perugia, in programma fino al prossimo 11 aprile presso l'auditorium dell'Hotel Giò Jazz Area di Perugia." (Marcello Migliosi)

26/08/2007

Multiculturita Summer Jazz 2007, i concerti di Balducci Ensamble, Funk Off, Rava Quintet, Gino Paoli e il quartetto di Pat Metheny e Brad Mehldau, l'intervista a Pat Metheny: "Capurso capitale pugliese del jazz nell'estate 2007. Non si tratta di un messaggio promozionale volto a promuovere un evento, ma un giusto riconoscimento per chi ha consentito a questo paese, sito nell'hinterland barese, di divenire in così pochi anni uno dei punti di riferimento regionali dal punto di vista musicale..." (Alberto Francavilla - Marco Losavio)

08/08/2007

The words and the days (Enrico Rava)

28/06/2007

Nuova gallery con le foto di Marco D'Amico.

14/05/2007

Enrico Rava Quintet all'Auditorium di Roma: "La musica che oggi il trombettista propone, lontana dai più banali stereotipi jazzistici, è frutto di un lungo percorso che dall'inizio degli anni settanta si è spinto fino ad oggi sviluppando - secondo una propria coerenza - un linguaggio personale ed indipendente, una visione della musica fortemente caratterizzata." (Marco De Masi)

09/04/2007

Padova Porsche Jazz festival: un Dave Holland Quintet che non decolla, una eccellente ma poco seguita serata con Claudio Fasoli e la Civica Big Band di Milano e un intraprendente Mino Cinelu polistrumentista in un bel concerto in solo che però non cattura l'attezione del pubblico. (Giovanni Greto)

01/02/2007

Journey to Donnafugata (Salvatore Bonafede)

16/12/2006

Enrico Rava, Aldo Romano, Joey Baron, Henri Texier, Dado Moroni...dalla rassegna Jazz&Wine of Peace 2006 (Luca D'Agostino - Phocus Agency)

29/10/2006

Omar Sosa, Favata - Di Bonaventura - Gandhi, Enrico Rava con la New Generation dal DiVino Jazz Festival (Francesco Truono)

24/04/2006

Enrico Rava e Franco D'andrea La Palma: "Se Rava ama la melodia nel fraseggio ... D'Andrea procede dal piccolo al grande con la curiosità di scoprire anche in un frammento di tema l'occasione per una proliferazione di variazioni o suggestioni..." (Daniele Mastrangelo)

09/04/2006

Enrico Rava e Dado Moroni: "Gran parte del pubblico ha dimostrato di gradire la scelta di un repertorio di standards, che non ha tuttavia emozionato gli appassionati di jazz..." (Giovanni Greto)

22/03/2006

Le foto di Franco D'Andrea ed Enrico Rava a La Palma

07/02/2006

Una "Italian Jazz Musicians Gallery" a cura di Jos L. Knaepen

06/02/2006

Franco Cerri: ottant'anni suonati!! Teatro Arcimboldi, Milano - 28 gennaio 2006 (Giorgio Alto)

06/11/2005

Le foto dell'Enrico Rava Quintet a Jazz in Parco 2005. (Francesco Truono)

28/10/2005

Enrico Rava e Pat Metheny Live ad Alghero nella gallery a cura di Fabio Doro.

15/10/2005

Tati (Enrico Rava)

03/09/2005

Makin Whoopee - Stormy Weather (Andrea Pozza)

07/05/2005

Francesco Bearzatti e il suo Bizart Trio insieme a Enrico Rava: "...La musica del quartetto è una musica larga, che respira, fatta anche di pause, di spazi aperti…ma soprattutto è una musica dove trovano posto senza sopraffarsi a vicenda, anzi, arricchendosi reciprocamente in un'autentica contaminazione..." (Vito Mancino)

08/12/2004

L'Enrico Rava Quintet apre la rassegna Antiphonae 2004: "...L'ambiente, già caldo per l'intera performance, diventa incandescente: è in piedi, canta ed applaude i cinque musicisti presenti sul palco..." (A. Ayroldi, M. Losavio)

08/12/2004

Intervista ad Andrea Pozza: "...non è detto che l'idea compositiva la si riesca ad eseguire al meglio...anche perchè non hai nessun punto di riferimento quindi è una cosa che prende molta energia..." (Marco Losavio)

09/11/2004

Enrico Rava Under 21, "...il suo carisma rimane alto, la sua tromba e il suo flicorno raggiungono momenti di poesia unici che pochi musicisti oggi si possono permettere..." (Paolo Carradori)

30/06/2004

Easy Living (Enrico Rava)

18/04/2004

Intervista a Enrico Rava: "Conosco molti musicisti che sono rimasti intrappolati nella gabbia del free jazz, che secondo me aveva un senso nel '68 o nel '70, e fanno le stesse cose che facevano trent'anni fa per un motivo ideologico...alcuni si sentono in lotta contro il resto del mondo, soli contro tutti." (Francesco Ughi)

04/04/2004

Enrico Rava Quintet a Busto Arsizio: "...uno dei musicisti italiani più rappresentativi ed apprezzati a livello internazionale...accompagnato da un affiatato e fantasioso quartetto composto da musicisti dotati di originalità e classe..." (Franco Donaggio)





Video:
Enrico Rava Quintet Standards "I'll Close My Eyes" - al Moro Jazz Pub - Cava de' Tirreni - Salerno
Enrico Rava Quintet Standards in "I'll Close My Eyes" (Buddy Kaye / Billy Reid) excerpt, in Concert al Moro Jazz Pub - Cava de&#...
inserito il 16/12/2010  da - visualizzazioni: 5587
Enrico Rava Quintet Standards "Autumn Leaves" - al Moro Jazz Pub - Cava de' Tirreni - Salerno
Enrico Rava Quintet Standards in "Autumn Leaves" (Joseph Kosma) excerpt, in Concert al Moro Jazz Pub - Cava de' Tirreni - SalernoEnr...
inserito il 15/12/2010  da - visualizzazioni: 5283
Enrico Rava Quintet Standards "Doxy" - al Moro Jazz Pub - Cava de' Tirreni - Salerno
Enrico Rava Quintet Standards in Doxy (Sonny Rollins) excerpt, in Concert al Moro Jazz Pub - Cava de' Tirreni - SalernoEnrico Rava trumpet,Din...
inserito il 05/12/2010  da - visualizzazioni: 5673
Enrico Rava Quintet Standards "Scrapple From The Apple" - Moro Jazz Pub - Cava de' Tirreni - Salerno
Enrico Rava Quintet Standards in Scrapple From The Apple (C. Parker) excerpt, in Concert al Moro Jazz Pub - Cava de' Tirreni - SalernoEnrico R...
inserito il 04/12/2010  da - visualizzazioni: 5738
Enrico Rava Quintet Standards "Poinciana" - al Moro Jazz Pub - Cava de' Tirreni - Salerno
Enrico Rava Quintet Standards in "Poinciana" (Nat Simon - Buddy Bernier) excerpt, brano popolare, conosciuto in molte versioni, tra le indim...
inserito il 03/12/2010  da - visualizzazioni: 5550
Viva Palermo e Santa Rosalia - Enrico Rava & Salvatore Bonafede
Spettacolo "Viva Palermo e Santa Rosalia", regia di Ciprì&Maresco, Bologna 30 06 2005, Salvatore Bonafede - piano, Enrico Rava - tr...
inserito il 07/03/2010  da salvatorebonafede - visualizzazioni: 4689
Enrico Rava - Live Genova Jazz per Haiti 1/2/2010
il Jazz Genovese per Haiti - Teatro della Corte Lunedì 1 febbraio 2010 - Enrico Rava, Aldo Zunino,Andrea Pozza e Alfred Kramer...
inserito il 11/02/2010  da Mazzipunk - visualizzazioni: 5140
c.t.'s dance - enrico rava ('75)
from "pupa o crisalide" b: giovanni tommaso...
inserito il 05/02/2010  da zenzokasai - visualizzazioni: 4578
Enrico Rava "Rapsodia in Blu" PM Jazz Lab Tentet con Petrella & Trovesi - Umbria Jazz Winter 17(2/2)
Enrico Rava "Parco della Musica" Jazz Lab Tentet ed il suo ultimo progetto, che lo porta a rileggere le partiture di George Gershwin. Lo fa ...
inserito il 09/01/2010  da nickingos - visualizzazioni: 5876
Enrico Rava "Rapsodia in Blu" PM Jazz Lab Tentet con Petrella & Trovesi - Umbria Jazz Winter 17(1/2)
Enrico Rava "Parco della Musica" Jazz Lab Tentet ed il suo ultimo progetto, che lo porta a rileggere le partiture di George Gershwin. Lo fa ...
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Enrico Rava in HK (3)
Enrico Rava New Quintet in HK Cultural Centre (Soundcheck) ~ Hong Kong Int'l Jazz Festival 2009 (14/10/2009)...
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Enrico Rava in HK (5)
Enrico Rava New Quintet in HK Cultural Centre (Soundcheck) ~ Hong Kong Int'l Jazz Festival 2009 (14/10/2009...
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Duo Enrico Rava - Enrico Pieranunzi
Prove ed interviste al duo E.Rava/E.Pieranunzi ad Aosta il 13/10/94. Durata originale del video 26'...
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Jazz Time Enrico Rava e Dado Moroni duo clip
Jazz Time - E.Rava, D.Moroni duo [Inv n. MRT PM 010 ] , , Anno di edizione del prodotto multimediale : 2003 , Genere : Documentario , Autore : Marc...
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Enrico Rava - Certi angoli segreti
"Certi angoli segreti", from the album "New York Days" (ECM-2009), Enrico Rava, Mark Turner, Stefano Bollani, Larry Grenadier, Pau...
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Jazz Middelheim 2009 : Philip Catherine, Enrico Rava, Ricardo del Fra & Aldo Romano
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Enrico Rava CT
25 novembre 2008 Catania, Enrico Rava, tromba; Gianluca Petrella trombone; Giovanni Guidi, piano; Pietro Leveratto, contrabbasso; Fabrizio Sferra, bat...
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Enrico Rava Catania
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Larry Grenadier Stefano Bollani ed Enrico Rava New York Days Poggibonsi IGT 2009
Larry Grenadier e il suo contrabbasso capace di farmi pensare a Steve Harris parecchie volte e di riempire ogni singolo vuoto del fluire della musica...
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Stefano Bollani ed Enrico Rava inizio concerto Poggibonsi 5 Febbraio 2009
Iil trombettista torinese presentare le musiche del suo ultimo progetto musicale Enrico Rava New York Days, il Cd inciso per la prestigiosa etichetta ...
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Enrico Rava Live in Poggibonsi 5 Febbraio 2009
Enrico Rava è il musicista italiano che più di ogni altro ha vissuto da protagonista alcuni dei momenti fondamentali della storia del jazz; ...
inserito il 05/02/2009  da burde73 - visualizzazioni: 5579
Enrico Rava conferenza stampa
Enrico Rava...
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Enrico Rava
Enrico Rava eâ?? senzâ??altro il più famoso musicista italiano nel mondo. Enrico, a quasi settanta anni, è ancora cons...
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enrico rava quintet_gianluca petrella
assolo di gianluca petrella. concerto al teatro augusteo di napoli - 14.01.08...
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concerto al teatro augusteo di napoli - 14.01.08 - enrico rava_trumpet, gianluca petrella_trombone, andrea pozza_piano, rosario bonaccorso_double-bas,...
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Sergio Rubini + Enrico Rava: Requiem per Chris
Sergio Rubini ed Enrico Rava raccontano il loro nuovo spettacolo; Requiem per Chris. Nuovo Montevergini, 3 novembre 2007. Anno terzo: tra cinema e tea...
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ENRICO RAVA quartet al DALTROCANTO
Concerto dell' Enrico Rava Quartet con Stefano Bollani al pianofort, Ares Tavolazzi al basso e Mirco Mariani alla batteria. Sala Consiiglio Comunale S...
inserito il 15/09/2007  da pensatojo - visualizzazioni: 5415
Enrico Rava Lavori Casalinghi
Brano di Rava dedicato a Massimo Urbani, Rava's tune dedicated to Massimo Urbani, Enrico Rava trumpet, Massimo Urbani alto saxophone, Bobo Stenson pia...
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Enrico Rava Quintet - Sibiu Jazz Festival 2007 - #1-1
Enrico Rava Quintet - Sibiu Jazz Festival 2007 (Enrico Rava - trumpet, Gianluca Petrella - trombone, Andrea Pozza - piano, Rosario Bonaccorso - bass, ...
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Enrico Rava Quintet - Sibiu Jazz Festival 2007 - #2-3
Enrico Rava Quintet - Sibiu Jazz Festival 2007 (Enrico Rava - trumpet, Gianluca Petrella - trombone, Andrea Pozza - piano, Rosario Bonaccorso - bass, ...
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Enrico Rava Quintet - Sibiu Jazz Festival 2007 - #2-2
Enrico Rava Quintet - Sibiu Jazz Festival 2007 (Enrico Rava - trumpet, Gianluca Petrella - trombone, Andrea Pozza - piano, Rosario Bonaccorso - bass, ...
inserito il 01/06/2007  da GabrielM2007 - visualizzazioni: 4645
Enrico Rava Quintet - Sibiu Jazz Festival 2007 - #2-1
Enrico Rava Quintet - Sibiu Jazz Festival 2007 (Enrico Rava - trumpet, Gianluca Petrella - trombone, Andrea Pozza - piano, Rosario Bonaccorso - bass, ...
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Enrico Rava Quintet - Sibiu Jazz Festival 2007 - #1-2
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Enrico Rava And Richard Galliano play Spleen
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Enrico Rava & Paolo Fresu
Very, very beautiful,,Round About Midnight...
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Enrico Rava Quintet
Trumpetist Enrivo Rava...
inserito il 12/06/2006  da sky50 - visualizzazioni: 4379


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Data pubblicazione: 08/12/2004

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