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Andrea Pozza meets Gianni Basso
Makin' Whoopee
(Philology W 720.2, 2005, distr. Ird)
Andrea
Pozza (pf); Gianni Basso (ten); Enrico Rava (tr) ospite nella title track.
Andrea Pozza meets Enrico Rava
Stormy Weather
(Philology W 725.2, 2005, distr. Ird)
Andrea Pozza (pf); Enrico Rava (tr, flic); Ares Tavolazzi (cb); Stefano Bagnoli (batt); Gianni Basso (ten) ospite in I Can't Give You Anything But Love.
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Per fortuna non abbiamo dovuto aspettare altri dieci anni per ascoltare un nuovo lavoro, anzi due, del pianista Andrea Pozza, come giustamente scriveva con un filo di preoccupazione Enrico Rava
al termine delle note di In Walked…Andrea, disco d'esordio di questo magnifico pianista, registrato nel 2003.
Pozza è tornato in studio pochi mesi dopo
la sua opera prima, pungolato da quel "meraviglioso pazzo di Piangiarelli" – sono sempre parole di Rava – per registrare in un'unica giornata due gioielli assoluti in compagnia di due fra i più prestigiosi jazzman di casa nostra, Gianni Basso e
lo stesso
Enrico Rava.
Assieme a Basso, di cui da oltre un decennio è il pianista stabile del suo quartetto,
Pozza affronta per la prima volta su disco un
paso doble che – non poteva essere altrimenti – per la grande intesa che esiste fra i due si rivela semplicemente fantastico. Attraverso una manciata di noti standard fra i quali I Hear A Rhapsody, These Foolish Things, Blue Gardenia e I Want To Be Happy affiancati ad altri meno battuti proprio per la difficoltà che serbano come November Girl di Francy Boland, Who Can I Turn To di Bill Evans o Lady Of The Lavender Mist di Duke Ellington,
i due musicisti si muovono con grande eleganza e padronanza totale della
materia, là dove ogni nota di Basso è sempre più quella definitiva e il pianismo di
Pozza è sempre più completo e personale, qui ancor più apprezzabile nel difficile ruolo solitario.
Ospite della seduta successiva, Enrico Rava regala un cammeo nella title track – presente in due versioni – e anche per lui, questa volta però con la complicità degli ottimi Ares Tavolazzi al contrabbasso e Stefano Bagnoli alla batteria, la seduta è incentrata su noti standard. Fatta eccezione per l'iniziale Speak Low e No Blues, magistralmente eseguite in trio, il resto dei brani
sono affrontati in quartetto fra cui troviamo la delicata
Stormy Weather, My Ship, There's A Small Hotel, Dear Old Stockholm e I Can't Give You Anything But Love.
In quest'ultima Gianni Basso ricambia la visita e siamo ancora di fronte ad una prova di grande eleganza stilistica e gusto, con un Rava
particolarmente ispirato che emoziona ad ogni nota, mentre
Pozza si conferma sempre più uno dei migliori pianisti in circolazione non solo nel nostro paese. Considerazione che evidentemente deve avere fatto anche Rava
dal momento che dopo questa seduta lo ha voluto in pianta stabile nel suo quintetto!
Matteo Piazza per Jazzitalia
16/07/2011 | Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
15/06/2006 | 16 giugno 2005: un anno fa la scomparsa di
Henghel Gualdi lasciava un grande vuoto oggi ancora più forte. Jazzitalia
lo ricorda attraverso le testimonianze di: Nando Giardina della Doctor Dixie Jazz Band,
Renzo Arbore, Pupi Avati, Lele Barbieri, Luigi Barion,
Gianni Basso, Franco Cerri, Teo Ciavarella, Felice Del Gaudio,
Gianni Giudici, Annibale Modoni, Marcello Rosa, Jimmy Villotti... |
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Data pubblicazione: 03/09/2005
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