Steve Grossman Quartet
Count Basie, Vico Tana (GE) 01 ottobre 2011
di Andrea Gaggero
Steve Grossman - tenor sax
Andrea Pozza - pianoforte Lorenzo Conte -
contrabbasso Luca Colussi - batteria
Spetta a
Steve Grossman aprire la stagione 2011-2012
del Count Basie di Genova, giunto così al suo quarto anno di vita.
Grossman rappresenta un caso, unico quanto singolare, di musicista universalmente
noto, perlomeno agli appassionati ed addetti, prevalentemente per la partecipazione
ad alcune storiche sedute di incisione davisiane realizzate nel 1970. Anno d'oro per il Re Mida Davis,
al culmine di una stagione ricca e celebratissima (quella con il quintetto) e punto
di ri-partenza per futuri, non sempre memorabili, sviluppi.
Caso unico, si diceva, perché senza quelle sedute oggi forse non riusciremmo ad
ascoltare Grossman in Italia, caso singolare perché ci troviamo qui di fronte ad
una carriera, (quarantennale se poniamo le incisioni citate quale inizio), senza
particolari sussulti o picchi creativi che ha tuttavia consentito (consente),
purtroppo, a
Steve
Grossman di vivere suonando.
Fin dal primo brano, il noto "Whims Of Chambers", capiamo che il concerto
si muoverà lungo le coordinate di un modern mainstrem con le radici affondate nell'hard-bop
e a ritroso nel be-bop più genuino.
Grossman appare stanco e il primo assolo della serata tocca al contrabbasso
di Conte. "Whims.." è un blues e Grossman è un parkeriano convinto, con echi
di Rollins, Gordon e lievi influssi coltraniani. Pozza è invece memore di Powell
più del solito, e si ricorda, anche, di Peterson e Garland. "On Green Dolphin Street", standard celeberrimo, mette in
luce un Pozza in splendida forma che ci regala un meraviglioso assolo dall'urgenza
espressiva e dalla coerente consequenzialità del fraseggio.
Grossman appare più a suo agio con brani del jazz classico come il successivo "I'm Confessin'", immortalato da Armstrong e Lester Young tra gli altri.
Di grande eleganza e soupless il pianismo accordale di Pozza; Conte svolge il suo
compito con diligenza anche se non brilla in assolo, il suo timbro appare smagrito
quasi sordo (complice l'amplificazione?). Troviamo
in Grossman, qui e altrove, un costante desiderio di recupero della memoria e una
nostalgia, quasi commovente, per il passato e la storia di questa musica; con un'aderenza agli stilemi parkeriani, e alle sue radici in Young, totale e sincera.
Con un altro blues "The Blues Walk" (Clifford Brown) si chiude la prima
parte.
La ripresa si apre con un classico della storia del jazz l'ellingtoniano "In
a Sentimental Mood"; Grossman espone il meraviglioso tema con grande
convinzione e piglio esibendosi in un assolo vigoroso e concentrato e sembra decisamente
rinfrancato dalla pausa che pare avergli molto giovato.
Il successivo "Why Don't I" è illuminato da un bellissimo assolo di
Andrea Pozza. Il suo pianismo denota perizia, determinazione ed urgenza espressiva
rare: che sia lui uno dei più interessanti pianisti oggi attivi? Sarà un caso che Rava, talent scout pressoché infallibile, lo abbia voluto al proprio fianco dopo
Bollani e prima di Guidi?
A seguire "Ceora" (Lee Morgan) con il contrabbasso a svolgere il proprio
ruolo con diligenza, professionalità. Il batterismo
di Luca Colussi acquista, con le spazzole, leggerezza e swing.
A conclusione di concerto il dameroniano "Good Bait", uno dei pochi temi del
grande, sottovalutato pianista assurti al ruolo di standard.
Grossman ci è parso oltremodo stanco, suona seduto per tutta la serata, lascia il
primo assolo al contrabbasso di Conte, poi migliora nettamente la sua prestazione
dopo la pausa rinfrancante.
Andrea Pozza
ci ha deliziano con una sequenza
di assoli dal piglio sicuro, ed eseguiti con assoluta convinzione ed urgenza
espressiva.
16/07/2011 | Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) |
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Data pubblicazione: 01/11/2011
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