Qual è il modo più proficuo per imparare? Come far si' che le ore che dedichiamo
allo studio ci servano veramente per fare dei passi avanti?
Nella mia esperienza ho capito che bisogna essere di un
pragmatismo implacabile…ma con amore, verso noi stessi e verso gli obiettivi artistici
o tecnici che ci siamo posti (ed è indispensabile averlo fatto).
C'è come una specie di regola del sopraccitato pragmatismo: impariamo quello
che stiamo facendo. Sarebbe come dire: se stiamo suonando male, stiamo imparando
a suonare male…quindi dobbiamo suonare bene per suonare ancora meglio! E la realtà
dei fatti da ragione in pieno a questa regola: non sono forse quelli che suonano
già bene che poi suonano ancora meglio? Oppure: avete mai sentito qualcuno suonare
bene che prima suonava male? Ci sono delle eccezioni per fortuna e sicuramente le
affermazioni appena fatte sono esagerate e provocatorie. Contengono comunque qualche
briciola di verità. D'altra parte qualcuno potrebbe dire: ma se non so fare una
cosa e posso impararla solo facendola bene … sono bloccato in un paradosso e non
imparerò mai nulla!
D'accordo, ma in realtà non sappiamo fare tutta quella cosa, ma se la dividiamo
in parti che sappiamo fare ecco che potremo praticarle separatamente suonandole
"bene" per poi, al momento opportuno riassemblarle. Avremo quindi suonato bene parti
della cosa che vogliamo imparare aumentando la nostra capacità tanto da poterle
assemblare poi in parti più grandi fin poi a completare il compito che ci siamo
posti.
Alcuni modi di rendere più facili le cose che non sappiamo fare:
- Rallentare, rallentare ed ancora rallentare. Suonando al rallentatore si
possono curare i minimi particolari, si può suonare senza tensione, si impara
a coordinare i movimenti nella maniera migliore ecc…sono innumerevoli i benefici
che si ottengono. E' come usare una lente d'ingrandimento (sapete che i fumettisti
disegnano le loro tavole molto più grandi di come poi verranno pubblicate, così
rimpicciolendole spariscono anche i piccoli eventuali difetti).
- praticare 2, 4, 8 battute per volta
- praticare solo la parte ritmica, solo quella armonica o solo quella melodica
- praticare mano destra e sinistra separatamente (per i pianisti)
le varie metodiche sono applicabili contemporaneamente.
Tornando al concetto di pragmatismo e alla regoletta sopraccitata vorrei fare un
elenco di considerazioni che trovo utile tenere a mente per ottimizzare lo studio.
Le elenco in relazione all'obiettivo di imparare uno standard da suonare poi insieme
ad altri, quindi a tempo:
- Se lo pratico senza andare a tempo, sto appunto imparando a suonarlo "non
a tempo".
- Se lo pratico troppo veloce, sicchè spesso mi fermo o sbaglio, sto imparando
a suonarlo spezzettato e sbagliucchiato.
- Se lo pratico a 4 battute per volta ok, ma appena possibile sarà opportuno
studiarlo interamente, perchè l'obbiettivo è quello di suonarlo interamente.
- Se sbaglio la melodia senza accorgermene la sto imparando sbagliata e quindi
dovrò fare poi doppio lavoro per cancellare l'abitudine errata e per ricostruire
quella giusta.
- Se lo pratico con tensione sto imparando a suonarlo con tensione e quindi
avrò poi tensione nel suonarlo, d'altra parte se lo pratico in maniera facile
e rilassata sarà poi facile suonarlo in modo rilassato.
insomma, dobbiamo essere meticolosi e precisi nello studio o imparare
ad esserlo perchè da come ci educhiamo e creiamo gli automatismi dipende il nostro
modo di suonare.
Per mettere in pratica tutto questo o cominciare a farlo ci vuole una buona dose
di volontà, determinazione, capacità di rimanere centrati sull'obiettivo che ci
siamo posti e cosa più importante e trascinante, amore per la musica.
Tutte queste sono doti che possono e devono essere sviluppate ed allenate come farebbe
uno sportivo per tenersi in forma, sono i veri e propri muscoli di chi studia la
musica.
16/07/2011 | Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) |
|
Inserisci un commento
© 2010 Jazzitalia.net - Andrea Pozza -
Tutti i diritti riservati
© 2000 - 2024 Tutto il materiale pubblicato su Jazzitalia è di esclusiva proprietà dell'autore ed è coperto da Copyright internazionale, pertanto non è consentito alcun utilizzo che non sia preventivamente concordato con chi ne detiene i diritti.
|
Questa pagina è stata visitata 16.362 volte
Data pubblicazione: 20/09/2010
|
|