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DejaVu Records
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Idea 6
Steppin' Out
1. Tune Up
2. Mr. G. B.
3. Steppin' Out
4. Bell's
5. O. M. Blues
6. Tempura 4/4
7. Dance of The Crickets
8. Junior is Back!
9. Taboo
10. It Aint' Necessarily So
DVD:
Introduzione e interviste condotte da Franco Fayenz
1. Gianni Basso
2. Dino Piana
3. Guido Pistocchi
Video Clips
1. Tune Up
2. Mr G. B.
3. Bell's (I'll be waiting)
Gianni Basso - Tenor Sax
Guido Pistocchi
- Trumpet
Dino Piana
- Valve Trombone
Riccardo Fioravanti
- Double Bass
Andrea Pozza
- Piano
Stefano Bagnoli
- Drums
Francesca
Sortino - Vocals
Annibale Modoni - Vibraphone
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Se si vogliono sondare le radici del jazz moderno italiano,
"Steppin' Out" è un documento multimediale da non perdere. Questo recente e
sciccoso prodotto della Dejavu, composto matericamente da un Cd e un Dvd,
ci offre un pezzo di storia del jazz di casa nostra e uno degli ultimissimi ricordi
discografici di Gianni Basso, tra i riconosciuti padri del jazz nel Belpaese.
Per intenderci: le vite artistiche dei vari Moroni, Bosso, o dello stesso Fioravanti
– tuttora riconoscenti nei confronti di Basso – sarebbero state diverse senza la
generosità artistica e umana del sassofonista astigiano.
Chorus after chorus, il Cd esemplifica al meglio la coesione raggiunta dagli
Idea 6, quasi un'incarnazione contemporanea del più celebre Sestetto Italiano.
Le ispirate vene dei solisti di turno (tra i quali un ottimo Pozza), sono
costantemente supportate dall'efficacia di una delle migliore ritmiche Made in
Italy (Bagnoli-Fioravanti). È' una musica fedele a sé stessa come lo sono i
protagonisti della registrazione, legati a un genuino messaggio jazzistico perpetuato
nei decenni e libero da compromessi.
Oltre al Compact si faccia attenzione ai 35 minuti del Dvd contenente interviste
a Basso, Piana e Pistocchi (quest'ultimo ci ricorda le difficoltà nel suonare dixieland,
lui che salta con consapevolezza da un stile all'altro), introdotte e condotte da
Franco Fayenz. Si parla soprattutto degli anni Cinquanta e della contrapposizione
tra jazz tradizionale e moderno; una modernità che lo stesso Basso contribuì a fondare
(sull'installazione del ‘nuovo stile' sono tuttora interessanti gli articoli di
Marcello Piras e Salvatore Biamonte intitolati Italian Jazz Graffiti, pubblicati
anni fa su Musica Jazz). Basso rievoca la Milano delle cave («un città che ebbe
l'umiltà di copiare Parigi»), mentre Piana ci spiega il "perché" del
trombone a pistoni, per poi parlare perfino di
Gianluca Petrella
e del profondo rispetto che nutre per quei classici costantemente "da grattare";
sotto i quali, c'è ancora molto da scoprire…
Luca Civelli per Jazzitalia
16/07/2011 | Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) |
27/06/2010 | Presentazione del libro di Adriano Mazzoletti "Il Jazz in Italia vol. 2: dallo swing agli anni sessanta": "...due tomi di circa 2500 pagine, 2000 nomi citati e circa 300 pagine di discografia, un'autentica Bibbia del jazz. Gli amanti del jazz come Adriano Mazzoletti sono più unici che rari nel nostro panorama musicale. Un artista, anche più che giornalista, dedito per tutta la sua vita a collezionare, archiviare, studiare, accumulare una quantità impressionante di produzioni musicali, documenti, testimonianze, aneddoti sul jazz italiano dal momento in cui le blue notes hanno cominciato a diffondersi nella penisola al tramonto della seconda guerra mondiale" (F. Ciccarelli e A. Valiante) |
15/06/2006 | 16 giugno 2005: un anno fa la scomparsa di
Henghel Gualdi lasciava un grande vuoto oggi ancora più forte. Jazzitalia
lo ricorda attraverso le testimonianze di: Nando Giardina della Doctor Dixie Jazz Band,
Renzo Arbore, Pupi Avati, Lele Barbieri, Luigi Barion,
Gianni Basso, Franco Cerri, Teo Ciavarella, Felice Del Gaudio,
Gianni Giudici, Annibale Modoni, Marcello Rosa, Jimmy Villotti... |
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Data pubblicazione: 24/04/2010
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